Ormai appaiono incolmabili le distanze tra il Procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi e i suoi interlocutori istituzionali. 

“Ha sbagliato, va punito e se ne deve andare”, dicono infatti dentro la magistratura in tanti pensano che la vicenda si doveva gestire diversamente.

Senza dubbio anche il rapporto di fiducia tra la Procura e i servizi segreti è al capolinea.

Appare pacifica la violazione dell’articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007 per l’indebita diffusione di un documento «riservato» su Gaetano Caputi, vale a dire l’informativa sul capo di gabinetto di Giorgia Meloni che rivelava tre accessi sul suo conto fatti nel 2023 da agenti dell’Aisi, come diversi organi d’informazione, nei giorni scorsi, hanno scritto riprendendo stralci dell’ultima audizione davanti al Copasir dello stesso Mantovano.

Invece sul quotidiano “Domani” finì il documento integrale: è lo stesso giornale accusato di aver avuto accesso a informazioni riservate confluite in alcuni articoli, vedi l’ipotesi dossieraggi contro importanti esponenti del governo.

«Secondo la legge è possibile l’esibizione di documenti classificati con presa visione senza estrarne copia», ci spiega un legale.

Oramai anche mezzo Csm lo giudica unfit per quel ruolo, a poco meno di tre anni dal suo insediamento (con l’ok di Md) dopo i veleni dell’Hotel Champagne che defenestrarono un incolpevole Marcello Viola (oggi a Milano) e gli spalancarono una delle poltrone più ambite.

I membri laici del centrodestra al Csm (Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Enrico Aimi e Felice Giuffrè), preso atto dello scontro con i nostri 007, hanno chiesto sia il trasferimento per incompatibilità ambientale, sia l’indagine del Procuratore generale presso la Cassazione perché valuti «eventuali illeciti disciplinari» dopo che Lo Voi «ha compromesso i rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie di intelligence».

Comincerà invece all’inizio della prossima settimana il lavoro della Procura di Perugia dopo l’esposto con cui il Dis contesta a Lo Voi la pubblicazione di nomi e informazioni d’intelligence che dovevano restare segrete, su richiesta esplicita dell’allora direttrice del Dis, Elisabetta Belloni (che poi si è dimessa).

Nato 68 anni fa a Palermo, dopo la laurea in giurisprudenza, l’ingresso in magistratura.

Procuratore capo a Palermo dove gestì il processo per sequestro di persona contro Matteo Salvini per la nave Open Arms.

A Palermo, la sua fù una nomina attorno alla quale si scatenarono furiose polemiche interne alla magistratura stessa dato che il favorito sembrava essere Giudo Lo Forte.

Lo Voi infatti non aveva in passato mai ricoperto il ruolo di Procuratore Aggiunto e tantomeno quello di Procuratore Capo.

Di Admin

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