Monsignor Masseo: il dialogo tra Oriente e Occidente alla luce del cammino sinodale

Nel cuore di Assisi, città simbolo di spiritualità e dialogo, si è svolta l’Assemblea Nazionale della Rete Sinodale, un momento centrale nel cammino sinodale delle Chiese in Italia, che culminerà con la seconda Assemblea Sinodale Italiana nel 2025. Tra i rappresentanti della “Chiesa Ortodossa in Italia” erano presenti il Primate, Monsignor Ireneo (Vitaliy Kuzhelny), e il Cancelliere, Monsignor Luca Monti di Firenze.

A vivere questo evento da protagonista è stato anche Monsignor Masseo, Priore Generale della Congregazione dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi, che ha condiviso con noi riflessioni profonde sull’esperienza sinodale, sul significato del 1700° anniversario del Concilio di Nicea e sulla missione della sua comunità monastica. In questa intervista, emerge il senso di un dialogo concreto tra Oriente e Occidente, vissuto con lo spirito francescano della fratellanza e della preghiera.

Monsignor Masseo: il dialogo tra Oriente e Occidente alla luce del cammino sinodale


1. Monsignor Masseo, si è appena conclusa ad Assisi la due giorni dell’Assemblea Nazionale della Rete Sinodale, nell’ambito del cammino sinodale delle Chiese in Italia, che culminerà con la seconda e conclusiva Assemblea Sinodale Italiana (31 marzo – 4 aprile 2025). Questa elaborerà proposte e indicazioni concrete da presentare al Consiglio Episcopale Permanente e all’80ª Assemblea Generale della CEI (26-29 maggio 2025). In rappresentanza della “Chiesa Ortodossa in Italia” erano presenti il Primate, Monsignor Ireneo (Vitaliy Kuzhelny), e il Cancelliere, Monsignor Luca Monti di Firenze. Anche voi, in qualità di Priore Generale della Congregazione dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi della “Chiesa Ortodossa in Italia”, avete partecipato all’evento. A caldo, quali sentimenti vi ha lasciato questa esperienza?

“Anzitutto, grazie per la vostra attenzione. Come ben sapete, mi sono formato ad Assisi, dove ho mosso i primi passi della mia vocazione nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Tornare ad Assisi come vescovo della Chiesa Ortodossa in Italia, e soprattutto come fondatore e Priore Generale dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi, ha suscitato in me un susseguirsi di sentimenti ed emozioni profonde.

Pregare a Santa Maria degli Angeli e sulla tomba del Serafico Padre San Francesco mi ha profondamente commosso. Inoltre, il privilegio e la responsabilità di sedere al Sinodo permanente della Chiesa in Italia hanno amplificato queste emozioni, che ho cercato di dominare con il giusto senso della responsabilità e della solennità dell’evento.

Essere lì, lavorare fianco a fianco con i fratelli della Chiesa Cattolica Romana, è stato un momento di autentico scambio e crescita reciproca. Tocchi con mano l’importanza della missione a cui siamo chiamati. Mi sono sentito coinvolto in prima persona nel lavorare seriamente, insieme ai fratelli vescovi della Chiesa Ortodossa e con tutti i miei monaci, nella vigna del Signore.”


2. Quest’anno ricorre il Giubileo e il 1700° anniversario del Concilio di Nicea. Quali sono le vostre riflessioni a riguardo?

“Il Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico, rappresenta un punto di svolta nella storia del Cristianesimo. Ha unificato i credenti attorno alla fede in Cristo e alla sua divinità, stabilendo le basi dottrinali della Chiesa.

Dopo 1700 anni, il mio augurio è che lo spirito di quel concilio continui a essere un segno di unità tra Oriente e Occidente. La nostra epoca ha ancora bisogno di quell’unità nella fede e nella comunione fraterna.”


3. Cosa rappresenta la Congregazione dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi nel panorama attuale?

“Siamo una congregazione nata circa tre anni fa, e il Signore ci sta confermando con tante vocazioni: oggi siamo circa 130 monaci.

Cosa rappresentiamo? Spero ciò che ci siamo prefissati di essere: un ponte di dialogo fraterno tra Pietro e Andrea, tra Oriente e Occidente, attraverso la spiritualità francescana. Il nostro obiettivo è essere fratelli di tutti e promuovere, con la nostra piccola testimonianza, una fratellanza universale, proprio come la intendeva San Francesco d’Assisi.”


4. Può aiutarci a comprendere meglio la peculiarità della vostra Congregazione e la bi-ritualità che vige anche nella “Chiesa Ortodossa in Italia”?

“La Congregazione dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi è incardinata nella Chiesa Ortodossa in Italia, la quale possiede una duplice successione apostolica, sia cattolica che ortodossa. Questo aspetto è stato riconosciuto valido dalla CEI nel documento Vademecum nei rapporti con le Chiese particolari e orientali del 23 febbraio 2010.

Grazie a questa peculiarità, possiamo celebrare sia con il rito bizantino in lingua italiana sia con il rito romano, senza rinunciare alla nostra identità ortodossa e senza invadere le prerogative della ritualità cattolica romana. È un’esperienza di autentico ecumenismo vissuto nella liturgia e nella spiritualità.”


5. A un giovane che sente la vocazione e la chiamata del Signore, cosa si sente di dire?

“Che lo Spirito Santo è il Paraclito, Colui che suscita uomini e donne di buona volontà a qualsiasi ora del giorno. È il Signore che chiama, e quindi non bisogna aver paura di rispondere. Soprattutto, non bisogna mai sentirsi inadeguati.

Cosa dico ancora? Vieni e vedi!”


6. Ha un’ultima riflessione da offrirci?

“Non perdere mai la speranza. Ma, soprattutto, vivere la teologia delle ginocchia, cioè la preghiera, per essere cittadini del Vangelo e non semplici turisti della fede.”


Monsignor Masseo, grazie per averci chiarito tanti dettagli e per aver illustrato tutto in modo così comprensibile.

“Grazie a voi. Dio vi benedica!”

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