“Chiesa in uscita” se un gruppo pseudoreligioso arriva a rovinare una famiglia

Redazione

Riportiamo integralmente la lettera di una docente che abbiamo rinvenuto su una nota rivista di intrattenimento

Sono una docente della scuola secondaria superiore. Scrivo perché il padre di mio figlio è completamente traviato da Alessandro Minutella (nella foto sopra) e dal suo gruppo di sedicenti cattolici.

Manipolato da loro, ha perso ogni autorevolezza nei confronti del figlio, che lo guarda stupefatto.

Quest’uomo, da ciellino e con una formazione rigorosa cattolica, si è trasformato in un minutelliano convinto, prega in latino seguendo messe false on line, parte per fantomatici ritiri, purtroppo frequenti, e legge libri di Minutella.

Per questa sua ossessione non ha partecipato neppure alla Messa del funerale di suo padre.

È rimasto fuori, sul sagrato, senza pensare minimamente a suo figlio, che, peraltro, ha perso due nonni in pochissimo tempo.

Il funerale in Chiesa pare non sia “lecito” per Minutella. 

Ovviamente non vuole che si sappia in giro di questa sua adesione, perché sostiene che ci sia un complotto massonico contro tutti i minutelliani. Inoltre, su Telegram e su Facebook sono trasmesse dirette di sue false messe o di altre persone vestite da preti.

Riti celebrati in alberghi che mi fanno venire i brividi, con ragazzini portati – immagino – da genitori completamente caduti in trappola. 

Minutella ogni poco cita il diavolo.

Ogni post su Telegram è seguito da una richiesta di donazioni. 

Ma come vengono usati quei soldi?

Da docente e da madre mi chiedo come sia possibile che un tale personaggio possa impunemente celebrare messe, come possa indossare abiti talari, come sia possibile che abbia una comunità a Palermo e come mai la Chiesa ufficiale o le autorità giudiziarie non possano fare nulla contro di lui.

La testimonianza di questa donna, moglie e madre di famiglia, è un monito di quanta sofferenza possa portare nelle famiglie la piaga del fanatismo pseudoreligioso, praticato da gruppi che ingaggiano seguaci, spesso riducendoli in stato di soggezione.

A volte si arriva al plagio e alla manipolazione del santone di turno, che si proclama profeta di una verità solo a lui rivelata. Minutella sostiene sulla base di presente locuzioni interiori di essere chiamato a smascherare le “finte” chiese attraverso una critica ossessiva contro di loro. 

Non è raro che i “guru” fondino comunità destinatarie della “vera” rivelazione.

 Naturalmente, il tutto condito di complottismo, un piatto che oggi vediamo servito in tante salse, il collante giusto per mettere insieme le più improbabili idiozie e dare alla visione del mondo che ne esce una parvenza di verosimiglianza, buona per persone fragili e alla ricerca di comunità rassicuranti, che offrano soluzioni facili e immediate ai propri problemi e a quelli del mondo.

Gli effetti sono noti: straniamento dalla realtà, allontanamento dagli affetti più cari, forme di religiosità ossessive. Ne parla, pur in un contesto del tutto diverso (il recente caso del duplice omicidio a Palermo), don Aldo Buonaiuto, un vero esperto in materia, nella rubrica “Chiesa in uscita” a p. 12.

Quanto ad Alessandro Minutella, il 13 novembre 2018 è stato pubblicato sul sito dell’Arcidiocesi di Palermo un comunicato in cui vengono ufficializzate le scomuniche a lui comminate dal suo vescovo, monsignor Corrado Lorefice, per eresia e scisma.

Successivamente, il 13 gennaio 2022, il Papa lo ha dimesso dallo stato clericale (per cui è scorretto l’uso del “don” davanti al suo nome).

In una parola: questa persona è fuori dalla Chiesa.

Cosa ha fatto (e continua a fare) di così grave un uomo che, pure, ha diversi titoli accademici di importanti istituzioni ecclesiali conseguiti durante la sua formazione sacerdotale?

Da parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, nella periferia del capoluogo siciliano, ha assunto atteggiamenti di drastica rottura con la gerarchia ecclesiastica, con il suo vescovo e con papa Francesco, accusato quest’ultimo di portare avanti una linea di apertura verso le altre confessioni cristiane, le altre religioni (argomenti sui quali dai tempi del Concilio Vaticano II la Chiesa sta facendo un grande cammino di riconciliazione e dialogo), gli omosessuali e la comunione ai divorziati risposati (materia, quest’ultima, trattata da Amoris laetitia).

Contesta, inoltre, la valida elezione di papa Bergoglio al soglio pontificio, riconoscendo come “vero” papa il defunto Benedetto XVI.

 In questo modo – incorrendo nella scomunica – ha rotto quella comunione spirituale che nella Chiesa di Cristo deve esistere con i propri legittimi superiori, da cui ogni sacerdote riceve la sua autorità canonica e spirituale.

Cosa fare, dunque?

L’autorità pubblica non può impedire riunioni in cui vengono fatte conferenze o celebrati dei riti né la predicazione online, almeno fino a quando non vengano commessi reati (ricordo che il reato di plagio è stato abolito nel 1981).

Il diritto costituzionale di libertà d’espressione è garantito a tutti.

 Diversi vescovi, dal canto loro, in previsione del suo arrivo in qualche località, hanno fatto quello che è in loro potere e dovere fare: vietargli l’uso degli spazi parrocchiali e invitare i fedeli a non frequentare incontri con questo ex sacerdote scomunicato.

Il monito, dunque, è di guardarsi da ogni forma ossessiva di vivere la religiosità.

E, quando vi sono dubbi su questioni di fede e di morale, cercare di documentarsi da fonti attendibili e provate, per non cadere in visioni false e ingannevoli che popolano anche il mondo del web.

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