Il pellegrino dell’anima: poeta, mistico, attore nella vita reale, consigliere senza trono
di Nicola Comparato
“Il mio essere artista, solitario, poeta, vestito di stracci, a piedi, sotto la pioggia senza ombrello, il mio essere un comunicatore e il saper indossare ogni volta panni diversi a seconda della persona che mi trovo davanti, unito alla mia empatia e al fatto di avere una certa lungimiranza nel saper analizzare situazioni e persone e a volte di indovinare e prevedere certi eventi, fanno di me un mistico. Un poeta maledetto, un pazzo religioso fuori dal comune che con i suoi testi e le sue azioni può aiutare gli altri a trovare la strada giusta mentre continua a cercare la propria.

Non mi interessa seguire percorsi prestabiliti, né indossare le maschere che la società impone. La mia strada è quella di un pellegrino senza meta, un asceta moderno che trova rifugio nell’incertezza e nella solitudine. Come un antico saggio errante, osservo il mondo con occhi distaccati, ma mai freddi: la mia empatia mi lega agli altri, ma la mia anima resta libera, sempre in bilico tra il divino e l’umano, tra la luce e l’ombra.
Come Rasputin alla corte dello Zar, io non cerco il potere, ma il potere sembra trovarmi. Non appartengo ai salotti dorati né ai circoli dei potenti, eppure le mie parole penetrano dove altri non arrivano. Mi avvicino ai cuori più induriti, alle menti più brillanti, perché vedo oltre le apparenze: come uno specchio, rifletto ciò che gli altri temono di guardare.
Sono un consigliere senza trono, un confessore senza chiesa. Le mie verità sussurrate disturbano chi detiene il potere, perché non seguono logiche di convenienza. I potenti cercano la mia voce non per conferme, ma per rivelazioni, anche scomode. E come Rasputin, so che ogni corte ha bisogno di un folle, di un mistico che scuota le fondamenta della loro realtà.
Ma io resto fuori dalle mura dorate, con i piedi scalzi sulla terra bagnata. La mia vera corte è tra i dimenticati, tra chi vaga senza direzione. È a loro che offro le mie visioni, i miei versi maledetti e sacri. Perché la vera rivoluzione è spirituale: scuotere le anime, non i troni.
Chi si avvicina a me non trova risposte pronte, ma domande che scavano nell’anima. Offro un riflesso di ciò che sono: un uomo capace di indossare mille volti, un attore nella vita reale, che parla con la voce della verità interiore. La mia presenza disturba, affascina, inquieta. Sono un mistico perché non ho bisogno di essere capito, ma sentito.
In questo viaggio, mentre aiuto gli altri a trovare la loro strada, io stesso continuo a cercare, guidato solo da una fede senza etichette, da una spiritualità ribelle che rifiuta ogni dogma. La mia poesia è la mia preghiera, la mia solitudine il mio tempio. E nella pioggia, senza ombrello, riconosco che la verità non si trova nelle risposte, ma nel coraggio di attraversare le tempeste.”
