L’Italia lascia la via della Seta.

L’Italia è uscita ufficialmente dalla Via della Seta, con una nota della Farnesina consegnata a Pechino nei giorni scorsi in cui è stato messo nero su bianco il mancato rinnovo del memorandum firmato dal primo governo Conte nel 2019.
La firma dell’accordo aveva provocato enormi polemiche, perché implicava l’adesione dell’Italia al più grande progetto di espansione dell’influenza della Cina nel mondo.
Nelle intenzioni di Roma, comunque, i rapporti con Pechino non si indeboliranno, ma torneranno a svilupparsi in un modo più pragmatico.
Nella lettera,consegnata all’ambasciata cinese giorni fà, del resto, è stata ribadita la volontà di “sviluppare e rafforzare la collaborazione bilaterale”.
La cosiddetta Belt ad Road Initiative, lanciata da Xi Jinping nel 2013, è uno dei cardini del piano cinese per rafforzare la propria economia attraverso una rete di infrastrutture fra tre continenti che favorisca gli scambi.
Tajani ha parlato apertamente di Germania e Francia, che hanno ottenuto “dati dell’export” verso la Cina “più vantaggiosi” di quelli dell’Italia. In questo quadro, il governo ha deciso di rilanciare il “partenariato strategico” con Pechino, che è in vigore dal 2004.
La delocalizzazione di attività produttive ad alta intensità di lavoro in Cina e l’assenza di un’adeguata “mano visibile” che mitigasse l’impatto di tale delocalizzazione.
Tale transizione, gestita senza un piano strategico inclusivo, ha prodotto in Italia nel ceto medio soprattutto un profondo senso di incertezza e insicurezza.
L’ascesa cinese imperial-comunista, ha danneggiato fortemente il commercio italiano e quello europeo, si è infiltrata in porti e industrie, in quartieri e intere città con conseguenze socio economiche devastanti.
Il governo Meloni ha così avviato un percorso di riflessione e di confronto a livello diplomatico e politico con Pechino che ha portato a non rinnovare l’intesa, che scadrà il prossimo 22 marzo.
In questo modo l’Italia è diventata il primo paese del mondo a uscire dal progetto cinese.