L’America è stato un motore dell’integrazione europea, intenzionalmente o meno

De Ficchy Giovanni

George Frost Kennan è una delle figure chiave della politica americana durante la Guerra Fredda. 

E’ stato il padre della politica del containment ed è stato l’autore del “lungo telegramma”, un documento di 5.300 parole inviato da Mosca a Washington, in cui indicava la strategia da seguire nelle relazioni diplomatiche con i rivali comunisti.

Kennan era un civile che elaborava politiche consapevoli che l’azione militare era solo uno dei mezzi attraverso i quali la politica continuava.

Per ironia della sorte, Kennan era profondamente innamorato della Russia,  “Nessun americano parlava russo come George”, dicevano i suoi colleghi.

Mikhail Gorbachev, che incontrò Kennan nel 1987 a Washington, DC , gli disse: “Noi nel nostro paese crediamo che un uomo possa essere amico di un altro paese e rimanere, allo stesso tempo, un cittadino leale e devoto; e questo è il modo in cui ti vediamo.”

Gli Stati Uniti, dopo la fine della seconda guerra mondiale, si trovavano di fronte a nuovi pericoli che la sola forza militare non poteva mitigare, e come tali “risorse politiche, economiche, ideologiche, intellettuali e morali” sarebbero state necessarie in pace come lo erano in guerra.

Kennan probabilmente ha svolto un ruolo più importante nel plasmare la visione degli Stati Uniti di una grande potenza straniera, e quindi delle nostre relazioni con quella potenza, rispetto a qualsiasi altro americano nella storia moderna.

 La sua eredità principale: consigliare agli americani il modo migliore per frenare la minaccia sovietica.

Il diplomatico è stato anche uno dei politici statunitensi che hanno favorito la nascita dell’Unione europea.

«Speravamo di costringere gli europei a pensare come europei e non come Stati nazionalisti», disse una volta.

Il Congresso è favorevole alla creazione degli Stati Uniti d’Europa”.

Il Piano Marshall, un torrente di finanziamenti postbellici per il continente paralizzato, venne realizzato a condizione che i paesi europei si fondessero insieme. 

Nel Dopoguerra molti esponenti della politica americana lavorarono per accelerare il processo di integrazione nel Vecchio Continente, anche se per parlare di Unione europea vera e propria ci sarebbero voluti alcuni decenni.

L’influenza statunitense nella formazione di un’Europa unita è stata sottolineata dall’Economist, che spiega perché l’attuale Unione europea può essere considerata una creazione americana tanto quanto una creazione europea.

«Dal Big Mac alla bomba nucleare, l’elenco delle conquiste americane del XX secolo è lungo. In un periodo di straordinarie invenzioni, l’America ha donato all’umanità il volo, la supercolla, il rock and roll, il razzo Saturn V, le Pop Tarts e Internet.

Un’innovazione americana di quest’epoca invece riceve molta meno attenzione: l’Unione europea», scrive la rivista britannica. 

L’ UE è una creazione americana, tanto quanto europea. 

Oggi però l’integrazione europea non rispecchia proprio il modello di governance americano. 

«l’integrazione europea è un sottoprodotto della politica americana: la predominanza delle realtà nazionali nel processo decisionale, come l’imposta sulle società, vengono lentamente storpiati nelle questioni europee grazie all’azione americana.

Sono stati gli Stati Uniti, ad esempio, a spingere per la global minimum tax per le grandi imprese: questo ha contribuito ad avvicinare l’Unione a una politica fiscale comune più di tanti anni di macchinazioni a Bruxelles».

«L’Unione europea è ancora lontana dalla federazione fatta a immagine e somiglianza dell’America immaginata da Kennan, Truman e Marshall.

La crisi della zona euro del 2008 ha lasciato perplessi gli americani, che non capivano come un’economia piccola come la Grecia potesse far saltare in aria il progetto di integrazione.

All’inizio del secolo si parlava dell’euro come di un rivale del dollaro.

Il quasi collasso dell’euro un decennio più tardi mise fine a quell’idea».

Washington ha bisogno di un’Unione europea più indipendente, anche se questo può comportare dei rischi,sostanzialmente per le stesse ragioni di sessanta o settanta anni fa.

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