
Enzo Casagni è un autore che negli ultimi nove anni ha scritto tre libri autobiografici, cinque quaderni poetici e con quest’ ultimo libro è arrivato a cinque libri di poesie. Diverse sono state le sue partecipazioni a concorsi letterari nei quali ha ricevuto molte menzioni di merito, targhe e medaglie.
Enzo ha sempre mostrato fin da giovane, una predilezione per la poesia, dal momento che amava Catullo, Saffo e D’Annunzio e proprio con “la pioggia nel pineto” apprese la musicalità del verso. Nel libro precedente “il deserto dipinge la mia anima” le poesie risentivano di due realtà molto aggressive e dolorose: il Covid e la Guerra in Ucraina. In quest’ultima sua opera “Poesia semplicemente poesia” traspare fortemente la sua forte sensibilità .
I versi di “Poesia semplicemente poesia” non sono frutto di una ricerca intellettuale, ma di espressioni naturali che rivelano immediatezza e spontaneità: le strofe sono intime e spirituali, quasi come un canto liberatorio. Alcune sono frutto di meditazioni avvenute dopo incontri spirituali, altre sono espressioni esclusive del sentire dell’autore, dal momento che la sua anima sente la necessità di esprimersi.
Il Poeta in alcuni versi con una semplicità intrinseca, descrive la bellezza del creato e si commuove alla vista di visioni naturalistiche quali il tramonto e l’alba. La prefazione di “Poesia semplicemente poesia” è a cura di Cinzia Baldazzi, critico letterario di fama internazionale, l’edizione grafica è elaborata alla perfezione da Maria Grazia Vai di Immagine ed Arte e la pubblicazione è stata resa possibile grazie alla Iucant Print.
Abbiamo incontrato Enzo Casagni, che stimo da anni, per conoscere le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il suo nuovo libro.

Cosa provi Enzo dopo l’uscita del tuo nuovo libro?
Sento in fondo all’animo una gioia profonda per aver manifestato quello che sono realmente e i miei veri sentimenti. Ho partecipato recentemente alla Fiera del Libro 2023 presso il Dima Shopping Bufalotta, una importante manifestazione che si è svolta a Roma. Sono grato alla Sig,ra Cinzia Baldazzi nell’ambito dell’Associazione Officine Culturali Romane, di avermi invitato per presentare il mio libro. Nell’ambito di quella manifestazione, sono rimasto colpito quando ha affermato che la distanza fra l’uomo e Dio io l’ho accorciata dalla mia esperienza con Cristina, la mia adorata moglie che ho perso alcuni anni fa. Per me lei è sempre stata la mia musa ispiratrice, e senza fare paragoni eccessivi, quello che è stato Beatrice per Dante e Laura per Petrarca.

Cristina è sempre stata un punto fondamentale della tua vita e non la dimenticherai mai.
Si, nel libro c’è molto della presenza di Cristina. Nella prefazione c’è una lettera che ho scritto per lei che mi veglia da lassù e le dico: “ti prego leggi questi versi lassù tra le nuvole e le stelle”. Nell’epilogo del libro c’è inoltre un verso che le ho dedicato per ricordare il nostro primo incontro avvenuto a Monte Follonico in Toscana. Era il 24 luglio del 1962 quando ci incontrammo per la prima volta in una Pensione che si chiamava Anna. Quando entrai e vidi Cristina seduta su una sedia, la invitai ballare, accompagnati dalla canzone di Gino Paoli “Sapore di Sale”. Si creò un’atmosfera tale che è come se intorno a noi non ci fosse nessuno, soltanto noi due, poi da quel giorno, non ci siamo più lasciati.
Nelle poesie del tuo ultimo libro traspare ottimismo, sei d’accordo?
Non lo chiamerei ottimismo, piuttosto realismo, perché la vita esiste e nessuno può distruggerla. La vita è una forte realtà che si rivela con la venuta di Gesù Cristo, che poi con il suo sacrificio si rivolge all’uomo con “non vi dovete preoccupare perché la vita è con Voi e vi seguirà sempre”. La morte è solo un riposo temporaneo, perché poi lo spirito e l’anima riprenderà il corpo in cui è vissuta. Dobbiamo sempre tener presente chi è l’autore di questo meraviglioso dono che è la vita e ricordarlo in ogni momento. Ormai siamo abituati a dare tutto per scontato, ma non è assolutamente scontato niente.
Sorge spontanea una domanda , ma quando stavi con Cristina, già scrivevi?
Io ho sempre avuto un grande amore per le poesia e fin da ragazzo già mi cimentavo a comporre i primi versi. Mi ricordo di aver scritto un piccolo libro dove erano annotate diverse mie poesie, ma poi smisi di scriverle quando conobbi Cristina. Quel libricino che poi regalai, si chiamava “sentieri”, perché attraverso quei sentieri io vedevo una piccola luce costituita dalla speranza di una vita migliore. Quando vivevo con Cristina ritenevo di avere tutto e quindi non avevo bisogno di scrivere, nel momento in cui lei se ne è andata alla vigilia dei nostri cinquanta anni di matrimonio, una parte di me si è dissolta e la poesia si è improvvisamente rifatta viva. Credo che questa passione, mi abbia aiutato ad esprimermi e a manifestare tutto il mio amore per il creato e gli esseri viventi. Il dolore che provo quando scrivo una poesia non è fine a se stesso, è anche calore, perché ha come origine, l’amore.
C’è vita oltre la morte, cosa ti ha spinto a scrivere questa poesia ?
Questa poesia è frutto di incontri spirituali e aiuta a riflettere del sacrificio che Gesù ha fatto per noi, quando si è incarnato e si è rivolto all’uomo con “guardate che la morte sono riuscito a sconfiggerla, pertanto oltre la morte c’è la vita”. Questa è una realtà che molti non riconoscono, eppure è anche una legge fisica, perché gli essere umani sono fonte di una energia che non si può distruggere. Questa è una testimonianza accertata per i credenti: la vita esiste oltre la morte e l’anima una volta fuoriuscita, continua a vivere.
Cosa ritieni di aggiungere alla nostra conversazione?
Oggi compio 82 anni e vorrei ringraziare chi ha creduto in me, concedendomi di vivere una realtà che non avrei mai immaginato. La poesia nella mia esperienza, credo che aspettasse solo l’occasione giusta per manifestarsi. Quando mi appare un’idea, la scrivo di getto in un file e poi la riprendo dopo qualche tempo per vedere la sua musicalità, ma in genere non modifico quasi niente. C’è stato un momento che scrivevo quasi esclusivamente di notte, così quando mi appariva un emozione, andavo subito al computer per fissare l’idea. Tu sai che io per abitudine porto con me copie delle mie poesie e alcune volte le faccio leggere a persone che incontro occasionalmente. Mi piace leggere nei loro volti la sorpresa, a volte la soddisfazione al punto che si commuovono e mi abbracciano. E’ questo che è quello che apprezzo maggiormente.
Grazie Enzo Casagni
Rino R. Sortino
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