De Ficchy Giovanni

Credo che Trump abbia buone possibilità di vincere, certamente non per la sua persona, ma come reazione alla crisi americana attuale e alle continue difficoltà economiche e sociali che in fondo non sono mai state risolte dalle amministrazioni Democratiche.
Ci terrei a ricordare che quasi il 12 per cento degli americani (38 milioni) è in povertà, il 13 percento degli americani (44 milioni) vive in famiglie che faticano a permettersi il cibo, l’8 percento (26 milioni) non ha un’assicurazione sanitaria.
La situazione dei senzatetto è in crescita, con città come San Francisco, Los Angeles e New York che registrano picchi estremi.
Il problema dell’insostenibilità abitativa sta emergendo come uno dei principali conflitti in tema di giustizia sociale.
Ma questi temi sono emersi ben poco durante la campagna elettorale, anche se saranno fondamentali nello spingere i cittadini verso un voto di “strappo”
Kamala Harris ha una schiera di sostenitori di alto profilo nel mondo della finanza, nonostante una storia a volte conflittuale con Wall Street, tra cui una “lite” con il capo della più grande banca del Paese, e le aspettative degli analisti per una performance più debole dei titoli delle società finanziarie se Harris dovesse prevalere sull’ex presidente Donald Trump.
Fatti chiave
Tra i finanzieri che avrebbero appoggiato Harris ci sono i miliardari Jonathan Gray, presidente del gestore patrimoniale Blackstone, Marc Lasry della società di investimenti creditizi Avenue Capital Management e il barone degli hedge fund George Soros, mentre tra i miliardari lontani da Wall Street che sostengono Harris ci sono il magnate dei media Barry Diller e il magnate delle costruzioni Bob Clark.
Tra le altre figure di spicco del mondo della finanza che avrebbero appoggiato Harris figurano l’amministratore delegato e presidente della banca Lazard Peter Orszag e Ray McGuire, il cofondatore della banca d’investimento tecnologica Evercore ISI Roger Altman e Robert Rubin, ex co-presidente di Goldman Sachs e segretario al Tesoro degli Stati Uniti durante l’amministrazione Clinton.
Il sostegno arriva anche se Harris ha un passato non proprio positivo in materia di regolamentazione finanziaria.
Ma, come procuratore generale della California, ha ottenuto circa 20 miliardi di dollari in più per i proprietari di case, in un accordo del 2012 con le grandi banche per la cattiva gestione dei mutui durante la crisi finanziaria.
Ha raccontato nel suo libro di memorie del 2019 una telefonata di serrate negoziazioni che ha avuto con l’amministratore delegato di JPMorgan Chase Jamie Dimon… “
A Kamala sono mancate idee convincenti e di rottura con lo status quo.
Di certo, molti democratici speravano in un taglio netto con le campagne militari, in una condanna chiara del conflitto israelo-palestinese e in un impegno solido per la pace e la fine del genocidio palestinese.
Parlando invece di immigrazione e sicurezza delle frontiere: il tema dell’immigrazione è uno dei più scottanti della campagna, con il messaggio dei repubblicani che tende a incolpare “gli altri”, ovvero gli immigrati, per tutti i problemi del paese, dall’ aumento dei prezzi, alla disoccupazione, alla crisi abitativa.
Trump quindi promette espulsioni di massa e la reintroduzione di politiche come “Remain in Mexico”, che hanno molta presa sui cittadini.