De Ficchy Giovanni

Ma quali piante si possono coltivare in un sistema di acquaponica?
La scelta è ampia e dipende da vari fattori, inclusi il tipo di sistema, lo scopo della produzione e l’ambiente circostante.
L’acquaponica è un’arte del bilanciamento, che consiste nel lavorare entro un range di tolleranza che permette a piante, pesci e batteri di convivere in armonia e crescere nelle migliori condizioni possibili.
La chiave per mantenere questo equilibrio sta nella gestione dei parametri dell’acqua, tra cui l’ossigeno, il pH, la temperatura, l’azoto totale e la durezza dell’acqua.
Nel sistema di acquaponica, è possibile coltivare una vasta gamma di piante alimentari, come lattuga, cavolo nero, crescione, cetriolo, bietola, pomodori, peperoni, fragole, basilico e menta.
Nelle vasche dedicata all’acquacoltura invece sono possibili diverse soluzioni: dall’allevamento di pesci per il consumo alimentare all’allevamento di pesci ornamentali, passando per l’allevamento con finalità di ripopolamento faunistico.
Un metodo eco sostenibile che rispetta l’ambiente a cui è possibile associare la coltivazione di ortaggi stagionali, fondamentali per una corretta alimentazione.

Durante il loro normale processo di crescita, i pesci producono rifiuti, principalmente sotto forma di ammoniaca, che viene rilasciata nell’acqua.
La parola acquaponica deriva dal latino, dove il termine “acqua” aqua,-ae è ricondotto alla radice indo-europea ak- con il significato di piegare, viene poi a questo aggiunto pόnos con l’accezione di lavoro.
I Babilonesi utilizzavano tecniche agricole che ricordano quelle dell’acquaponica.
I loro giardini si basavano su grandi bacini collegati a ruote di legno che raccoglievano l’acqua dall’Eufrate e la facevano ricadere su livelli superiori, permettendo l’irrigazione e l’ornamentazione.
Con i loro giardini pensili, furono una delle sette meraviglie del mondo antico.

Edificati intorno al 590 a.C. sono stati i primi a utilizzare tecniche agricole che ricordino quelle fuori suolo.
Per spiegare, alla base dei loro giardini, vi erano grandi bacini che ricevevano l’acqua dall’Eufrate.
Ai bacini erano connesse delle ruote di legno (Noria).
Quando le ruote venivano azionate, queste ultime si riempivano d’acqua che veniva poi convogliata in un collettore sino al piano superiore.
Il procedimento si ripeteva fino a raggiungere il livello più alto.
Qui si trovava una cisterna da cui l’acqua poteva facilmente essere ridistribuita a tutta la superficie dei giardini.
Lo scopo era a uso irriguo e ornamentale.

In Cina meridionale e in altre parti del sud-est asiatico, intorno alla nascita di Cristo, veniva utilizzata una tecnica chiamata “risaia con cornice” o “risaia brassica” [jiatian (架 田) o fengtian (葑 田)].
Questo metodo prevedeva l’allagamento dei campi per creare l’habitat adatto ad alcuni animali, mentre il riso e il foraggio erano le principali colture.
Venivano allevati il Loach Orientale, l’Anguilla e la Carpa, ma anche il Carassio (Pesce rosso) e le Lumache di stagno.
Mentre indubbiamente erano il riso e il foraggio a essere coltivati.