L'approccio sociologico e ambientale, come suggerito dalla Scuola di Chicago, dimostra che le dinamiche di criminalità sono fortemente influenzate dal contesto urbano.

Giovanni De Ficchy

Criminologo

Il tema dell’abbandono urbano in Italia è indubbiamente una questione complessa e multifattoriale, che richiede un approccio integrato per affrontare efficacemente le sfide che presenta.

Le aree degradate non solo compromettono la sicurezza dei residenti, ma possono anche generare un ambiente propizio alla criminalità e all’emarginazione sociale.

L’implementazione di strategie di riqualificazione urbana, ispirate dalle teorie criminologiche moderne, offre una possibilità concreta di migliorare la situazione.

La proposta di riutilizzare edifici e spazi abbandonati per scopi pubblici, come scuole, ospedali e centri sportivi, rappresenta una visione lungimirante.

Questi luoghi non solo rivitalizzerebbero fisicamente i quartieri, ma promuoverebbero anche coesione sociale e inclusione, specialmente per le fasce più vulnerabili.

Creare occasioni di socializzazione e coinvolgimento attivo dei cittadini è cruciale per instillare un senso di responsabilità collettiva.

L’approccio sociologico e ambientale, come suggerito dalla Scuola di Chicago, dimostra che le dinamiche di criminalità sono fortemente influenzate dal contesto urbano.

La teoria delle “Broken Windows” evidenzia l’importanza di mantenere gli spazi urbani in buone condizioni: un ambiente curato è meno suscettibile a comportamenti devianti.

In questo senso, il coinvolgimento delle comunità e la presenza attiva delle autorità sono essenziali per creare un’atmosfera di sicurezza e cura.

Costruire alleanze tra le forze di polizia, le istituzioni locali e i cittadini è fondamentale per promuovere una cultura della responsabilità condivisa.

Quando le persone si sentono parte attiva della loro comunità, sono più motivate a contribuire alla sua manutenzione e a difenderla da atti vandalici e criminali.

In conclusione, la rigenerazione delle aree abbandonate non solo migliora l’estetica e la sicurezza urbana, ma funge anche da catalizzatore per l’inclusione sociale e la coesione comunitaria. Investire nelle persone e negli spazi pubblici contribuirà a formare comunità più forti e resilienti, capaci di affrontare le sfide future.

L’attenzione all’edilizia e alla cura degli spazi urbani è un aspetto cruciale per costruire un ambiente di vita più sano e sicuro per tutti.

Il tema dell’abbandono urbano in Italia rappresenta una sfida significativa per le comunità e le amministrazioni locali.

Le aree in stato di degrado non solo minacciano la sicurezza e il benessere dei residenti, ma possono anche alimentare la criminalità, creando un ciclo di emarginazione e insicurezza.

La criminologia moderna offre strumenti e approcci per affrontare questa problematica, promuovendo una nuova visione di riqualificazione e rigenerazione urbana.

L’idea di riutilizzare spazi abbandonati per progetti di interesse pubblico, come ospedali, scuole e centri sportivi, offre una risposta efficace e lungimirante.

Attraverso la creazione di strutture accessibili e di opportunità per attività sportive, si può migliorare la qualità della vita e stimolare l’inclusione sociale, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione. La socializzazione e il coinvolgimento attivo dei cittadini sono elementi fondamentali per instaurare un senso di comunità e responsabilità condivisa.

L’approccio sociologico e ambientale della criminologia, come evidenziato dalla Scuola di Chicago, suggerisce che i crimini non si verificano in modo casuale, ma sono influenzati dalle caratteristiche delle aree urbane e dal contesto sociale.

La teoria della “Broken Windows” enfatizza l’importanza di mantenere gli spazi urbani in buone condizioni; un quartiere curato e ben mantenuto è meno suscettibile a comportamenti devianti.

Pertanto, la partecipazione attiva dei cittadini e la presenza visibile delle autorità sono cruciali nel creare un ambiente sicuro e accogliente.

Costruire sinergie tra le forze di polizia, le istituzioni e i cittadini è fondamentale per promuovere una cultura della cura e della responsabilità.

Le comunità devono sentire di avere un ruolo attivo nella valorizzazione del proprio ambiente e nella prevenzione del degrado.

Quando le persone si sentono parte integrante della loro realtà, sono più propense a contribuire alla sua manutenzione e a difenderla da atti vandalici o criminali.

In conclusione, la rigenerazione delle aree abbandonate può rappresentare un’opportunità non solo per migliorare l’estetica e la sicurezza urbana, ma anche per promuovere valori di inclusione e coesione sociale.

Investire nelle persone e negli spazi comuni contribuirà a formare comunità più forti e resilienti, in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro.

In Italia ci sono molte aree in stato di abbandono, di proprietà pubblica e/o privata, precedentemente utilizzate per costruzioni, coltivazioni, depositi e altri scopi collegati, diventate ricettacolo di pericolo sociale, criminale e ambientale.

Con lo studio e l’applicazione della moderna Criminologia, che prevede tra l’altro un approccio sociologico, si vuole promuoverne l’utilizzo per fini sociali e di interesse pubblico: di ospedali, scuole, luoghi di confronto e di ritrovo per giovani e no, impianti sportivi, parchi. 

Abbattere le barriere economiche, rendendo fruibili gli impianti sportivi e le aree verdi, occorre puntare decisamente sul valore formativo ed educativo dello sport sociale sui territori.

Così i valori dello sport diventano strumento di sviluppo e inclusione sociale,

promuovendo sinergie con gli attori del territorio.

Lo sport è, qui, strumento di inclusione sociale e occasione di accesso gratuito alle attività.

I destinatari rappresentano quella parte di umanità che versa in maggiori condizioni di svantaggio: categorie vulnerabili e soggetti fragili, tutte a rischio di emarginazione sociale.

Protagoniste: le persone di ogni età, esposte al rischio di dipendenze patologiche, di devianza o semplicemente di solitudine ed esclusione, come i migranti, i soggetti disabili.

Successivamente alla Scuola di Chicago a partire dagli anni 70, la criminologia si è fatta sempre più sociale e ambientale, le componenti geografiche e sociali hanno effetti sulla criminalità, la teoria fondamentale è chiamata la teoria “del funzionamento della criminalità nel tempo e nello spazio”, che ha spostato la visione sui micro-gruppi, che costituiscono la criminalità.

Idealmente hanno teorizzato lo svilupparsi dei crimini, legandoli ai componenti strutturali e urbanistici delle città nelle quali si sviluppano detti crimini.

Attraverso un approccio ambientalistico, suddividendo la città in aree, e classificandole secondo il valore degli affitti che venivano pagati.

I furti nelle abitazioni variavano a secondo del valore degli affitti che venivano pagati.

Le abitazioni più lussuose situati al centro della città vedevano una percentuale di furti inferiori a quelli dei confini con le aree periferiche, ai confini della città quindi erano più frequenti.

Con una banale analisi degli spazi verdi, delle aree verdi, che venivano usate dai ladri per scappare dopo aver commesso il furto.

Personalmente mi baso sulla teoria della “Broken Windows”, della finestra rotta, la possibilità di rubare diminuiva quando la propensione dello stato a prendersi cura e a sistemare l’estetica di un quartiere, ed aumentando lo Stato difendibile, facendo intendere ai cittadini che dovevano prendersi cura dell’ambiente, e fare fronte comune.

Le forze di polizia devono collaborare con le popolazioni della zona, proprio per prendersi cura dei luoghi dove vivono.

Una teoria molto interessante è questa, l’aspetto degli edifici deve essere curato, non vi devono essere quindi finestre rotte, scritte sui muri, il cittadino deve avvertire la presenza dello stato al suo fianco.

L’edilizia ha un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana e trascorriamo gran parte della giornata all’interno di edifici: a casa, al lavoro o durante il tempo libero.

Di Admin

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