De Ficchy Giovanni

Assistiamo in questi giorni alla Convention democratica, che ha incoronato Kamala Harris ,quale candidata ufficiale alla Casa Bianca, giornalisti e comunicatori, si sforzano di mostrare entusiasmo.

Con un background unico – figlia di una ricercatrice indiana di casta bramina e di un economista afro-giamaicano – Harris sembrava incarnare il sogno americano e la diversità tanto celebrata dai democratici.

Tuttavia, il suo percorso politico si è rivelato più complesso del previsto. 

Le critiche sulla sua gestione dello staff, unite a gaffe mediatiche, hanno offuscato periodi di sua brillantezza politica.

Kamala Harris che come Vicepresidente, non è mai riuscita a conquistare i favori di establishment e elettori, non può avere più chance di battere il repubblicano scatenato alle elezioni del prossimo novembre. 

Al centro dell’agenda di Harris, la questione dell’immigrazione ha dominato i titoli dei giornali.

Incaricata di gestire la crisi al confine con il Messico, non ha avuto un risultato positivo, criticata anche dalla sinistra del suo partito.

L’insicurezza sul controllo delle frontiere spaventa i ceti popolari, anche se di origine straniera.

Inoltre la manodopera clandestina fa una concorrenza sleale sul mercato del lavoro che impoverisce proprio black e latinos.

La Harris qui è vulnerabile da tutti i lati.

E come dice la propaganda repubblicana: «Se ha fallito miseramente sull’unico dossier a lei affidato, figurarsi se dovesse governare tutto il resto, dall’economia ai destini del mondo».

Per finire lo svantaggio principale della Harris è che il passaggio semiautomatico è gestito dall’establishment del partito, conferma il sospetto che il partito democratico sia manovrato dalle élite.

La Harris tanto è sacrificabile.

Una paladina della dottrina woke messa li a fare da specchietto per le allodole per qualche voto omosessuale e ambientalista.

Perderà e pazienza.

Avrà tutte le scuse del mondo per giustificarsi.

I pezzi grossi dei Dem col piffero che rischiano una campagna così, dell’ultima ora.

Aspetteranno 4 anni e poi metteranno in campo Michelle Obama.

Avrebbero sacrificato Biden, ma era andato troppo in là, è malato e si vedeva da lontano e da tanto tempo e non era in grado nemmeno di tenere la bandiera da perdente.

Sarebbe stato un insulto per l’elettorato proporre un presidente per 4 anni non in grado nemmeno di tirare 4 mesi.

La Harris se la possono giocare, tanto non se la fila nessuno dei grossi.

Se perde pazienza, era già tutto scritto.

Di Admin

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