De Ficchy Giovanni

Crediamo fermamente che “Tutti gli uomini sono per natura egualmente liberi e indipendenti” ed hanno “diritto a ricercare la propria felicità”. Lo disse un italiano, Filippo Mazzei, nel XVIII secolo, ed i suoi sodali, i padri fondatori statunitensi, la elevarono a verità condivisa.
Thomas Jefferson usò per la prima volta la frase nella Dichiarazione di Indipendenza come confutazione della teoria politica in voga all’epoca: il diritto divino dei re.
In seguito fu citata o incorporata nei discorsi di una vasta gamma di personaggi importanti della vita politica e sociale americana.
Gli storici ritengono che Thomas Jefferson abbia preso in prestito l’espressione dal suo amico e vicino italiano.
Nel 1774, Filippo Mazzei scrisse questo per The Virginia Gazette :
“Tutti gli uomini sono per natura ugualmente liberi e indipendenti. Quest’eguaglianza è necessaria per costituire un governo libero. Bisogna che ognuno sia uguale all’altro nel diritto naturale.”
Tradotto da un amico e vicino di Mazzei, venne pubblicato come segue:
“Tutti gli uomini sono per natura ugualmente liberi e indipendenti. Tale uguaglianza è necessaria per creare un governo libero. Tutti gli uomini devono essere uguali tra loro nella legge naturale.”
Nel suo libro, Una nazione di immigrati , John F. Kennedy scrisse:
“La grande dottrina ‘Tutti gli uomini sono creati uguali’ incorporata nella Dichiarazione di Indipendenza da Thomas Jefferson, è stata parafrasata dagli scritti di Philip Mazzei, un patriota e autore di opuscoli nato in Italia, che era un caro amico di Jefferson.
Vi racconto qui l’amicizia tra il mercante livornese Filippo Mazzei e il filosofo e presidente americano Thomas Jefferson, che nacque da un incontro casuale a Londra, a cui seguì un viaggio in Virginia, dove Mazzei si dedicò alla cura del frutteto di Monticello e iniziò un business di export agricolo.
Nel 1773 Filippo Mazzei guidò un gruppo di italiani che giunsero in Virginia per introdurre la coltivazione di vigneti, ulivi e altri frutti mediterranei. Divenne vicino e amico di Thomas Jefferson e i due iniziarono quello che sarebbe diventato il primo vigneto commerciale nel Commonwealth della Virginia.

Jefferson chiese a Mazzei di piantare un vigneto nella sua tenuta a Monticello, Virginia. In una lettera a Mazzei datata 1° luglio 1779, il presidente George Washington scrisse: “Vi ringrazio per il vostro cortese atto di cultura del vino e sono felice di sapere che la vostra piantagione di vini è così prospera”.
Con l’inizio della guerra rivoluzionaria americana, Mazzei iniziò a importare armi nelle colonie, facendo la spola attraverso l’Atlantico, e diventò spia e confidente di Jefferson, che parlava italiano (e visiterà poi il Nord Italia nel 1787, proprio mentre redigeva il testo della Costituzione americana).
Mazzei iniziò a consolidare la sua reputazione di patriota unendosi allo sforzo bellico rivoluzionario. Divenne soldato semplice nella “Independent Company” di Albemarle quando gli inglesi sbarcarono per la prima volta le truppe a Hampton.
Jefferson gli diede una copia della “Bozza” della Dichiarazione di Indipendenza, mentre un estratto delle “Istruzioni dei Freeholders of Albemarle County ai loro Delegati in Convention” di Mazzei fu utilizzato da Jefferson nel suo tentativo di istituire una nuova costituzione statale.
Mazzei firmò anche una petizione per il Comitato sulla religione di Jefferson per abolire la tirannia spirituale. Nel 1778 Jefferson, Patrick Henry, George Mason e altri decisero che gli sforzi di Mazzei sarebbero stati più utili all’estero; fu inviato a cercare di ottenere un prestito di denaro dal Granduca di Toscana per la Virginia e a raccogliere informazioni politiche e militari utili per il governatore Jefferson.
Scrisse una storia politica della Rivoluzione americana, “Recherches historiques et politiques sur les Etats-Unis de l’Amerique septentrionale”, e la pubblicò a Parigi nel 1788.
Come prima storia della Rivoluzione americana ad essere pubblicata in francese, il libro divenne noto come una fonte sulla verità della Rivoluzione americana, un contrappeso alla propaganda britannica e alla disinformazione francese.
Jefferson , aveva la passione per l’architetto rinascimentale Andrea Palladio, la cui Villa Rotonda, fù presa ad ispirazione per la costruzione della Casa Bianca.
Fu dalla loro corrispondenza che Jefferson mutuò la frase “all men are created equal” che diventerà poi uno dei cardini della Costituzione americana.
Sembra quasi banale..al giorno d’oggi ma allora dire “Noi il popolo degli Stati Uniti…” non era per niente scontato…