De Ficchy Giovanni

In Turingia e in Sassonia, quindi, sarebbe boom dell’ultradestra.
Già i sondaggi della vigilia prevedevano una sconfitta per la coalizione di governo guidata dal cancelliere Olaf Scholz e l’affermazione dell’Afd, partito di estrema destra.
E soprattutto la coalizione di governo non fa neanche la metà dei voti di questa formazione.
Infatti i partiti del governo del “semaforo” guidato da Olaf Scholz incassano una batosta in Turingia: la Cdu è seconda con il 24,5%, Bsw è terzo con il 14,7, la Linke prenderebbe l’11,7%, l’Spd del cancelliere il 6,6% e i Verdi il 4. In Sassonia la Cdu è in testa con il 31,9%: segue a un soffio l’Afd con il 31,3%, poi Bsw con l’11,6%, l’Spd con il 7,8%, i Verdi al 5,2% e la Linke al 4,5%.
“Un risultato storico. È chiaro che la gente vuole un cambiamento”, ha detto il leader nazionale di Afd Tino Chrupalla.
Ma il partito rischia di essere isolato: nessuno ha mostrato interesse a formare una coalizione.
Con i numeri usciti dalle urne, la partita politica nell’est non è affatto conclusa e il clima di incertezza si farà sentire anche a Berlino, destabilizzando un governo, quello semaforo del cancelliere Olaf Scholz, già da tempo ritenuto da molti troppo precario.
«Non abbiamo raggiunto dei buoni risultati e non siamo contenti alla Willy Brandt Haus», ha ammesso il segretario generale dell’Spd Kevin Kuehnert, «ma siamo riusciti ad evitare quello che noi temevamo e alcuni speravano: e cioè che per la prima volta uscissimo dai Laender».
I socialdemocratici, ha annunciato Kuehnert, reagiranno facendo sentire di più il profilo del partito al governo: «Non ci faremo più provocare da altri che sono usciti rumorosamente dai parlamenti».
Il riferimento è ai liberali, che hanno ottenuto l’1% in entrambe le regioni.