
Aumenta da 400 a 500 il contributo massimo mensile, per dodici mesi, del Reddito di libertà, destinato alle donne vittime di violenza in condizioni di povertà, con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali, per sostenerle favorendone l’emancipazione economica.
Lo stabilisce un decreto del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, di concerto con quelli del Lavoro e dell’Economia, firmato il 2 dicembre e pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, che definisce la ripartizione dei 30 milioni del “Fondo per il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, 10 milioni
E’ un altro passo in avanti a sostegno delle donne in condizioni più vulnerabili.
Le interessate possono trovare informazioni dettagliate sulla presentazione delle domande sul sito del Dipartimento per le Pari Opportunità.
È importante che i comuni accedano al sistema per gestire le domande, le istruzioni e il software necessari per facilitare il processo. Il Reddito di Libertà rappresenta un’opportunità significativa per le donne in difficoltà, ma è fondamentale che le informazioni siano diffuse in modo appropriato affinché tutte le potenziali beneficiarie possano accedere a questo supporto.
A partire dal Reddito di Libertà, che prevede la messa a disposizione di una piccola liquidità per le prime spese necessarie.
Se, inoltre, hanno necessità di non recarsi al lavoro per questioni di sicurezza, o anche per consultare un legale o uno psicologo, possono usufruire del congedo retribuito di 90 giorni che alcuni contratti di lavoro estendono fino a 180 giorni.
Inoltre, possono ottenere il 100% dell’Assegno Unico per i figli, oltre a poter godere di tutti i congedi parentali nel caso di affido esclusivo.