Un incontro immaginario: riflessioni di Padre Masseo con Papa Francesco

Santità, un altro anno volge al termine. Per qualcuno è un sospiro di sollievo… si sa, anno bisesto, anno funesto!

Sì, il 2024 sta per chiudersi, e tra poco ci ritroveremo a cantare il Te Deum.

Ma come possiamo ringraziare se prima non facciamo un bilancio generale della nostra vita e di ciò che ci accade intorno?

Senza un bilancio è difficile sapere se siamo “in attivo”.

E allora, Santità, vorrei parlarle di alcune cose.

Per due anni, una pandemia ci ha costretti in casa, privandoci di ogni cosa, e molti, troppi, anche del necessario. Dai balconi cantavamo per sentirci uniti contro un nemico silenzioso, che “puzzava” di morte per molti e, per i soliti “noti”, profumava di grandi affari.

Ci dicevano, e ci abbiamo creduto: “Ne usciremo migliori”.

E infatti, Santità, appena ci hanno “liberati” è iniziata una guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che sempre più somiglia a un conflitto senza frontiere, dividendo tifoserie in fazioni.

Poi, siccome era poca cosa, è arrivata la guerra in Israele.

Ma, Santità, tutto questo è accaduto perché ne siamo usciti migliori!

E così sono apparsi nuovi tifosi, nuovi professionisti di geopolitica.

Non contenti, abbiamo avviato una guerra a squadre contro i poveri di ogni tipo. Si sa, i poveri “divanisti” sono diversi da quelli che “vanno aiutati a casa loro”.

Dopo le alluvioni, altri tifosi si sono preoccupati più di quanti voti carpire per le elezioni che delle migliaia di famiglie messe in ginocchio, forse irrimediabilmente.

Santità, siamo davvero “migliorati”!

Abbiamo una risposta per tutto. Pensi solo a ciò che è accaduto in Abruzzo in questi giorni: due giovani dispersi sul Gran Sasso, in condizioni estreme. Qualcuno, “migliorato” più di altri, ha augurato loro la morte, poiché da incoscienti stavano mettendo a rischio la vita dei soccorritori.

Recuperati purtroppo privi di vita, non passerà molto tempo prima che gli stessi “saggi” tornino a dispensare cattiveria.

E poi, caro papa Francesco, penso a quanti nella Chiesa Cattolica Romana, tra ministri e fedeli, non perdono occasione per ribadire che Lei è un papa illecito, un impostore, contro la Dottrina della Chiesa. Insinuano persino che il suo predecessore abbia simulato le dimissioni dal Soglio Pontificio. Tutto questo porta dolore, confusione e distoglie lo sguardo dal Cristo che, nell’abbraccio della croce, tutti unisce e ci rende Chiesa.

Questi “migliorati”, mentre alimentano divisioni e lacerano il Corpo Mistico di Gesù, usano abilmente i social media. Magari lo hanno fatto anche seguendola mentre apriva la Porta Santa. E qualcuno domani dirà che, non spingendo i battenti, anche l’Anno Santo della Speranza sarà invalido.

Mi permetta, Santità, una riflessione: perché un Anno Santo della Speranza? Se mi avesse consultato, le avrei suggerito di proclamare un Anno Santo della Compassione. È proprio questo che manca: la compassione. Senza compassione non c’è speranza, e una speranza senza compassione non ci salverà.

Ovviamente, Santità, mi rendo conto di essermi calato nel ruolo del “saccente”, come se ne sapessi più del Papa. Ma al posto della Santa Indulgenza, avrei messo un premio diverso: un cuore nuovo, compassionevole.

Te Deum laudamus.
Santità, buon 2025! Che sia davvero un anno di grazia, di conversione e, perché no, di vera unità tra i cristiani.

+Padre Masseo

P.S.
Non vi affaticate… è solo un fotomontaggio!

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