De Ficchy Giovanni

L’oro è un classico e molti presumono che il metallo prezioso giallo sia una garanzia contro il calo delle azioni.
Avendo già vissuto molti periodi d’incertezza nel 2018, l’oro è stato raccomandato molto spesso agli investitori in cerca di alternative alle azioni, ma noi non sono d’accordo con questa raccomandazione.
Secondo me, l’oro è una materia prima che non possiede nessun potere speciale, per cui non sia la soluzione adeguata per gli investitori che ricercano crescita a lungo termine.
Se possedete azioni ad esempio, il cui prezzo scende, con una copertura il loro valore dovrebbe restare invariato o aumentare.
Nel mondo degli investimenti, infatti una copertura è un elemento che si possiede per contrastare il rischio di altre posizioni,
C’è chi pensa che l’oro sia l’attivo immancabile in periodi di elevata incertezza politica, di mercati al ribasso (cali prolungati di mercato di almeno il 20% trainati dai fondamentali) o quando si verificano delle calamità.
In altre parole, si attribuiscono all’oro, come investimento, innumerevoli capacità!
Nel caso dell’oro, costatiamo che molti investitori lo considerano un porto sicuro sia in periodi d’inflazione (ovvero quando i prezzi tendono a salire) che di deflazione (ovvero quando i prezzi scendono).
Ma non lasciatevi abbindolare da ciò che luccica: non mi sembra che l’oro abbia niente di speciale….

In definitiva l’oro non è che una materia prima, proprio come il rame, i diamanti o le uova; l’unica differenza è che è meno pratico da utilizzare.
Come è noto i prezzi delle materie prime, come per ogni altro attivo, dipendono dalla domanda e dall’offerta.
L’oro ha un andamento del proprio valore assai diverso da quello di molti altri asset finanziari: di solito impiega più tempo a salire e a scendere, e pertanto ognuno può valutare con attenzione rischi e vantaggi a seconda della propria situazione.
Stando al World Gold Council un’organizzazione che segue i dati dell’oro e le tendenze del settore, l’offerta d’oro nel secondo trimestre ha continuato a crescere.
Poichè; l’offerta in costante rialzo non sembra volersi fermare, la domanda è probabilmente l’elemento principale nella definizione dei prezzi.
La domanda di oro fisico è, trainata in larga parte dalla sua rilevanza culturale, e chi ne giova di più sono i gioiellieri.
Oltre ai cablaggi elettrici, l’oro serve a ben poco nel settore industriale ed è per questo che riteniamo che il sentiment e il lato emotivo abbiano un’influenza esagerata sul prezzo.
Ciò significa che, per investire nell’oro con successo, occorrerebbe essere in grado di prevedere i tempi del mercato, il che ci sembra un’utopia.
Con un’ampia offerta in questo momento, penso che per poter investire correttamente nell’oro sia necessario riuscire a prevedere il momento esatto in cui cambierà l’opinione degli investitori sul metallo prezioso.
Perciò sono ,dell’avviso che si tratti di una missione impossibile e che nessuno tra chi si occupa delle previsioni di mercato ci sia mai riuscito con una certa frequenza.
Fin da quando l’oro ha iniziato ad essere scambiato liberamente dalla metà degli anni ‘70, la maggior parte dei suoi rendimenti storici si è verificata durante brevi e spettacolari esplosioni.
L’oro ha goduto di alcuni buoni periodi di boom alla fine degli anni ‘70 e durante i primi dieci anni di questo millennio.
Tuttavia, per coloro che possiedono azioni e pensano che l’oro sia una buona copertura, questi periodi di boom si sono sempre verificati in concomitanza con periodi di debolezza delle azioni.
Sia durante la bolla tecnologica del 2000 che durante la crisi finanziaria del 2008, anche l’oro ha subito periodi di cali, in linea con la discesa delle azioni.
Oltre ad essere una copertura scadente per le azioni, l’oro stesso ha subito pesanti ritirate.
. Un mercato ribassista dell’oro è iniziato a settembre 2011 e ancora non si è veramente concluso
Di sicuro oggi le opportunità di acquisto o investimento non mancano, ma è sempre bene considerare anche i potenziali rischi.
Innanzitutto la volatilità del prezzo: domanda e offerta incidono tanto sulla quotazione dell’oro (a differenza di guerre e crisi finanziarie), così come le politiche monetarie con il taglio dei tassi d’interesse.
C’è poi il cosiddetto rischio di controparte: chi investe in certificati di proprietà dell’oro deve considerare il rischio di controparte associato all’emittente del certificato, che qualora dovesse incontrare problemi finanziari (o dichiarare bancarotta) potrebbe far perdere all’investitore parte o l’intero valore dell’investimento realizzato.
Anche se la saggezza popolare continua ad raccomandare l’oro come investimento, soprattutto durante periodi di volatilità, questa posizione mi sembra sbagliata.
Non credo che l’oro sia la soluzione per generare la crescita a lungo termine che molti investitori necessitano per raggiungere i propri obiettivi d’investimento, né tanto meno ci pare una scelta di copertura sostenibile rispetto alle oscillazioni dei mercati azionari.
Ecco perché, secondo me, l’oro non è certo una scelta sicura.
L’oro non luccica come investimento per chi investe nel lungo termine.
Il presente articolo è solo una opinione e non vuole rappresentare nessuna sollecitazione al risparmio.