De Ficchy Giovanni

Nel mese di febbraio 2024, ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, un padre di famiglia, Giovanni Barreca, senza apparente motivo uccide la moglie e due dei suoi tre figli, rispettivamente di 15 e 5 anni.

Gli interrogativi iniziali riguardo alle motivazioni che hanno spinto l’uomo a compiere un tale gesto rimangono molteplici, ma, poco dopo l’arresto, l’omicida confessa di aver agito spinto dalla necessità di liberare i familiari dai demoni.

La figlia diciassettenne è l’unica sopravvissuta al massacro.

In seguito, si scoprirà che anche la ragazza ha partecipato attivamente alle sevizie e ai conseguenti omicidi.

L’uomo autore della strage era probabilmente vittima di un delirio religioso che lo ha portato a convincersi di dover purificare i familiari poiché posseduti dal demonio.

La strage vede come possibili responsabili anche Sabrina Fino e Massimo Carandente, una coppia conosciuta da Barreca online: potrebbero essere stati proprio loro a spingerlo a compiere il massacro.

A seguito del tragico episodio, e pur rimanendo da verificare l’effettiva affiliazione di Barreca a una setta, è necessario indagare i meccanismi che conducono a tali crimini.

Inizialmente, può presentarsi un periodo di stress o di disorientamento significativo.

Durante questa fase, l’individuo potrebbe sperimentare una difficoltà crescente nel discernere tra realtà e percezione distorta, spesso innescata da eventi di vita stressanti o traumi. La vulnerabilità personale, come una predisposizione genetica o pregressi disturbi psicologici, può aggravare questa fase.

Successivamente, si sviluppa la fase di cristallizzazione, in cui le false credenze iniziano a prendere forma. Qui, l’individuo inizia a interpretare erroneamente gli eventi esterni e le percezioni interne, attribuendogli un significato particolare non basato sulla realtà. Ad esempio, una persona potrebbe credere che messaggi segreti siano nascosti nei segnali televisivi comuni, interpretando questi ultimi come diretti personalmente a sé stessa.

Infine, il delirio si consolida e diventa centrale nella vita del soggetto, influenzando fortemente il suo comportamento e le sue interazioni sociali. La persona è convinta della veridicità della propria credenza, nonostante le evidenti prove del contrario, e può reagire emotivamente o con ostilità se queste vengono messe in dubbio.

Oltre agli aspetti psicologici, occorre considerare ulteriori cause, poiché ridurre il caso a mero “fanatismo religioso” semplificherebbe eccessivamente la sua complessità.

La comunità locale è sconvolta e si interroga su come un tale dramma abbia potuto consumarsi senza che nessuno si accorgesse della gravità della situazione.

La figlia sopravvissuta, traumatizzata e coinvolta negli omicidi, è ora affidata ai servizi sociali, mentre si cerca di fare luce sulla sua partecipazione attiva e sul grado di consapevolezza delle sue azioni.

Il caso Barreca, al di là della sua tragicità individuale, pone una serie di interrogativi urgenti sulla salute mentale, il fanatismo religioso e la responsabilità nell’era digitale

Anzitutto, risulta interessante soffermarsi su ciò che è stato scoperto da uno dei fondatori del Boston Personal Development Institute, un’organizzazione che si occupa di ex membri di sette.

Secondo l’esperto, non esiste un profilo standard delle “vittime di culti distruttivi”.

Infatti, in uno studio che ha coinvolto settecento soggetti, si è arrivati alla conclusione che “non è necessario essere un certo tipo di persona per sottomettersi a un culto”.

In particolare, con l’espressione “culti distruttivi” si intende “un qualsiasi gruppo, senza tener conto di ideologia, dottrina, credo, nel quale si pratica la manipolazione mentale, da cui risulta la distruzione della persona sul piano psichico (a volte fisico, spesso finanziario), della sua famiglia, del suo entourage e della società, al fine di condurla ad aderire senza riserve e a partecipare ad un’attività che attenta ai diritti dell’uomo e del cittadino” [1].

Dunque, le sette distruttive si caratterizzano e differenziano dalle altre tipologie di setta per l’obiettivo che perseguono, nonché per le modalità messe in atto per raggiungere certi scopi.

 Molti comportamenti illegali sono indotti da condizionamenti mentali più o meno sottili o dalla coercizione, spesso attuata dai leader nei confronti dei seguaci in modo suggestivo.

La manipolazione psicologica mira a distruggere l’identità della vittima tramite relazioni di potere che la annullano e strumentalizzano.


Per quanto riguarda la minorenne, che è stata condannata a 12 anni e 8 mesi, come può il suo stato psicologico essere stato influenzato dalla sua educazione familiare, dalle sue credenze religiose o da altri fattori ambientali che potrebbero averla portata a compiere un omicidio?

L’identità di ciascun individuo è costituita dalle convinzioni, dai comportamenti, dalle emozioni e dai processi di pensiero che caratterizzano il suo modo di essere. Quando la vittima della setta è un soggetto che presenta vulnerabilità psicologiche di fondo, sotto l’influenza del controllo mentale la sua identità originale può essere facilmente sostituita da un’altra identità che corrisponde ai bisogni e alle richieste della setta.

Spesso, la vittima presenta una marcata vulnerabilità psichica che può essere associata a disturbi mentali o difficoltà psicologiche transitorie che la rendono particolarmente fragile.

Senso di superiorità. Molte persone fanatiche si credono capaci di poter fare tutto e di essere dei “prescelti”, cosa che li porta a credere che gli altri siano sempre in torto.

Presentano i seguenti comportamenti e sono convinti di vivere questi stati ;

  • Comunicazione divina: la convinzione di ricevere messaggi diretti da entità divine o spirituali (anche demoniache).
  • Missione profetica: la credenza di essere stati scelti per compiere una missione sacra o di salvataggio mondiale.
  • Interconnessione mistica: il sentimento di una fusione tra sé e l’universo, o di percepire segni e simboli in eventi quotidiani.
  • Visioni apocalittiche: previsioni di catastrofi o eventi apocalittici che il soggetto ritiene di dover annunciare o prevenire.
  • Battaglie spirituali: percezioni di essere coinvolti in lotte tra forze del bene e del male, spesso con un ruolo centrale nel conflitto.

Quindi, sono sempre convinti di essere superiori.

Questa vulnerabilità può manifestarsi attraverso una bassa autostima, sentimenti di solitudine o isolamento sociale, difficoltà nella gestione delle emozioni o una storia pregressa di traumi. In tali circostanze, la vittima può essere più incline a cercare approvazione esterna, a fidarsi eccessivamente degli altri e a percepire se stessa come meno capace di difendersi o di riconoscere situazioni di pericolo. Di conseguenza, il manipolatore può sfruttare queste debolezze, creando un legame di dipendenza e controllo che intrappola la vittima in una spirale di abusi. È importante sottolineare che la presenza di vulnerabilità psichica non giustifica in alcun modo l’azione del manipolatore, il quale rimane l’unico responsabile del suo comportamento.

Il fanatismo religioso è l’atteggiamento di chi si riconosce totalmente in un credo e ci si identifica in maniera esasperata, tanto  da giungere ad eccessi e a rigida intolleranza verso chiunque creda in qualcosa di diverso. Il fanatico religioso è, di tutti i fanatici, il meno propenso al dialogo e all’apertura mentale. In particolare, il fanatico religioso è colui che giustifica la violenza di ogni tipo attarverso un “volere divino”.

Tendenza alla violenza giustificata in modi assurdi.

I fanatici possono bruciare vive milioni di persone. Possono picchiare cuccioli per farli uscire da luoghi di culto. Possono torturare in modi inventati da loro. Per i fanatici questi sono atti di fede.

 Se un evento ,smentisce le affermazioni di un fanatico, per il fanatico quell’evento è un’invenzione.

Di Admin

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