Signori si nasce, Principi si diventa (basta pagare)

De Ficchy Giovanni

«Lo sa cos’è questo circolo, lo vuol sapere cos’è?

Ebbene glielo dico: è un letamaio, sì un letamaio!

Insisto!

E non gliel’ho detto prima lo sa perché?

Perché sono un signore e signori si nasce; e io lo nacqui, modestamente!».

Totò nel film capolavoro del 1960 Signori si nasce interpretava il barone “Ottone Spinelli degli Ulivi”, detto Zazà

Principi, duchi, conti e marchesi sono decaduti quasi 70 anni fa, ma il mercato dei titoli nobiliari , è ancora molto fiorente.

Il boom di nobili taroccati.

Con l’avvento della Repubblica nel 1948, nel nostro Paese i titoli nobiliari hanno perso ogni rilevanza legale, per effetto della XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana e «non costituiscono contenuto di un diritto e, più ampiamente, non conservano alcuna rilevanza: in una parola, essi restano fuori del mondo giuridico.

 Nonostante questa situazione, è indubbio che nel nostro paese vi è una fiorente attività di vendita di titoli nobiliari e cavallereschi

Sono tantissimi i millantatori che facendo leva sulla “fame da titolo” della gente, che mettono su associazioni con nomi che richiamano antiche titolazioni e che oggi ovviamente non esistono più e non riconosciute da nessuno.

Si stima infatti che almeno ventimila italiani l’anno siano disposti a sborsare, cifre considerevoli pur di avere l’illusione di “trasformarsi” in duca, conte, principe o visconte, barone,marchese o patrizio o cavaliere. 

Pur non valendo niente, il titolo c’è chi ancora lo ostenta e chi, non avendolo, cerca di acquisirlo fintamente alimentando un ricco mercato internazionale.

Sono sorti, circoli nobiliari a gogò, dove si radunano i neo blasonati.

Finti Registri nobiliari, annuari araldici, dove insieme a qualche vero nobile, ve ne sono censiti molti finti.

Vi sono molti studi di consulenza araldica, pronti a ricostruire il vostro albero genealogico, o a scovare il blasone della Vostra illustre casata.

“Ancora più ricercati sono gli ordini cavallereschi” , ci dice un esperto.

 Prima di proseguire, è bene chiarire subito che l’Ordine dei Templari, non esiste più!

Evidentemente proprio per venire incontro alla grande richiesta di “cavalleria”, di titoli nobiliari e di diplomi, alcuni gentiluomini molto attenti alle richieste del mercato, hanno pensato di dare vita ad ordini cavallereschi fasulli che, con il pagamento di forti cifre di danaro, offrono cerimonie dalla medioevaleggiante atmosfera, diplomi, mantelli e variopinte croci che, se sul momento appagano i sogni dei neocavalieri, successivamente lasciano l’amaro in bocca quando si scopre di essere stati insigniti di un ordine inesistente o privo di legittimità.

I casi sono i più svariati.

Sono stati creati ordini con nome e storia del tutto inventata.

In altri casi si è resuscitato un ordine sciolto molti secoli fa tentando, con false documentazioni di attestarne la sopravvivenza e la legittimità. 

Ci sono gruppi che si riuniscono ma non sono riconosciuti da nessuno e comunque l’ordine, per quanto glorioso possa essere stato, è stato soppresso dalla Santa Sede. 

Cadere nel tranello è davvero facile, pseudo ordini che promettono titoli, mantelli, fasce e collari vari: tutta roba inutile.

Il 16 ottobre del 2012, la Segreteria di Stato vaticana ha rilasciato una nota che recita così: “Oltre ai propri Ordini Equestri (Ordine Supremo del Cristo, Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), la Santa Sede riconosce e tutela soltanto il Sovrano Militare Ordine di Malta – ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta – e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e non intende innovare in merito”

“Tutti gli altri Ordini – continua – di nuova istituzione o fatti derivare da quelli medievali – non sono riconosciuti dalla Santa Sede, non potendosi questa far garante della loro legittimità storica e giuridica, delle loro finalità e dei loro sistemi organizzativi.

Ad evitare equivoci purtroppo possibili – conclude la nota – anche a causa del rilascio illecito di documenti e dell’uso indebito di luoghi sacri, e ad impedire la continuazione di abusi che poi risultano a danno di molte persone in buona fede, la Santa Sede conferma di non attribuire alcun valore ai diplomi cavallereschi e alle relative insegne che siano rilasciati dai sodalizi non riconosciuti e di non ritenere appropriato l’uso delle chiese e cappelle per le cosiddette “cerimonie di investitura”.

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