Trump impone dazi a tutto il mondo, ma…

È parte di una strategia negoziale o semplicemente protezionismo folle?
Se analiziamo con acume le possibili motivazioni dietro la guerra commerciale dichiarata da Donald Trump contro praticamente tutti i Paesi del mondo.
Mentre impone dazi fino al 46% al Vietnam e al 54% alla Cina, Trump mantiene lo 0% a Russia e Bielorussia e un sorprendente 10% all’Ucraina, paese devastato dalla guerra.

Cosa ci sta dicendo questo?
Da un lato, il Vietnam reagisce con intelligenza e diplomazia: offre a Trump di ridurre a zero i dazi imposti sui prodotti americani, in attesa di una reciprocità.

Invece, la Cina risponde con durezza, contrattaccando con i propri dazi del 34%.
Il miliardario Bill Ackman, vicino a Trump, suggerisce che non si tratta di vera follia, ma di agire come un pazzo per negoziare da una posizione di forza.

Stà Trump fingendo per trarne vantaggio?
rivedi casi come:
La Svizzera, punita con il 32% nonostante non faccia parte dell’UE

Israele, un alleato storico, penalizzato con il 17%, più del Venezuela (15%) o del Nicaragua (19%).

Se le tariffe rimarranno in vigore, l’inflazione aumenterà e i prodotti di base – abbigliamento, cibo, elettrodomestici, tecnologia – diventeranno drasticamente più costosi.

Anche JP Morgan aumenta già al 60% la probabilità di una recessione negli Stati Uniti.
E per coloro che vedono solo beni fisici nelle bilance commerciali, ci ricordiamo che gli Stati Uniti hanno un surplus di servizi grazie a società come Netflix, Amazon, Meta o X (ex Twitter).

Ogni abbonamento dall’Europa rappresenta un guadagno per le aziende americane.
La grande domanda: Trump riuscirà a porvi rimedio in tempo e ad aprire una via di negoziazione paese per paese, oppure manterrà la sua politica di punizioni indiscriminate che, secondo il Financial Times, equivale a “darsi la zappa sui piedi”?
Considerazione finale: Trump sta riscrivendo le regole del commercio globale… o sta sabotando la propria economia dall’interno?

La Turchia (10%) e l’Iran (10%), entrambi governi autoritari, ricevono un trattamento più gentile rispetto alla Germania o alla Spagna (20%).
Il Messico, pur non sfuggendo del tutto, è stato trattato con maggiore clemenza grazie agli sforzi del suo presidente, suggerendo che la diplomazia funziona con Trump.
Se riflettiamo anche sull’impatto sui consumatori: nel caso in cui le tariffe rimarranno in vigore, avranno un impatto sui consumatori.

In realtà Trump vuole contenere l’ascesa della Cina, ridurre il disavanzo commerciale americano, reindustrializzare gli Stati Uniti, sostituire le entrate fiscali nazionali con il gettito dei dazi, promuovere la sicurezza nazionale, impedire ad altri paesi (soprattutto alle grandi economie emergenti) di rinunciare al dollaro Usa come valuta globale . 

Di Admin

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