Giovanni de Ficchy
Esperto Antropologo Criminale
Criminologo

Mafia nigeriana è un termine non corretto, infatti come la Nigeria è uno stato ,molto complesso, eterogeneo, difficile, pertanto è più corretto chiamarle mafie.
Il grande paese africano, ricco di risorse minerarie , e quindi vezzeggiato da tutte le nazioni industrializzate , è attualmente al sesto posto nel mondo per numero di abitanti, sono circa 220.000.000.
Ma la proiezione statistica, la pone tra le nazioni più popolose in assoluto nei prossimi decenni.
Altro dato statistico da considerare e su cui riflettere è che è al terzo posto tra le nazioni con il più alto numero di connazionali arrestati fuori dai propri confini.
Questa mafia è una pericolosa realtà che porta con sé molti lati oscuri che ancora vanno portati alla luce.
La principale attività è il traffico delle droghe dal Pakistan , e dal medio oriente, specialmente l’eroina.
Non secondarie nel nostro paese sono il traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione
La feroce mafia nigeriana si sta infatti radicando anche nel territorio italiano, compiendo crimini come il riciclaggio, lo sfruttamento della prostituzione, il traffico di droga, la tratta degli esseri umani e altri reati violenti.

Attraverso le dichiarazioni di un agente della direzione investigativa antimafia (DIA), che ha scelto di rimanere anonimo, si è scoperto come queste organizzazioni nigeriane stiano cooperando nei traffici insieme alle organizzazioni criminali italiane.
I cittadini nigeriani , hanno cominciato a giungere nel nostro paese per sfuggire alle guerra civile e alla crisi che c’è nel loro paese, e col passare del tempo hanno iniziato a cogliere le opportunità di sfruttare il loro “potere” influente e intimidatorio per poi mutare in attività illegali e criminali.
La mafia Nigeriana sfrutta a proprio vantaggio il fenomeno dell’immigrazione in Italia, promettendo a giovani ragazzi e alle famiglie di avere un futuro migliore assicurato.
Appena giungono, nel Nostro paese , soprattutto ragazze, vengono obbligate ad entrare a fare parte dei gruppi , dove i membri principali useranno la propria forza intimidatrice per ottenere l’asservimento delle vittime, sia fisico che psicologico.
Il reclutamento dei nuovi membri in Italia avviene all’interno dei centri di accoglienza, in cui i membri vengono reclutati facendo anche ricorso alla violenza in caso di rifiuto.
I reclutamenti avvengono attraverso riti “woodoo” o “juju” con giuramento di fedeltà assoluta verso l’organizzazione che, se infranto, prevede punizioni terribili che possono anche comportare la morte.
Nell’ultima relazione semestrale la Dia conferma che le cosche nigeriane sono radicate in almeno otto regioni: Lazio, Campania, Calabria, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto, dove trattano da pari a pari con la malavita italiana e ci sono alcune città che sono i loro capisaldi: Torino, Verona, Bologna
Le cosche sono organizzate come vere e proprie organizzazioni segrete
I gruppi attivi, in Italia, sono: “Black Axe”, “Vikings”, “Supreme Eye Confraternity” e “Maphite”.
Operano come vere e proprie strutture gerarchizzate, con i capi e via a scendere, fino ai semplici soldati.

“Black Axe : ( Ascia Nera)
“Black Axe” la principale famiglia è nata nei tardi anni ’70 a Benin City in Nigeria.
La sua roccaforte italiana è a Castel Volturno, in provincia di Caserta, territorio fino a ieri controllato dal clan dei casalesi, unico caposaldo criminale nostrano che mal tollera la concorrenza africana.

Quando, cedendo al sentimento di umana pietà, lasciamo cadere un euro nella mano del sorridente immigrato che ci attende fuori dal supermercato, al semaforo, davanti al ristorante o al bar, è bene sapere che, di quell’euro, forse neppure dieci centesimi gli rimarranno in tasca.
Riuscire a sconfiggere l’azione di questa mafia in particolare vuol dire evitare la sofferenza di giovani ragazze e riscattarne la dignità