La creazione della grande bugia russa, il presunto “genocidio del Donbass”, che Putin ha utilizzato per lanciare un’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio 2022.
Vari osservatori, commentando il modo in cui i media russi descrivono l’invasione dell’Ucraina, hanno parlato di un «universo parallelo» o di una «realtà differente» da quella che viene descritta in Occidente.
In Russia l’informazione è completamente controllata dallo stato, e per il regime di Putin poter gestire i media è sempre stata una priorità: la prima cosa che fece nel 2000, appena salito al potere, fu strappare le televisioni dal controllo degli imprenditori privati.
I suoi obiettivi furono in particolare gli oligarchi Boris Berezovsky, che possedeva il precursore di Canale Uno oltre a vari altri media, e Vladimir Gusinsky, che possedeva una grossa holding mediatica che comprendeva l’emittente NTV.
Entrambi tra il 2000 e il 2001 furono spossessati dei loro beni con mezzi extra legali e furono costretti a fuggire in Europa.

Lo ha scritto Christopher Miller, corrispondente di Buzz Feed News
“Ho visto queste fosse comuni a Luhansk nell’ottobre 2014 e ho intervistato persone che seppellivano i parenti.
Si trattava per lo più di anziani di passaggio naturale.
Gli obitori e i cimiteri non potevano gestirli, inoltre [c’era] un afflusso di persone uccise dalla guerra. La Russia sostiene che queste siano la prova di un “genocidio”, il che è completamente falso”.
Anche Oliver Carrol, corrispondente estero a Mosca, ha condiviso le foto di queste tombe illegali scattate durante un viaggio nella zona nel 2014-2015.
Nega anche la narrativa del Cremlino:
“ Ho viaggiato nella regione nel periodo 2014-2015 e ho visto con i miei occhi luoghi di sepoltura di massa.
Erano conosciuti dalla gente del posto e dai delegati sostenuti dalla Russia.
Essenzialmente [quelli erano luoghi] dove venivano sepolti poveri, anziani senza parenti e forse combattenti non identificati.
Queste foto sono dell’ottobre 2014 a Luhansk. “


