Giovanni De Ficchy

La Moldavia ha appena affrontato un momento cruciale con il referendum sull’adesione all’Unione Europea, e sebbene il “Sì” sia passato per un soffio, questa vittoria rappresenta un chiaro segnale di come la popolazione del Paese sia orientata verso l’Europa e non più verso Mosca.
Ma non si può ignorare il contesto in cui questo voto si è svolto: la Russia ha fatto di tutto per interferire, destabilizzare e spingere verso la disinformazione, esattamente come ha fatto nel 2014 in Ucraina con le proteste di Euromaidan.
Questo paragone è fondamentale per smontare le narrazioni complottiste dei filoputin e per spiegare come questi eventi siano collegati e parte di un disegno più ampio del Cremlino.
L’Euromaidan in Ucraina fu un movimento popolare nato dalla volontà del popolo di integrarsi con l’Europa e di rifiutare la pressione russa, dopo che il presidente filorusso Viktor Yanukovych aveva tradito la promessa di firmare l’accordo di associazione con l’UE.
Il Cremlino rispose con violenza, annessione e guerra ibrida.
Mosca usò ogni strumento a sua disposizione, dai mezzi militari alla disinformazione massiva, per cercare di sopprimere le aspirazioni democratiche del popolo ucraino.
Ciò dimostra chiaramente che il regime di Putin non tollera alcuna forma di indipendenza politica o aspirazioni democratiche tra i suoi vicini.

In Moldavia, il Cremlino ha cercato di replicare lo stesso modello: campagne di disinformazione, finanziamento di movimenti separatisti come quelli della Transnistria e della Gagauzia, e persino il tentativo di influenzare il voto attraverso la corruzione e la paura.
Ma il referendum, sebbene passato per un margine stretto, dimostra che anche qui la voglia di Europa e di democrazia prevale sulle intimidazioni di Mosca.
I complottisti filoputin sosterranno che tutto questo è una “manovra orchestrata dall’Occidente” o una “provocazione contro la Russia”.
Ma la verità è un’altra: sia in Ucraina nel 2014 che oggi in Moldavia, ciò che è in gioco è la scelta sovrana di un popolo di decidere il proprio futuro.
Il rifiuto della sfera di controllo russa non è un complotto, ma una richiesta di libertà e di adesione ai valori democratici, un desiderio che la Russia non ha mai saputo rispettare.
La Moldavia, come l’Ucraina, ha dimostrato che nonostante le interferenze, la corruzione e le minacce, la volontà popolare di avvicinarsi all’Europa può ancora vincere.
E questo mette in luce un altro fatto importante: Mosca è sempre più debole nella sua capacità di controllare i vicini e mantenere la propria sfera d’influenza.