Recitare a teatro aiuta a fuoruscire emozioni e  sentimenti che animano la parte più profonda della  mente umana. È un modo per dare corpo alle fantasie e ai desideri che sovrastano la mente.  Recitare, fare prove, rapportarsi con gli altri, aiuta grandi e piccoli a saper gestire le proprie emozioni e spesso a controllarle. Rabbia, paura, pianto, agitazione, nervosismo, sono tutte sensazioni spontanee e quando si sale su un palcoscenico si impara a gestirle  in modo più sano.

I giovani che si approcciano al teatro sono spinti da motivazioni interiori e pur attraversando  difficoltà e ostacoli, è giusto che si impongano con carattere per rincorrere i loro sogni. E’ normale porsi degli obiettivi ambiziosi nella vita, ma è anche importante “mantenere i piedi per terra”, per far si che il naturale  talento cresca con il tempo. E da un piccolo germoglio, il seme  si trasformi in una  opportunità importante.

Abbiamo incontrato una giovane aspirante attrice che intende manifestare con il suo racconto, la sua sacra passione per il teatro.

Sono Ilaria Fusciello, ho origini del Sud e mi piace molto il teatro e la recitazione.  Questa passione cominciò a emergere in me già dall’età di 12 anni.  

L’amore per la recitazione in genere, me la trasmise  mio nonno, che faceva teatro amatoriale. Ricordo che partecipò ad una serie di spettacoli nei quali aveva una parte comica, ma lo faceva talmente bene che sembrava tutto reale. Io invece svolgevo delle brevi apparizioni  come comparsa. Era un dramma sacro in cinque atti sulla vita di San Sebastiano  (con il suo martirio) e Santo Antonio.

  La cosa che mi attrae di più quando salgo su un palco per  recitare è quella di immedesimarmi  automaticamente nel  personaggio. Conseguentemente nel condividere la storia, devo cercare di trasmettere in pubblico,  la mia massima emozione.

Ci ricordi il titolo all’ultima commedia a cui hai preso parte?

Si intitolava  “Un piccolo effetto collaterale” e l’abbiamo portata in scena al Teatro Petrolini di Roma nel 2019. A me piaceva molto: si trattava di una commedia  in dialetto romanesco ed era nello stesso tempo  divertente e  istruttiva, perché  piena di significati. In sintesi  parlava  della storia di un ragazzo figlio di un un grande imprenditore di supermercati.

Ma non era quella  l’attività che il figlio  sognava di fare, così non intese seguire le orme di suo padre.  Era  un ragazzo omosessuale e  per lui era  difficile esprimere la sua vera  identità in pubblico. Con il tempo riuscì con coraggio  a rivelare la sua vera natura.  Decise  poi di aprire un sexy shop.

Tu Ilaria che ruolo reciti in questa commedia?

Quella di una  vicina di casa della famiglia, che attratta dal benessere dell’imprenditore,  intendeva intraprendere con lui una relazione sentimentale,  ma quando si accorse  che non stava facendo una cosa giusta,  ritornò sui suoi passi. Il personaggio che interpreto nella commedia, è quello di Monia  ed è stato bello per me calarmi in quel personaggio.

Quello che mi affascina nella recitazione è proprio  entrare  in un’altra identità che io considero  come uno sdoppiamento di personalità. Un attore deve spesso interpretare altri personaggi, ed ogni volta è come mettersi nuovamente alla alla prova.

Questo per me è molto emozionante e dal momento che sono molto chiusa di carattere e timida, sul palco riesco ad esprimere un’energia inconsueta per me.

In teatro riesco a vincere me stessa e  le mie paure, e tutto questo lo trovo positivo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Stiamo preparando uno spettacolo con la mia insegnante Donatella Cotesta che riguarda la vita  di una delle più  grandi attrici del passato:  Anna Magnani. Oltre alla recitazione sono interessata anche al ruolo di sceneggiatrice, perché nella scrittura così come nella recitazione, si riescono  ad esprimere   tutte le emozioni.  A volte  le fiction,  gli sceneggiati televisivi  e alcune pellicole, sono scritte talmente bene che ti emozioni solo guardandoli.

Senti di ringraziare qualcuno di questo tuo iniziale percorso teatrale?

Si, ringrazio sopra tutto la mia regista ed insegnante  Donatella, che mi ha trasmesso il suo infinito amore per il teatro. Lei è veramente una brava professionista in tutti i sensi, un’attrice e regista dalla quale ho imparato tanto. Io vado a lezione da lei per apprendere recitazione, e mi insegna come entrare nel personaggio, oltre alla fonetica e alla dizione. Ma soprattutto mi invita a vincere le mie paure  e le mie insicurezze.

Sei determinata a continuare su questa strada?

Si, soprattutto verso il teatro. In futuro  ce la metterò tutta per continuare  a migliorarmi. Ho ancora un percorso da fare e devo studiare tanto per arrivare ad essere una professionista a 360 gradi.

E’ giusto che tutti inseguano i propri sogni e le proprie passioni, fino in fondo. Non voglio aver rimpianti un giorno di non aver perseguito su questa strada. E’ chiaro che un po’ di paura e timore c’è ad affrontare un impegno così forte, ma le proprie paure si devono superare, così come tutti gli ostacoli.

Grazie Ilaria Fusciello.

Rino R. Sortino

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