De Ficchy Giovanni
Esperto di Geopolitica

Gli investimenti cinesi in Africa si sono moltiplicati con la creazione di rotte terrestri e marittime che collegano la Cina con l’Africa.
Con la Belt & Road Initiative (BRI), la famosa ” Via della Seta”, che ha comportato dal 2013, l’utilizzo di oltre un milione di lavoratori cinesi, oltre al posizionamento di oltre 10.000 aziende, del Dragone cinese, nel continente africano, la Cina,al fine di tutelare i propri investimenti esteri, utilizza le compagnie militari private in maniera molto accorta per sorvegliare lo sviluppo degli ambiziosi progetti infrastrutturali legati al programma.

Da quando è iniziata la spinta di Xi per la costruzione di infrastrutture nel 2013, la loro sicurezza e la protezione di beni come miniere e progetti di gas naturale ,sono diventate una preoccupazione chiave per Pechino
Poichè, anche i lavoratori cinesi in Africa sono sempre più presi di mira dalle bande criminali per i rapimenti.
L’afflusso di lavoratori cinesi ha suscitato risentimento tra le popolazioni locali, poiché vengono percepiti come una sottrazione di preziose opportunità di lavoro.
Gli interessi cinesi in Africa hanno subito minacce derivanti da conflitti con la criminalità organizzata locale, come il commercio illegale di animali selvatici, di cui in molti casi fanno parte anche cittadini cinesi, i rapimenti, i conflitti civili, gli attacchi terroristici e la pirateria.
La sicurezza dei suoi beni e dei suoi cittadini, così come la protezione delle rotte marittime, minacciate dalla pirateria lungo le coste africane, hanno fornito alla Cina un pretesto per “interferire” in Africa attraverso le sue società di sicurezza private.
Chiaramente esiste un’enorme differenza tra le società di sicurezza cinesi e aziende come il Gruppo Wagner , che il Tesoro americano ha designato come “organizzazione criminale transnazionale” , o addirittura la disonorata e sciolta la società americana Blackwater, che ha commesso abusi durante la guerra in Iraq. .
Infatti tutte le società di sicurezza private cinesi non sono affatto private, le leggi in Cina sono molto chiare, lo stato deve avere un interesse di partecipazione in tutte le società di sicurezza.
La maggior parte degli appaltatori cinesi della sicurezza , ad eccezione di quelli coinvolti in missioni di scorta marittima destinate a proteggersi dai pirati , sono strettamente controllati e non possono nemmeno essere armati.
Spesso collaborano con attori locali, stabilendo accordi con milizie e gruppi paramilitari per fornire una forza deterrente.
C’è però da sottolineare che la dipendenza dalle milizie locali e dai gruppi paramilitari per la sicurezza potrebbe potenzialmente conferire potere a questi gruppi, portando a una dinamica di potere instabile che potrebbe compromettere la governance e la sicurezza locale.

L’utilizzo delle Compagnie Private è uno stratagemma intelligente della Cina per mantenere una presenza militare discreta in Africa ed evitare di essere vista come un’altra potenza coloniale.
Il fenomeno segna un cambiamento significativo nel modo in cui vengono affrontati la sicurezza e la risoluzione dei conflitti.
Queste entità, che operano all’intersezione tra efficienza militare e impresa privata, stanno così rimodellando il quadro della sicurezza in tutto il continente.
Secondo il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sui mercenari, la natura dei conflitti attuali e il coinvolgimento delle compagnie militari e di sicurezza private compromettono l’attuazione dei trattati multilaterali.
Inoltre questo tipo di Imprese non rientrano specificamente e facilmente nell’ambito delle procedure penali internazionali.
Le compagnie militari private infatti sfuggono alla responsabilità che si applica alle forze armate regolari
È fondamentale che le parti interessate si impegnino in un dialogo costruttivo, sviluppino quadri normativi completi e garantiscano che le attività delle Compagnie Private , siano in linea con gli obiettivi più ampi di stabilità, sviluppo e dignità umana.