Di Rivera White Fr. Corrispondente USA, Washington D.C.

NSA Headquarters  MD

L’NSA è sotto i riflettori dopo la pubblicazione di chat interne che rivelano come alcuni dipendenti abbiano usato le piattaforme di messaggistica governative per discutere di chirurgia transgender, sesso di gruppo e relazioni poliamorose. Fonti interne hanno fornito a City Journal log delle conversazioni avvenute su Intelink, il sistema riservato dell’agenzia.

Le chat contengono dettagli espliciti su esperienze post-castrazione, terapie ormonali e preferenze sessuali dei partecipanti. Un impiegato ha descritto il piacere sessuale dopo l’intervento di riassegnazione di genere. Un altro ha elogiato la possibilità di indossare leggings senza dover usare un gaff. Discussioni su epilazione laser, estrogeni e policuli con più di nove persone si intrecciano con commenti su weekend di “gangbang”.

Tutto questo avveniva durante l’orario di lavoro, su una piattaforma governativa. Un portavoce dell’NSA ha confermato che l’uso improprio di Intelink viola le policy interne e comporta provvedimenti disciplinari. Eppure, per due anni, nessuno è intervenuto.

DEI come copertura

Secondo fonti interne, questi gruppi hanno trovato protezione grazie alle politiche di diversity, equity, and inclusion (DEI) promosse all’interno dell’NSA. L’agenzia ha sostenuto attivamente iniziative LGBTQ+ e incontri di sensibilizzazione con titoli come “Ally Awareness”, “Privilege” e “Transgender Community Inclusion”. In teoria, queste attività dovevano servire a rendere il posto di lavoro più inclusivo. In pratica, sono diventate una copertura per trasformare gli spazi professionali in luoghi di attivismo sessuale.

L’amministrazione Trump ha da tempo denunciato il fenomeno del cosiddetto “deep state woke”, accusando le agenzie di intelligence di anteporre la politica alla sicurezza nazionale. Con la nuova leadership, il Dipartimento della Difesa ha avviato un giro di vite senza precedenti.

Licenziamenti e azione disciplinare

Negli ultimi mesi, il DoD ha rimosso numerosi impiegati coinvolti in queste attività. I licenziamenti non sono il risultato di generici tagli di bilancio, ma di un’indagine mirata per ripulire le agenzie governative da chi ha abusato delle risorse pubbliche.

L’operazione è stata condotta in silenzio, ma gli effetti sono evidenti. Molti impiegati legati ai gruppi DEI sono stati sospesi o costretti a dimettersi. Altri sono stati rimossi per uso improprio di strumenti governativi, spreco di tempo lavorativo e promozione di ideologie radicali a scapito della sicurezza nazionale.

Gli addetti ai lavori parlano di un cambiamento drastico. Un dipendente NSA ha riferito a City Journal che la paura serpeggia tra i promotori delle politiche DEI. “Sanno che è finita. E sanno che Trump non farà sconti”, ha dichiarato.

Il messaggio della Casa Bianca

Trump e la sua amministrazione hanno reso chiaro che l’era delle agenzie trasformate in laboratori sociali è finita. Il messaggio è diretto: chi usa il tempo e le risorse dello Stato per promuovere attivismo personale verrà rimosso.

Le domande restano. Quanto è diffuso questo fenomeno nelle altre agenzie federali? Quanti altri casi come questo esistono nel cuore della burocrazia americana? La pulizia è appena iniziata, e la Casa Bianca sembra intenzionata a portarla fino in fondo.

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