De Ficchy Giovanni

L’asse tra Mosca e Pechino è forte , e Washington non sta certamente a guardare.

Per gli Usa il nuovo “Strategic Concept” indica la Russia come la minaccia più significativa, mentre la Cina come una “concorrente sistematica”

Negli anni Novanta, la Russia era un paese democratico in cui si svolgevano libere elezioni e dove le opinioni politiche potevano essere apertamente espresse.

Oltre a ciò però, era anche teatri di violenti scontri, di conflitti tra estreme povertà, e nuovi arricchiti, sfruttando l’appoggio degli oligarchi, Vladimir Putin, arrivava a prendere il potere.

Oggi grazie al controllo della polizia segreta, dei media, degli oligarchi, del partito Russia Unita e delle organizzazioni giovanili che lo fiancheggiano, è sicuramente l’uomo più potente in Russia dai tempi di Stalin.

Con l’invasione russa dell’Ucraina, il rischio di un ritorno a un mondo diviso in blocchi contrapposti non è più un’ipotesi così remota. 

Da una parte c’è l’ Occidente a guida americana, dall’altra la nuova strana coppia: Cina e Russia.

Definire le relazioni tra Cina e Russia con l’utilizzo del termine “alleanza” rischia però di occultare i chiaroscuri di un rapporto da sempre ambiguo. 

 La Cina rappresenta agli occhi degli Stati Uniti. una seria sfida poiché il Governo di Pechino, applicando “metodi ibridi”, ambisce ad allargare la sua impronta globale, controllare i settori industriali, tecnologici, delle infrastrutture critiche, dei materiali strategici e delle catene d’ approvvigionamento. 

E in Cina, si sa, è il Partito/Stato che muove i fili del mercato.

Separare gli aspetti economici da quelli politici non è infatti cosa semplice. 

Un tempo le due potenze, erano rivali, ma si sà a volte si arriva a pensare “il nemico del mio nemico è mio amico.”

Per i due vecchi nemici è anche l’occasione per controbilanciare il crescente isolamento della comunità scientifica cinese e russa nell’emisfero occidentale.

Concentrandoci su eventi più recenti, in particolare in questi due anni di guerra in Ucraina, abbiamo visto la Russia ritrovarsi incastrata in un pantano politico e militare non da poco, con gran parte del mondo occidentale attivamente impegnato a tagliare quanti più ponti possibili con il Cremlino e con la Federazione Russa come Nazione, forse per sempre. 

Durante il recente summit dei BRICS (meeting delle cinque maggiori economie emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) il Governo di Pechino, oltre a ribadire i concetti sopra citati, ha sostanzialmente espresso la sua volontà di controbilanciare l’azione occidentale di riunirsi in “piccole cricche” (come il G7) con un sistema di governance globale più equo e non di dominio esclusivo statunitense. 

Inoltre la Cina si identificherebbe come il “garante” e il “collante” dei Paesi emergenti.

Intanto Washington ha iniziato ad implementare una strategia che punta alla creazione di un cordone sanitario per bloccare le acquisizioni cinesi o gli acquisiti da parte cinese di prodotti Hi-Tech.

La trappola di Tucidide

Si fa’ riferimento al paradosso ogni qualvolta una potenza dominante viene a confrontarsi con una emergente.

 Epico scontro di cui Tucidide ne fu il maestoso storiografo.

Il suo famoso paradosso afferma che “quando una potenza emergente tenta di spodestare la potenza egemonica, il confronto sfocia in un conflitto militare”.

È il caso, ad esempio, della rivalità commerciale tra Stati Uniti e Cina, dove la potenza consolidata teme che quella emergente diventi talmente potente da non poter essere più sconfitta.

Le relazioni critiche tra Washington e Pechino e di come la teoria della Trappola di Tucidide, legata alle tensioni che portarono al conflitto tra Atene e Sparta e alla Guerra del Peloponneso, venga usata come parametro per analizzare il conflitto sistemico e competitivo. 

Taiwan

Sull’argomento, si è soffermato tra gli altri  The Economist , dedicandogli la sua copertina, “The struggle for Taiwan“.

Presentando all’interno diversi editoriali e analisi sui possibili scenari di guerra e pace.

Ovviamente, molto dipenderà dall’esito del conflitto in Ucraina, che darà modo alla leadership cinese di riflettere a lungo sulla prima mossa, prima di decidere l’impiego della forza per il ritorno di Taiwan alla madre patria cinese.

Un segnale chiarissimo di come stia per scattare la trappola di Tucidide, lo dà la preoccupazione americana per cui in tempi brevi le forze armate cinesi potrebbero divenire troppo forti perché gli Usa possano conservare su di loro la supremazia attuale. 

 

Di Admin

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