La missione di San Nicolò D’ Arcidano della Chiesa Ortodossa Italiana e la Slava


Qualche giorno fa Mons. Roberto Pinna Corepiscopo del Decanato della Sardegna, accompagnato dai lettori Mario Macis e Patrizia Pisu, ha avuto l’ onore di partecipare alla Slava della Famiglia Milanovic. Sabrina, mediatrice culturale e animatrice della comunità Serba e Bruno e tutti i circa 30 familiari ed amici hanno condiviso con il nostro Clero il piacere di celebrare la loro festa.
Questa ricorrenza viene chiamata Slava. La parola significa celebrazione, onore, gloria. La Slava è un antica usanza dei serbi ,che non ha le origini certe, “esclusivamente serbo-ortodossa e popolar-ecclesiastica festa familiare”. Vi erano anche i casi dei festeggiamenti nei Bulgari, Romeni, alcuni croati, albanesi ortodossi, ma si sono tutti estinti nel tempo. Ora soltanto i serbi festeggiano la festa del Santo protettore della famiglia. E quella della famiglia Milanovic è San Giovanni Battista. Ma un giorno all’anno in particolare, la Famiglia fa i suoi ringraziamenti al signore per la salute, la pace nella famiglia e nel mondo, la richiesta del perdono per i peccati commessi, la preghiera per i morti e la richiesta per il futuro tramite questo mediatore familiare che il Santo rappresenterebbe.L’icona che rappresenta il Santo è di solito messa nel posto più importante della casa, ben visibile. Si deve festeggiare sempre, in pace in guerra, se si è malati o sani, ricchi o poveri. Di solito si sta con la famiglia unita e si tramanda da padre al figlio primogenito maschio. Se si hanno le figlie, la figlia che resta a casa prende l’onore di portare avanti la slava. Ora però, la chiesa si è adattata alla realtà e permette il festeggiamento della Slava a tutti i membri della famiglia una volta che vanno via da casa o vivono lontano. La Slava rappresenta l’idea del mantenimento della propria identità e della propria fede a qualunque costo. Il rito mattutino della famiglia con il pope prevede la benedizione della casa e di ogni suo membro, la preghiera, e la benedizione del Slavski Kolac (il pane della Slava, spezzandolo in 4 e versandoci sopra il vino rosso. Ci devono essere presenti anche il koljivo (grano con il miele e le noci) che simboleggia la resurrezione dei morti ed il lungo cero acceso (la luce eterna) Si beve il vino rosso e la sljivovica (la grappa serba di prugna).Si possono portare i doni alla famiglia (cose semplici, simboliche). Ci si veste a festa, sia gli invitati che gli ospiti di casa. Il pasto è di festa, si mangiano tante specialità serbe per i giorni festivi, le sarme, il maialino arrosto, le torte etc.). Gli ospiti quando entrano a casa devono fare gli auguri all’Ospite di Casa dicendo: “Srecna Slava!” (Felice Celebrazione!). Alla festa sono invitati i familiari che non festeggiano lo steso santo, ovviamente, e gli amici più cari ma anche i non invitati devono essere accolti con la stessa gioia. .
Bellissima giornata di preghiera ma anche, dopo il rituale, di musica e di ballo. Il nostro Clero avrà ancora la Gioia di rincontrare questa bella comunità ,nei prossimi giorni ,per impartire i sacramenti del battesimo e della Cresima.
È stato bello spezzare e mangiare il loro pane, condividendo la loro gioia.

Di

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