De Ficchy Giovanni

Tutto cominciò con una riforma voluta dal centro sinistra, quella del Titolo V della Costituzione che è stato riformato con la l. Cost. 3/2001, dando piena attuazione all’art. 5 della C., che riconosce le autonomie locali quali enti esponenziali preesistenti alla formazione della Repubblica.
Per mè è fondamentale ribadire che l’Italia è una e indivisibile come dichiara l’Art. 5 ciò significa affermare l’indivisibilità dello Stato italiano in più Stati e quindi l’illegalità di ogni tentativo di rendere indipendente una parte dello Stato.
La repubblica, come recita la costituzione promuove il più ampio decentramento amministrativo, tale concetto, consiste nel trasferimento di determinate attribuzioni, prevalentemente deliberative, dalla sfera di competenza degli organi centrali dello Stato agli organi o enti locali.
L’autonomia differenziata prevede la possibilità per le regioni e gli enti locali territoriali di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento.
Si va dallo sport all’ambiente, passando per la salute e l’istruzione, o ancora il commercio, la cultura, l’energia e i trasporti.
Una sorta di regionalismo spinto e asimmetrico, a geometria variabile.
Di tale concetto se ne è parlato poco e spesso è rimasto un concetto fumoso, lontano dall’interesse del cittadino comune.
Invece i contenuti riguardano da vicino la concretezza delle nostre vite e rimanerne ai margini può farci correre il rischio di accorgerci della portata dei cambiamenti che introduce solo a cose fatte, quando le scelte politiche saranno già state prese.
L’autonomia sarà il volano, anche in termini di entusiasmo e partecipazione alla vita pubblica, che condivideremo con le nuove generazioni, con i ragazzi che vedono nel cambiamento del Paese le basi per costruire con orgoglio e passione il loro futuro.
Il Senato ha approvato in prima lettura il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata: 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astenuti.
Il provvedimento, ora, passa all’esame della Camera.
L’obiettivo del governo è arrivare all’approvazione definitiva prima delle elezioni europee di giugno.