
Egregio Rettore,
Le scrivo la presente,
per dissentire dalla sua scelta di non abbassare la bandiera della sua istituzione accademica, per onorare la memoria del ex Presidente Silvio Berlusconi.
Ritengo il suo gesto solo propaganda politica indegna per chi ricopre un così alto ruolo.
Una decisione, in contrasto con la disposizione nazionale per le istituzioni pubbliche, rivendicata dal Lei quale rettore e in una lettera alla comunità accademica in cui dichiara di “assumersi le responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente”.
Avrei capito il suo gesto se prima di compierlo, si fosse dimesso, ma non si può trincerare dietro alla autonomia della università, per giustificare il suo atteggiamento squisitamente “anarchico”.
“l’articolo 33 della Costituzione sancisce che le istituzioni di alta cultura università ed accademie hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
L’autonomia di cui si parla è l’autonomia delle università, l’autonomia statutaria e di reclutamento e di sviluppo dell’attività scientifica ricerca di base e applicata dei singoli atenei.
Non si parla di un’astratta autonomia di un sistema.
Di una corporazione
Perché, altrimenti, sfoceremmo nell’ autoreferenzialità, più che nell’autonomia.
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.“
Quando si ricoprono alte cariche, il Nostro comportamento è di esempio per l’intera collettività, il messaggio che lei giustamente manda ” è le leggi dello stato possono essere disattese…se lo riteniamo giusto, una sorta di uso personale delle Istituzioni…..”
Il suo comportamento crea dunque polemiche infinite, divide le coscienze e riapre vecchie ferite, che con il tempo si stavano rimarginando.
Comprendo che alcuni settori dell’ultra sinistra, vivano e si alimentano solo di odio viscerale, e rabbia, e desidera solo esprime una condanna “senza appello” circa la vita e l’operato del Berlusconi.
Queste situazioni si creano, quando una persona è profondamente convinta di avere la “verità assoluta” in tasca, e chi diverge è sicuramente un delinquente, un mafioso, un evasore fiscale… è una forma di distorsione della realtà a propria misura.
Ma vede …lei è preposto a un altro compito, non è certamente un giudice, un magistrato… e tutto sommato ora non spetta più nemmeno a loro, per via della morte dell’indagato.
Sarà la storia a giudicare Silvio Berlusconi, e le sue scelte politiche, e ritengo che come scriveva un suo conoscente… ” La Historia lo absolverà !!”
Dott. Prof. Giovanni De Ficchy
Rettore della UPSI di Roma
