“Nell’Amore di Cristo: la Vocazione dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi secondo Padre Masseo Emilio Boni”


+Padre Masseo Emilio Boni desidera condividere con noi una riflessione personale e profondamente spirituale, che lo ha ispirato a fondare la Congregazione dei Monaci Francescani Cattolici Ortodossi. Con questa riflessione, apparentemente sintetica, coglie l’occasione per rispondere fondamentalmente a due domande che spesso gli vengono poste:

1. Come mai, da monaci ortodossi, avete scelto di venerare San Francesco di Assisi e di definirvi Monaci Francescani Cattolici Ortodossi?

2. Il termine “cattolico ortodosso” potrebbe sembrare, ad alcuni, un ossimoro. Come spiegate questa definizione e quale significato assume per voi nel contesto della vostra vocazione?


“San Francesco di Assisi rappresenta un esempio universale di santità e amore per Dio che trascende le divisioni confessionali. La sua vita è stata un inno alla povertà evangelica, all’umiltà e alla cura del creato, valori condivisi da molte tradizioni cristiane, inclusa quella ortodossa.

Un monaco ortodosso, venerando san Francesco, non rinnega la sua fede o la sua tradizione, ma riconosce in lui un testimone autentico del Vangelo. È come rendere omaggio a una vita che ha incarnato ciò che ogni cristiano cerca: la comunione con Dio e l’amore disinteressato verso il prossimo.

Essere un monaco Francescano Cattolico Ortodosso è possibile se si abbraccia una spiritualità che unisce elementi delle due tradizioni, valorizzando ciò che le accomuna. La vocazione francescana, con la sua enfasi sulla povertà e sulla missione, può essere vissuta anche da chi ha radici nell’Ortodossia, purché si mantenga fedele agli insegnamenti fondamentali e al cammino spirituale ortodosso.

Non si tratta di sincretismo, ma di un’armonia spirituale che vede nella santità un dono che appartiene a tutta la Chiesa di Cristo.

Teologicamente, l’uso del termine cattolico ortodosso può essere visto come un modo per esprimere l’universalità e la fedeltà alla fede cristiana originaria, ma il suo significato dipende dal contesto.

Nell’Ortodossia, la parola cattolico non si riferisce alla Chiesa Cattolica Romana, ma piuttosto al significato originario del termine greco katholikós, che significa universale o secondo la totalità. In questo senso, ogni monaco ortodosso potrebbe definirsi cattolico nel senso di appartenente alla Chiesa universale di Cristo.

Tuttavia, se un monaco si identifica come cattolico ortodosso in un contesto moderno, questo potrebbe creare confusione, poiché solitamente i termini cattolico e ortodosso sono associati a due tradizioni ecclesiali distinte: il Cattolicesimo Romano e l’Ortodossia Orientale.

Esistono situazioni in cui cristiani di entrambe le tradizioni cercano una sintesi spirituale o si identificano con elementi di entrambe, come nel caso degli ordini monastici che perseguono l’unità ecumenica.

In tal caso, l’uso del termine potrebbe voler riflettere questa particolare vocazione in cui
non esiste più
l’essere nella Ragione
ma la Ragion d’essere
nell’amare
e nell’Amore di Cristo.

“Cattolico” e “Ortodosso” hanno significati propri che possono sembrare in contrasto in alcuni contesti moderni, ma non lo sono necessariamente nel loro significato originario.

Cattolico, dal greco katholikós, significa universale o secondo la totalità. Questo termine esprime l’idea di una Chiesa che è universale e abbraccia l’intera comunità dei credenti in Cristo.

Ortodosso, dal greco orthodoxos, significa retta dottrina o retta fede. È usato per indicare la fedeltà agli insegnamenti originali della Chiesa.

Dal punto di vista teologico e storico, i termini possono coesistere, poiché si riferiscono a un ideale comune di fede universale e autentica.

Ad esempio, il Credo di Nicea, condiviso sia dai Cattolici che dagli Ortodossi, usa l’espressione:
“Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.”

Tuttavia, nel linguaggio contemporaneo, Cattolico viene associato alla Chiesa Cattolica Romana e Ortodosso alle Chiese Ortodosse Orientali.

In questo senso, l’uso di entrambi i termini insieme potrebbe generare confusione,
ma può anche essere inteso come un modo per sottolineare una visione ecumenica o una sintesi spirituale.

Non è quindi un ossimoro intrinseco, ma richiede una riflessione contestuale per essere compreso appieno.

+Padre Masseo

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