De Ficchy Giovanni

La struggente storia dello stilista, imperatore del lusso degli anni 60, che Dior chiamava “il maestro di tutti noi”.
La genialità, profonda e audace, dello stilista , è stato infatti il primo a ignorare il punto vita e a disegnare le camicie blusa, gli abiti tunica, i cappotti e i vestiti a uovo, a inventare il babydoll.
Per Christian Dior è stato «il maestro di tutti noi».
Coco Chanel, che lo ammirava tantissimo, ha parlato di lui come l’unico couturier in quanto in grado di disegnare e realizzare con le sue mani un abito, seguendone tutti i passaggi, dal primo all’ultimo.
Oscar de la Renta, Pierre Cardin ed Emanuel Ungaro si sono formati sotto di lui.
Chi era Cristóbal Balenciaga, il capostipite degli stilisti e fondatore della maison Balenciaga?
Era nato il 21 gennaio del 1895 a Getaria, in piccolo paese di pescatori nella provincia spagnola di Gipuzkoa, ( Paesi Baschi ) figlio di un pescatore e di una sarta.
La famiglia non è benestante, e lui passa l’infanzia aiutando la mamma a cucire.
Impara a cucire e tagliare la stoffa con sua madre così bene da scoprire che per lui si tratta di una passione e di un talento.
Lascia presto la scuola , e và a fare l’apprendistato nella bottega di un sarto, ed impara tutto dell’arte, disegno, modello, sviluppo taglie, cucito .
Sapeva confezionare per intero un abito, senza bisogno di altri artigiani.
Lavorando in sartoria, viene notato dalla marchesa di Casa Torres, una nobildonna locale che ne fa il suo protégé.

Lo manda a sue spese a studiare l’arte della sartoria a Madrid, spianando così il suo destino.
La prima boutique Balenciaga apre a San Sebastian nel 1919.
Il suo era un genio irrefrenabile che negli anni ha visto crescere esponenzialmente la sua fama.
La fama di questo nuovo stilista ridisegna la forma delle donne e crea abiti che rendono bella ogni silhouette si diffonde presto , ma nel 1936 scoppia la guerra civile in Spagna e Balenciaga è costretto a chiudere tutte le sue boutique e a fuggire a Parigi.
Il suo obiettivo è stato l’equilibrio perfetto tra tessuto, forma e corpo umano, ottenuto alternando il rosso e il nero, pizzi, boleri e intarsi preziosi, eredità delle sue origini.

Il successo a Parigi
A Parigi, al numero 10 di Rue George V, dove dal 1937 aveva stabilito il suo atelier, era frequentato dal mondo che conta, nobildonne e signore dell’alta società, c’è chi è disposto a viaggiare attraverso l’Europa devastata dalla guerra, pur di riempirsi gli occhi delle sue creazioni.
lavora intensamente e intanto riesce a tenere nascosta la relazione con il modista franco-russo Vladzio Jaworowski d’Attainville.

è il grande amore della sua vita, il suo ispiratore, e lo aiuta a raggiungere il successo.
Diana Vreeland , la leggendaria giornalista di moda racconterà di aver visto gente cadere letteralmente in delirio, mentre assisteva alle sue sfilate.
Il suo adorato Vladzio Jaworowski d’Attainville muore nel 1948 e lui cade in una depressione terribile,
chiudere tutto e ritirarsi, ma poi si fa forza e va avanti.
Rimane praticamente fedele a lui per tutto il resto della vita, intrattenendo da quel momento solo relazioni senza importanza.
La sua grande inventiva non si spegne e continua a produrre capolavori che sottolineano la figura femminile in modi inediti.
Nel 1960 vive due eventi importanti: riceve la Légion d’honneur per i servizi resi all’industria francese della moda e disegna l’abito da sposa di Fabiola per le nozze col principe Baldovino I del Belgio.
Nel 1968 decide di chiudere i suoi atelier ha 74 anni ed è ricchissimo, ha investito bene anche nel mercato immobiliare a Parigi e in Spagna, nei quartieri più prestigiosi.

Lui non accetterà mai di disegnare linee prêt-à-porter:
“non prostituirò il mio talento”, risponde sdegnato a chi glielo chiede.
Si è ritirato quando, vedendo Jean Seberg che nel film Fino all’ultimo respiro del 1960 vendere copie dell’Herald Tribune con i capelli corti, una maglietta con il logo del giornale, jeans skinny e ballerine, ha capito che il suo regno delle forme aveva i giorni contati.
Il couturier è tornato a disegnare solo per cucire l’abito da sposa di Carmen Martínez-Bordiú, su richiesta della sua ex cliente, Carmen Polo.
Dopo poche settimana, in Spagna, dove tutto era iniziato, Cristóbal Balenciaga, il re della couture, è morto.