De Ficchy Giovanni

L’ex presidente James Earl “Jimmy” Carter è morto, dopo lunga malattia, all’età di 100 anni.

La sua presidenza coincise con la peggiore crisi di politica estera degli Stati Uniti e con una grave crisi economica. 

Due anni prima, Richard Nixon aveva dovuto rassegnare le dimissioni a seguito dello scandalo Watergate,  un anno prima il Vietnam del Nord comunista completò la conquista del Sud, ponendo fine a dieci anni di guerra in cui gli americani avevano perso oltre 50mila uomini, nel fallito tentativo di difendere il governo di Saigon. 

Jimmy Carter sarà ricordato per la disastrosa gestione della presa degli ostaggi americani a Teheran, il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca e alla fine concluse la sua presidenza con una ripresa della tensione, quella che allora venne ribattezzata la “seconda Guerra Fredda”.

Durante la rivoluzione in Iran , la guardia rivoluzionaria iraniana assaltò l’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e prese in ostaggio tutto il personale.

Dopo il fallimento delle vie diplomatiche, Carter autorizzò l’azione di forza, il tentativo di liberare gli ostaggi con un raid dei marines.

Il tentativo fallì però miseramente nell’aprile del 1980, con la distruzione di quattro elicotteri, un aereo e otto morti. 

Un’umiliazione che a Carter costò molto cara nell’anno delle elezioni.

Queste sconfitte hanno confinato così il presidente Carter al ruolo storico di presidente debole e perdente.

Carter è stato un contadino per tutta la vita, che ha lavorato con le mani costruendo case per i poveri fino ai suoi 90 anni.

È cresciuto in una piantagione di arachidi e ha prestato servizio nella Marina prima di diventare governatore della Georgia. Nel 1976, con Walter Mondale come suo compagno di corsa, si è assicurato la presidenza, vincendo il voto popolare con il 50,1 percento e assicurandosi 297 voti elettorali. 

Carter perse la sua candidatura per la rielezione con Ronald Reagan e lasciò l’incarico come uno dei comandanti in capo più impopolari dei tempi moderni.

Di Admin

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