
Dazi Transatlantici: Trump Riequilibra la Bilancia, ma l’Europa Ha Sempre Giocato Pesante.
6 marzo 2025 – La guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa si riaccende, con il presidente Donald Trump che rilancia la sua politica protezionistica annunciando dazi “reciproci” per riequilibrare uno scambio che considera iniquo. Al centro del mirino, il settore automobilistico europeo, ma la mossa americana non è una novità assoluta: l’Europa, infatti, ha sempre imposto dazi significativi sui prodotti statunitensi, una pratica consolidata che oggi Trump usa come pretesto per giustificare le sue tariffe. Ma quali sono i numeri dietro questa escalation? E su quali classi merceologiche si gioca la partita?
L’Europa e i Suoi Dazi: Una Storia Lunga Decenni
Contrariamente a quanto spesso si narra, l’Unione Europea non è mai stata un mercato completamente aperto per gli Stati Uniti. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), la tariffa media applicata dall’UE sui beni importati dagli USA si attesta al 3,5%, leggermente inferiore a quella statunitense del 3,9%. Tuttavia, il diavolo sta nei dettagli: su alcune categorie merceologiche chiave, i dazi europei sono ben più alti e colpiscono settori strategici per l’economia americana.
Prendiamo il settore automobilistico: l’UE applica una tariffa del 10% sulle auto importate dagli Stati Uniti, contro il 2,5% imposto dagli USA sulle vetture europee. Questo squilibrio, che Trump ha più volte denunciato, si traduce in un costo aggiuntivo significativo per i produttori americani come Ford o General Motors che vogliono entrare nel mercato europeo. Ma non è solo questione di auto: sui prodotti agricoli, i dazi europei raggiungono una media del 13,8%, rispetto al 6,8% degli Stati Uniti, penalizzando esportazioni come carne, cereali e soia. Anche i prodotti chimici affrontano tariffe europee del 4,5% in media, mentre altri beni manifatturieri possono arrivare a soglie superiori al 10% su specifiche linee di prodotto.
Trump Risponde: Dazi “Speculari” sulle Auto e Non Solo
Sulla base di questa disparità, Trump ha annunciato l’introduzione di dazi “reciproci” a partire dal 2 aprile 2025, con un’aliquota iniziale del 25% sulle auto europee importate negli Stati Uniti, destinata a crescere ulteriormente nel corso dell’anno. “L’Europa ci tratta in modo brutale”, ha dichiarato il presidente da Mar-a-Lago. “Hanno dazi del 10% sulle nostre auto, noi solo il 2,5%. Ora pareggiamo i conti”. Ma l’offensiva non si ferma qui: Trump ha ventilato tariffe fino al 20% su tutte le importazioni europee, mirando a settori come macchinari (41% dell’export UE verso gli USA nel 2023) e prodotti chimici (27%).
Il commercio transatlantico, che nel 2023 ha raggiunto un valore di 503,8 miliardi di euro in esportazioni UE verso gli USA e 347,1 miliardi in senso opposto, secondo Eurostat, è ora a rischio. La Germania, con un export di 157,7 miliardi di euro, e l’Italia, con 67,3 miliardi, sono tra i Paesi più esposti. Per l’Italia, il saldo commerciale positivo di 43 miliardi con gli USA potrebbe subire un duro colpo, soprattutto nell’automotive e nell’agroalimentare.
Le Conseguenze: Un Gioco a Somma Zero?
Gli analisti prevedono che un dazio del 10% sulle esportazioni europee potrebbe ridurre il PIL dell’Eurozona dell’1%, con la Germania che potrebbe perdere fino all’1,6%, secondo stime di Goldman Sachs. Ma anche gli USA non uscirebbero indenni: i consumatori americani pagherebbero il prezzo di auto europee più care, con un aumento stimato fino a 10.000 dollari per veicolo, secondo Bloomberg Intelligence.
L’Europa, dal canto suo, non intende restare a guardare. La Commissione Europea ha già promesso una “risposta ferma e immediata”, che potrebbe includere dazi di ritorsione su prodotti americani come cosmetici (importati per il 14% del totale UE dagli USA), alcolici e veicoli pesanti, dove gli USA applicano già un dazio del 25% sui pick-up. Una guerra commerciale su vasta scala potrebbe costare all’UE fino al 30% delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti, pari a circa 150 miliardi di euro.
Se Trump giustifica i suoi dazi come una reazione alla politica europea, la realtà è che entrambe le sponde dell’Atlantico hanno sempre usato le tariffe come arma economica. L’UE, con i suoi dazi storici su auto, agricoltura e chimica, ha protetto i propri mercati per decenni. Oggi, Trump alza la posta, il rischio è il protezionismo reciproco? Noi di giornle sera auspichiamo buon senso …