
“L’aumento del prezzo delle uova negli Stati Uniti ha convinto alcuni genitori a rimodellare la tradizione: meglio un’economica patata”, ha sentenziato due settimane fa Repubblica
. “I video su come colorare marshmallow, patate e persino cipolle hanno iniziato a diventare virali sui social”, ha rincarato la dose la seconda.
Lo shock per la vittoria non a sorpresa del tycoon deve essere stato talmente forte per alcune testate italiane da portarle a confondere la “Egg Hunt, la caccia alle uova”, con la tradizione di tingere le “easter egg”, rinominate addirittura “expensive egg” per rendere il tutto più apocalittico.
Gli americani stanno andando a caccia di patate a buon mercato per sopperire alla mancanza di uova. Le città statunitensi pullulano di adulti in preda al panico e bimbi con i lacrimoni.
La Pasqua sotto Donald Trump, secondo la premiata coppia Huffington Post – la Repubblica, è fatta di ristrettezze e privazioni.
Il racconto assume contorni plumbei e toni drammatici: “Quest’anno tuttavia, dopo mesi di costi elevati e scorte limitate a causa dell’influenza aviaria, gli americani rischiavano di vedere parte delle celebrazioni rovinate. Per John Young, quarta generazione della Young’s Jersey Dairy, fattoria e parco divertimenti in Ohio, Pasqua significa avere a disposizione tante, tantissime uova.
Negli anni passati, nella settimana che precede la festa, per la Egg Hunt ne acquistava almeno 10.000, che venivano cotte in forni verticali. A febbraio, però, data la carenza di uova negli Usa, Young e la sua famiglia hanno iniziato a riflettere sull’organizzazione dell’evento, a cui partecipano più di 2.000 persone.
E alla fine, per la prima volta nei 40 anni di storia della ricorrenza, questa volta le uova deposte sull’erba della fattoria saranno di plastica, riempite con un buono valido per un giro gratuito sulla giostra”.
Piccola e umilissima annotazione. Le uova di cui i bambini vanno a caccia, erano di plastica anche con Biden. Che i giochi sotto l’attento sguardo dei genitori si svolgano all’aperto nella calda Miami o al chiuso nella fredda Chicago, le galline e le loro uova non c’entrano nulla.
Rimodulare le usanze con un mix strumentale di fantasia e realtà per cercare di dimostrare che con Trump alla Casa Bianca tutto va peggio, sia per i grandi che per i più piccini, è propaganda. In Italia (e non solo), si è passati dall’esaltazione acritica di ogni cosa che riguardasse gli Stati Uniti ai tempi di Obama e Biden, alla critica totale, anche preventiva, degli Usa post 5 novembre.
Ora, il punto non è difendere a spada tratta Trump, né esaltare acriticamente una politica che, per molti versi, ha lasciato (e lascia) a desiderare. Il punto è che questa virata ideologica, questo manicheismo spinto all’estremo, non fa altro che appiattire il dibattito e impedire un’analisi seria e ponderata. Si demonizza a prescindere, si etichetta tutto come “trumpiano” con una superficialità disarmante, ignorando le sfumature e le complessità di una realtà che è ben più articolata di un semplice “buoni contro cattivi”. E questo, purtroppo, si riflette anche nel modo in cui viene percepita l’America, diventando essa stessa un bersaglio facile di generalizzazioni e preconcetti. Forse sarebbe il caso di riscoprire un po’ di equilibrio, di obiettività, e di smetterla di usare gli Stati Uniti come una clava ideologica per difendere o attaccare le proprie posizioni. Perché, alla fine, a farne le spese siamo tutti noi, privati di una comprensione più profonda e veritiera del mondo che ci circonda.
Dall’invasione delle cavallette del 2016 alle uova in polistirolo per la Pasqua del 2025.
Un incubo di nome Donald Trump si aggira per certe redazioni.