De Ficchy Giovanni

Partiamo da cos’è una moneta.
Mi scusino gli addetti ai lavori per le GROSSE semplificazioni e le ENORMI licenze poetiche atte ad una semplificazione idonea ad un paese dove i giornali scambiano Km con Kmph, gommoni con balene, disastri nucleari per vacanze e tutti prendono per buono il risultato tanto da pilotare un referendum con queste fesserie.
Una moneta è un pagherò che e’ garantito dall’emittente, sostanzialmente come un prestito.
È una sorta di cambiale, un pezzo di carta che quando lo restituirò avrò in cambio del valore in beni, servizi o altri titoli (foglietti di carta).
Sempre per fare esempi possiamo vedere la differenza che c’è fra un assegno di un privato ed un assegno circolare.
Per il controvalore di un assegno circolare risponde la banca stessa e può essere utilizzato tranquillamente come moneta sonante anche se con le ultime legislazioni ne è stata limitata la portata.
Un altro titolo che ha un valore e’ l’azione. Sostanzialmente è un pezzo di carta che garantisce una parte di una società.
Se io possiedo delle azioni della Ford posso restituirle alla stessa in cambio del valore che ha la Ford in quel momento.
Se ne ho abbastanza al posto di un controvalore monetario mi restituiranno l’intera società, in pratica ho fatto una scalata e ho tolto dalla borsa il titolo (Dell).
In pratica si potrebbero utilizzare tranquillamente le azioni della Ford o di Google al posto della moneta che si utilizza tutti i giorni.
Mi dia un caffe!
Le costa una cariplo e 2 canistracci oil.
In genere però si tende ad evitare questo tipo di scambio per una ragione molto semplice: le società per quanto grosse siano possono svanire e il valore dei foglietti di carta ha poca inerzia rendendo effimero il valore: alcune volte in una settimana ci sono dei titoli che guadagnano e perdono anche il 10% senza che siano considerati problemi.
Quanto vale in azioni Microsoft un chilo di patate domani mattina è difficile da comprendersi.
A questo punto nasce la moneta moderna che viene gestita dal governo.

l boom che si sta registrando in questi giorni delle monete elettroniche fa si che si può tranquillamente affermare, anche dal punto di vista tecnico, che il bitcoin in sia di fatto uno schema ponzi.
In realtà io non ho mai trovato lo schema di Ponzi una cosa così tremenda, ci sono modi peggiori di scommettere.
Il problema dello schema di Ponzi consiste nel fatto che lo scommettitore generalmente è posto all’oscuro dell’esistenza dello schema stesso: pensa di investire in borsa e invece investe in una piramide.
Allo stesso modo se io pensassi di investire in un TIR e mi ritrovo una bicicletta è un problema.
Se mi investono e’ meglio la bici :
Lo schema di Ponzi a mio parere è assoggettabile alla roulette, alla schedina, a certe marche di aspirapolveri porta a porta e altrettante realtà che esistono nella nostra società civile.
Se si vuole giocare per scommettere su quando esplodera’ il ponzi e’ OK.
Se uno pensa di giocare a tresette e invece gioca a ponzi e’ KO.
Lo stesso problema avviene con le monete elettroniche: il chiamarle monete e’ un storitelling che presuppone che sia un mezzo di acquisto certificato & stabile.
E questo, come abbiamo visto, non è vero.
Esistono però delle cose che aggravano la bolla che si sta creando, quello che Wikipedia descrive molto bene come follia collettiva.
Come tutti gli schemi di Ponzi che si rispettino il valore del titolo sottostante aumenta drasticamente non per un valore intrinseco ma per la quantità di investitori che entrano sul mercato.
Questa fiammata ha portato il valore del Bit-coin ad un valore di picco di 40.000 dollari.
La cosa drammatica è che rispetto agli schemi di Ponzi classici dove gli investitori erano una decina, un centinaio o al piu’ un qualche migliaio, in questo caso parliamo di decine di milioni di investitori. Forse si arrivera’ ai miliardi di partecipanti.
Questa differenza sostanziale a delle conseguenze importanti su quello che sarà il percorso verso l’esplosione della bolla.
Più persone ci sono più il valore tenderà a crescere di più prima di collassare.
Più persone ci sono in ingresso più l’eventuale uscita non causerà la depressione del titolo perché sarà ampiamente compensata da coloro i quali invece entreranno.
Come tutti i Ponzi la crescita e’ sostenuta.
In pratica si sta creando la tempesta perfetta che esploderà solamente quando gruppi di persone delle dimensioni degli stati cominceranno rendersi conto che qualcosa non funziona.
Vedremo che questo potrebbe avere degli orizzonti ben precisi.
Se non siete ancora convinti del confronto ponzi vs moneta elettronica vediamo quali sono le tipicita’ della truffa di mister Charles.
Le caratteristiche tipiche del Carlo sono:
promessa di alti guadagni a breve termine;
da che mondo è mondo non esiste la possibilità di alti guadagni a breve termine perché vorrebbe dire che è possibile generare reddito, ovvero qualcuno che lavori per voi, senza far nulla.
Messa in altri termini: se da un rubinetto esce oro, perche’ esce solo per voi creando disparita’ di censo?
Anche le rendite finanziarie importanti consistono nel bloccare grandi capitali per grandi periodi di tempo.
Ottenimento dei guadagni da escamotage finanziari o da investimenti di “alta finanza” documentati in modo poco chiaro;
anche in questo caso le monete elettroniche intesi come investimento o guadagno nella mente degli utilizzatori non ha un motivo logico e chiaro:
Perche un bitcoin dovrebbe valere 10 volte piu’ di un’anno fa?
offerta rivolta ad un pubblico non competente in materia finanziaria;
basta fare un giro sui forum per capire che la maggior parte di coloro i quali hanno investito in monete elettroniche non ha la benché minima idea di che cosa sia la materia e come funzioni. Generalmente pensano che sia una specie di corsa all’oro dove siccome sono loro gli unici furbi basta mettere pochi soldi per diventare ricchi.
investimento legato ad un solo promotore o azienda.
L’investimento è tipicamente di una singola entità, che di volta in volta può chiamarsi come bit Coin piuttosto che monero, ma è comunque un “investimento” mono ramo di un singolo valore.
Siete ancora convinti che non sia un charels ponzi the original (TM)?
Adesso andiamo ad analizzare la parte tecnologica sottostante alla moneta più diffusa, quella che probabilmente crescerà di più perché più affermata.
Notate che gli altri sono praticamente delle copie.
Il bit-coin nasce in maniera che sia abbastanza deflattivo, probabilmente la scelta di design nasce con l’idea errata che una moneta che sale di valore è molto interessante (vallo a dire ai giapponesi).
In realtà è interessante solo per attirare il pubblico; è una buona mossa di marketing.
Alla deflazione contribuisce anche lo smarrimento della moneta.
Se poi smarrite 10.000 euro prima o poi qualcuno ritrova li spende e dal punto di vista del sistema della moneta non cambia nulla.
Non capita spesso che mettiate 200.000E in un frullatore.
Perdere invece dati su un hard disk oppure buttarlo nella spazzatura per errore provoca l’inaccessibilità al controvalore.
Ci sono diversi siti che promettono di ritrovare la password del vostro portafoglio, segno evidente che perdere la pass equivale a mettere nel frullatore il contenuto non e’ una rarita’.
Secondo un’analisi almeno il 10% di tutti i bit-coin sono stati probabilmente persi.
Altro aspetto per il quale la moneta è deflattiva, portando con sé sventura, è il fatto che tutte queste monete prevedono che più hardware mina più e’ difficoltoso ottenere un risultato.
Abbiamo già visto che minare si intende rispondere ad un indovinello la cui risposta e’ sostanzialmente la valuta.
In realtà esiste un motivo per cui si deve minare: confermare le transazioni.
Alla fine, non esiste un server i una banca centrale ma QUALCUNO LO DEVE FARE, no?
Le monete hanno, di conseguenza, tutto un sistema per il quale viene retribuito il costo, energetico e di hardware, necessario alla gestione delle transazioni in
questo viene reso più difficile o più facile a seconda della quantità di hardware disposto a farlo.
In pratica se nessuno mina sarà facile minare e verranno date tante monete digitali al minatore.
Se minano in tanti, per evitare sia la svalutazione bestiale sia un eccesso di hardware, la CPU necessaria per scoprire nuove monete e contemporaneamente certificare i movimenti verrà resa elevatissima.
In un mondo ragionevole potrebbe essere giusto.
Probabilmente l’inventore dei bit coin non si aspettava tutto questo.
Probabilmente immaginava un mondo perfetto, nel quale una piccola quantità di persone erano disposte a spendere energia elettrica per garantire il funzionamento di tutto il sistema.
Qualora fossero diventate un numero in eccesso avrebbero lasciando perdere perché non conveniente.
Cosi’ avrebbero mantenuto una quantità di minatori ad un numero idoneo a garantire il funzionamento del sistema seguendo in automatico anche la variazione di potenza dell’HW.
Quello che non poteva immaginare è una follia collettiva che ha portato, per via di facili guadagni veri o presunti, a minare comunque e sempre.
Questo non è una caratteristica della singola moneta ma è un dispositivo che è obbligatorio in qualsiasi moneta elettronica che nasce dal nulla.
Nulla infatti contribuisce a determinare un valore e dare una distribuzione: facciamo un gioco, un indovinello…
Il fenomeno smette di funzionare correttamente quando la moneta elettronica in questione comincia ad avere dei valori impressionanti e soprattutto un tasso di crescita del valore presunto a tre cifre.
Inizialmente si minava con un semplice pc.
Poi sono arrivati gli algoritmi che giravano sulla scheda grafica.
inoltre si è passati a costosi processori specializzati nati solo per questo motivo.
infine le farm hanno monopolizzato la cosa
Il salire di prezzo della valuta è stato il motore di questa situazione.
Questa escalation di potenza necessaria ha portato a due grossi problemi.
Il primo problema è che oggi per minare è necessario avere un hardware specializzato.
Il costo minimo per iniziare a minare si può tranquillamente definire in oltre 3000 dollari ma comincia a diventare interessante solo per cifre nettamente superiori, soprattutto quando si parla della moneta più diffusa.
L’effetto collaterale di tutto ciòè che la presunta decentralizzazione delle monete elettroniche che dovrebbero porsi fuori dagli Stati o qualsiasi entità come una banca che per minare oggi è necessario spendere dei capitali che un privato cittadino non avrà mai.
È un destino di qualunque moneta elettronica con queste basi, praticamente tutte, che appena diventa interessante gestirle verranno gestite solo ed esclusivamente da chi può fare grossi investimenti. L’algoritmo, nelle condizioni odierne, falcia qualsiasi tentativo di un privato che voglia mettere su qualcosa nel box di casa con pezzenti 2000$ di HW.
In pratica il bit coin viene quasi esclusivamente minato da grandi aziende.
Saranno contenti i maniaci che potranno dire che anziché essere in mano a delle banche del proprio paese oggi sono in mano ad aziende così scrupolose che fanno dormire per terra i propri dipendenti sottopagati.
Visto che lo scopo era di una moneta sovrannazionale fara’ un pochetto male ai propugnatori della monete “libBera” sia minato per un 82% in cina ma soprattutto per il 25% da una singola “azienda” cinese e per il 15% da una singola in russia.
Come era la storia della padella e della brace?
In pratica il bitcoin (ma vale anche per eth, litecoin e soci) passa da essere controllato da una banca centrale a sua volta sotto i riflettori di entita’ sovrannazionali e globali a una manciata di aziendine cinesi.
A me non sembra molto OK, no?
Inoltre si e’ a lungo dibattuto in passato sul fatto che chi ha una presenza di oltre il 10% del mining di fatto possiede la moneta e potrebbe anche barare.
Qui con due sole “aziende” abbiamo il 40%.
Altro regalo della rampa necessaria a disincentivare l’eccesso di hardware, ma come abbiamo visto ne ha invece favorito il contrario, è stato che questo hardware per funzionare ha enormi necessità energetiche.
Il solo bit Coin ad oggi necessita per poter operare le transazioni correttamente, nel momento in cui scrivo, della bellezza di 24 tera wattora annui se fosse minato esclusivamente da prodotti hi-end.
In soldoni, se esiste in giro qualche scemotto che contribuisce con un PC, magari con piu’ di 6 mesi sulle spalle, potrebbe essere il doppio.
Oggi ci sono circa 300 monete elettroniche e alcune sono già entrate in pieno in una rampa così verticale che consumi non sono molto dissimili da quelli della moneta più diffusa o lo diverranno a breve.
Alcune vengono minate da attrezzature low-end quando non da java nei browser con rendimenti ridicoli (monero dice nulla?).
In virtu’ di queste considerazioni possiamo azzardare che le monete elettroniche ad oggi consumino circa 50 tera wattora all’anno almeno.
Si tratta di cifre enormi paragonabili a molti stati.
Quasi quanto la svizzera e piu’ della Grecia, per intenderci.
Alle cifre attuali italiane, consumer, energetiche sono 18 miliardi di euro solo per validare le transazioni.
Visto che il 60% dei bitcoin non sono mai stati ceduti vi e’ da chiedere di cosa stiamo parlando.
In pratica stiamo wastando l’energia prodotta da centinaia di centrali elettriche fra cui 4 nucleari e 1 a gas.
Dove sono quelli di greenpeace?
Al solito, non toccano le cose trendy ma si limitano ad andare in giro con il Ferrari.
se preferite metterla in automotive, sono il costo energetico previsto per le auto elettriche dal po in giu’.
È abbastanza divertente notare che la transazione costa grossomodo il valore contenuto.
Stupiti?
In pratica se io dovessi comprare un paio di scarpe con i bit coin il prezzo che sto pagando al server che mi garantisce la transazione è simile al valore delle scarpe stesse.
In pratica succede questo: se io pagassi le scarpe con una carta di credito che avesse le stesse caratteristiche succederebbe che il gestore della carta di credito per le mie scarpe da 20 euro renderebbe una commissione da 20euro.
La cosa strana è che nessuno sembra smenarci. Creazione di valore dal nulla?
SI, si chiama ponzi!
Questo succede perché la maggior parte di transazioni che avvengono nel mondo della moneta elettronica sono piccole cifre e il blocco di contabilizzazione non viene, al momento, pagato in percentuale ma un fisso.
Non esistendo un valore ancorato al mondo reale ma solo di “percezione” la sottrazione di valore non porta ad una svalutazione come invece dovrebbe.
Si stampa moneta ma la svalutazione scende.
Il pagamento del fisso avviene nella stessa moneta in cui ho pagato (es bitcoin su bitcoin).
In un mondo normale sarebbe una piccola percentuale del valore travasato mentre qua siccome l’80% del numero di monete non vengono utilizzate per pagare ma solo come “bene rifugio” tutte le transazioni sono di importo modesto mentre il valore di resa rimane lo stesso per permettere la diffusione della moneta.
Cosi’ (19+(1 di commissione))-20 che nel mondo reale delle monete “vere” o del mondo della VISA fanno 0 diventano:
(20+(20 commissione))-20= 0…+20 creati.
Ovvero 20 “cosi” dal nulla.
Il “nulla si crea e nulla si distrugge” e’ violato.
Il prossimo passo sara’ dire che 1+1=3.
Se questi risultati non vi sembrano strani provate a farvi delle domande.
L’abnorme richiesta energetica fa si non solo che queste aziende sono principalmente locati in quei paesi dove l’energia costa poco perché lo stato è poco presente come la Cina o il Brasile.
Ma sta anche significare che queste aziende, enormi capannoni, spesso si spostano da una regione all’altra alla ricerca del prezzo energetico più basso.
Capite che quando consumano megawattora come noccioline una differenza del 10% della fornitura elettrica potrebbe voler dire migliaia di euro al mese avanti indietro.
In pratica queste aziende sono spesso dotate di un enorme quantità di manodopera sottopagata che finisce meschinamente a smontare quello che è un enorme data center impacchettarlo, spedirlo a distanza migliaia di kilometri e rimontarlo in quella sede, spesso in mezzo ai topi e in condizioni igieniche discutibili.
In sud america se vi beccano ad usare l’energia elettrica, fornita a prezzo politico, con il minning possono anche arrestarvi.
Visto il grande movimento alcune banche hanno preparato dei derivati sul valore del bitcoin.
Inoltre sulle specifiche monete ci sono altri errori di design.
Uno per tutti che se dovesse venir usato il BTC all’interno di una piccola nazione pagare non sarebbe un affare di pochi decimi di secondo ma ore:
salve vorrei un caffe’
ecco un bit coin
si segga li 2 ore che attendo la transazione.
Va bene….
Ricapitolando
Le monete elettroniche scontano difetti di design che le portano ad essere mostruosamente instabili e deflattive.
La deflazione permette di imbarcare persone che spendono soldi “veri” per comprare moneta elettronica pensando che l’aumento del prezzo del bene sia un’investimento e sia una cosa buona.
Questo porta alla possibilita’ di usare HW ed energia particolarmente costosi per gestirli.
A sua volta L’HW potente causa la richiesta di HW ancora piu’ potente ma il tutto viene sorretto dal miraggio di vedere una crescita di valore infinita.
Il costo energetico sale in rampa nella stessa ragione del valore della moneta: gia’ ora siamo a livelli, di fatto, ridicoli.
Questi pochi master sono locati in posti dove la parola “legalita’” ha un significato diverso che da noi.
Ci sono migliaia di acquirenti di bitcoin &c tutti i giorni, ma nessuno che lo usa per pagare, tutti le conservano.
Di fatto non sono monete: lo dicono i possessori che le comprano per tenersele.
Questo fa si che e’ un mondo statico ma con fluttuazioni di valore stridenti.
Come fa una statua di marmo a correre?
Non e’ in discussione se la bolla esplodera’, chi non lo pensa e’ solo stolto, ma quando.
Perche’ se esplode adesso sono 100 miliardi, tanto, certo, ma non tantissimo a livello globale e principalmnte in cina (adesso sapete perche’ il governo cinese cerca di fermarla).
Se esplodesse fra 2 anni e’ gia’ un dramma ma se succede fra 5 mezzo pianeta sara’ alla ricerca di qualcuno a cui chiedere una testa.
Non vi ricorda tanto gli ignoranti che comprarono a caro prezzo le obbligazioni subordinate di banche dal basso valore?