ROSSO POMPEIANO


Il 24 agosto del 79 d.C. una coltre di materiali piroclastici sommerse Pompei per un’altezza di circa sette metri.

Oggi una visita agli scavi ci consente di ammirare lo splendore di questa ricca città romana: un impianto urbanistico su cui, oltre alle sontuose domus e villae, emerge un tessuto fortemente ricco di infrastrutture e di aree pubbliche.

Un filo conduttore è presente in quasi tutte le strutture rinvenute: il rosso pompeiano che con i suoi toni accesi è diventato un simbolo.

Nell’antica Roma il rosso pompeiano veniva chiamato “Sinopsis” ed è stato rinvenuto specialmente nei siti di Ercolano e Pompei, probabilmente perché sono quelli che, grazie alla “protezione” delle colate laviche, si sono conservati nella maniera migliore.

Il nome deriva da Sinope, antica città turca dove apparve per la prima volta questo pigmento.

Tale colore è divenuto il “marchio di fabbrica” degli scavi di Pompei ed Ercolano, poiché riscontrato per la prima volta nelle splendide ed eleganti ville dei patrizi romani.

Tuttavia, vi sono studi abbastanza recenti del CNR, secondo i quali il rosso pompeiano era in realtà un giallo ocra.

La ricerca ha messo in evidenza come l’intensità cromatica delle antiche città di Pompei ed Ercolano è frutto di un’alterazione, causata proprio dall’eruzione.

Il colore come lo vediamo oggi sarebbe dovuto all’azione del gas ad alta temperatura che precedette la cui fuoriuscita della lava .

Ecco il rosso pompeiano degli scavi archeologici di Pompei.

Di Admin

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