
Siamo al giro di boa per la legislatura iniziata nel 2022 con la vittoria del centrodestra e la nascita del governo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia.
Un panorama che è cambiato radicalmente rispetto alle condizioni iniziali, ma è tempo di bilancio e nuove prospettive.
Tra i governi più longevi della storia italiana.
Mai, nella storia recente e remota, così tante cose nel racconto della politica italiana erano mutate nonostante un quadro politico all’apparenza immobile.
È questa la prospettiva dell’esecutivo Meloni, che rappresenta un unicum in Europa, formato da partiti fortemente critici rispetto all’Unione Europea, FDI , ma soprattutto la Lega, questo anche perché la storia è andata, e sta andando nella loro direzione.
Oggi sono partiti accettati e considerati frequentabili, seppure con posizioni diverse all’interno del parlamento europeo.
Il suo successo è dovuto principalmente ai problemi dell’immigrazione e dell’ordine pubblico, del lavoro anche dipendente, di una Unione Europea sempre più invadente nelle politiche nazionali e il centrosinistra ha mostrato di non riuscire a proporre ricette che arginassero i problemi che la globalizzazione pone.
Giorgia Meloni ha tutte le condizioni per durare: ha una coalizione omogenea che esce vincitrice dalle urne, un consenso nel Paese che è stabile, una politica europea che si sta assestando sulle posizioni del centrodestra italiano, ha la fiducia dei mercati internazionali.
La sua coalizione è coesa, da tanti anni il centrodestra è abituato a vincere assieme e governare assieme.
Così il partito di maggioranza Fratelli d’Italia non solo sta mantenendo saldamente la prima posizione ma sta ulteriormente rafforzando e superando la soglia del 30%.
La Meloni inoltre rispetto a Berlusconi, che in precedenza aveva guidato gli esecutivi di centrodestra, ha un vantaggio, non ha conflitti di interesse, questo ha un grande valore, le dà una soglia di sicurezza alta che il Cavaliere non aveva.
Infatti può subire attacchi sulle policy, come sta accadendo sull’accordo per il trasferimento dei migranti in Albania, o sulla separazione delle carriere, ma non a livello personale.
Considerando anche che la riforma più dirompente, quella della separazione delle carriere, è di livello costituzionale.
Intanto al Centro si propongono nuove “prove tecniche” di aggregazione politica.
Italia Viva sembra ormai fuori da giochi.
Il suo leader Matteo Renzi fatica a mantenere le relazioni con qualsiasi altro soggetto politico e nello scenario italiano appare isolato.
Anche il pd al suo interno vede molti contestatori, Il PD, il più accanito è sicuramente Romano Prodi, secondo l’ex premier, rimane il partito “muto”.
Lui, accantonato a suo tempo proprio dalla Schlein, l’accusa di non avere proposte, di non presentare programmi, di non essere presente nei dibattiti politici relativi alle riforme.
Afferma senza tanti preamboli che non ci sono incontri politici con gli alleati e che la discussione politica interna risulta totalmente assente
In Europa il Green Deal è stato un disastro, in Germania le industrie meccaniche parlano di licenziamenti di massa, Stellantis è ridotta ai minimi termini in Francia e in Italia, l’infatuazione per l’ecologia dettata dai Verdi, dei partiti di centro hanno portato a problemi economici e sociali enormi.
Il centro ha dovuto fare un bagno di realismo, anche nella Francia di Macron e presto accadrà anche in Germania.
Così come Bruxelles ha sbagliato tutta la politica sull’immigrazione.
L’Italia è stata lasciata da sola, oggi ci si accorge che i 2/3 di quanti arrivano da noi poi vanno nei loro paesi dove si radicalizzano peggio che da noi.
Al giro di boa, a quel cartello con la scritta «secondo tempo», arrivano più o meno tutti con la consapevolezza che probabilmente, nulla potrà interferire, alla chiusura ordinata e naturale della legislatura.
Auguri al primo Premier donna italiano !!!