Giuseppe Di Tarso

Non bastava che il 4 ottobre 2014 si costituisse su iniziativa dei seguaci della santona Maria Giuseppina Norcia e dei fedeli della Piccola Culla del Bambino Gesù di Gallinaro, che dopo la morte della santona si sono costituiti in chiesa col nome di Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme, con tanto di Sommo Pontefice: Sua Santità Samuele Morcia, genero della veggente Giuseppina, di cui ha sposato la figlia e ha dato due nipoti) e cardinali: i napoletani Nello Migliaccio (50 anni) e Pasquale Leazza (51 anni), ambedue sposati e padri di tre figli; il leccese Alessandro D’Argento (44 anni, sposato e anche lui padre di tre figli) e il valdostano Patrick Manfredi (52 anni, sposato con un figlio).

Su richiesta di mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo il 29 maggio del 2016 Papa Francesco ha scomunicato, ai sensi del canone 1364 del Codice di Diritto Canonico i fedeli di questa “Nuova Chiesa” per gravi posizioni scismatiche in quanto «Le iniziative della sedicente organizzazione pseudo religiosa denominata“Chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme” sono in assoluta opposizione alla dottrina cattolica e pertanto nulla hanno a che fare con la grazia della fede e della salvezza affidate da Gesù Cristo alla Chiesa fondata sulla salda roccia dell’apostolo Pietro.

Si invitano tutti i fedeli al dovere della vigilanza e del saggio discernimento per evitare ogni forma di coinvolgimento in tale movimento e si rammenta che i fedeli che aderiscono alla suddetta sedicente “chiesa” incorrono, a norma del canone 1364 del Codice di diritto canonico, nella scomunica latae sententiae per il delitto canonico di scisma».

Tale scomunica, resa nota anche a mezzo stampa (vedi L’Avvenire del 6 giugno 2016) è stata affissa su tutte le chiese della Diocesi.
Dopo il Sommo Pontefice di Gallinaro è stata la volta di mons. Dom Maurizio Raimondo, anche lui operante nel territorio della diocesi cattolica di Sora – Cassino, noto e oggetto di prese di posizioni da parte del vescovo Antonazzo perché nel 2019 si era spacciato quale Guida Spirituale della Direzione Provinciale di Frosinone del partito Lega per Salvini Premier.

Allora risultava vescovo della Chiesa Apostolica Vetero Cattolica d’Italia e Malta della quale era ed è Arcivescovo primate mons. Ezio Maria Scaglione, noto perché si è autoproclamato Principe/Sovrano di Navassa, un’isola disabitata dei Caraibi appartenente agli Stati Uniti, che probabilmente ignorano che, a loro insaputa, sia diventata un Principato con tanto di nobiltà, ordini cavallereschi e corpo diplomatico. Orbene il nostro nell’agosto di due anni fa è stato addirittura (come riportato dal quotidiano Il Denaro del 23 agosto 2021) eletto Patriarca della Chiesa Vetero Cattolica Apostolica “Fidelitas”.

Il Patriarca Dom Maurizio Raimondo, 51 anni di Capua, si presenta come professore, uomo di cultura pluri laureato (in Filosofia e Teologia con specializzazione in Sacre Scritture, in Medicina Pastorale e in Psicologia e Sociologia), scrittore, conferenziere, giornalista, docente universitario e professore di vocazioni a capo dell’Istituto brasiliano di teologia e filosofia São João da Cruz (San Giovanni della Croce).
Ma come dice il proverbio, non c’è due senza tre e, pertanto nello stesso territorio (questa volta non nella Diocesi di Sora-Cassino-Aquino e Pontecorvo ma in quella di Frosinone-Veroli e Ferentino) è spuntato, come d’incanto, un ennesimo Patriarca.

Trattasi di certo padre Massimo Mezzacapo, nato a Roma 66 anni fa ma residente a Veroli, che sostiene di aver conseguito il Baccelierato in Filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma (1989) e il Baccellierato in Sacra Teologia indirizzo Morale (1995) ambedue le lauree ottenute presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma e di provenire dalla Chiesa Cattolica dove è ordinato diacono l’8 dicembre 1991 e quella presbiterale il 26 settembre 1992 (ambedue le ordinazioni effettuate a Vicenza da SER Mons. Pietro Gregorio Zampieri), all’uopo sarebbe opportuno che Chiesa Cattolica verifichi la veridicità di queste affermazioni perché in tal caso incorrerebbe nella scomunica latae sententie per scisma.

Il Mezzacapo dopo aver vagabondato tra diverse realtà ecclesiali cattoliche indipendenti (da quella cattolica apostolica brasiliana e quella vetero cattolica “Fidelitas” del patriarca Maurizio Raimondo suo conterraneo) finalmente decide che anche lui non è da meno e vuole diventare Patriarca.

All’uopo carpisce la buona fede di mons. Armando Ricardo Benitez Della Giustina, Arcivescovo-Primate della ICARA (Iglesia Catolica Apostolica Restaurada Argentina – Chiesa Cattolica Apostolica Restaurata Argentina), che il 19 marzo scorso, nella città di Veroli, lo ha consacrato Vescovo e Primate ICARA per l’Italia. Ovviamente la delimitazione territoriale della nomina gli stava stretta tanto che subito dopo ha dato le dimissioni dell’ ICARA al fine di creare una nuova Chiesa: la Chiesa Cristiana Fratres in Dominum – Ministri della Riconciliazione e della Fratellanza Universale col titolo di Patriarca Arcivescovo e Primate Universale.
Successivamente il Mezzacapo ha nominato il napoletano Roberto Santoro quale Vescovo-Primate per l’Italia (a quanto ci risulta oltre i due non vi sono altri membri del clero).

Inutile dire che l’ ICARA, ha annullato la consacrazione, data in buona fede per mancanza di materia e di forma (l’adesione all’ ICARA era strumentale, utile soltanto per diventare vescovo visto che subito dopo si è dimesso dalla stessa) e, da un punto di vista canonico la sua ordinazione e quella da lui effettuata risulterebbe nulla.
Ma tant’è, il nostro Patriarca nel Frusinate sta in buona compagnia e può sentirsi sempre un pari del Papa ….

G.d.T.

Di Admin

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