
IL MERCURIO FILOSOFALE
Secondo l’ alchimia egizia, l’ Uomo può intraprendere il Cammino interiore attraverso una pratica costante della propria Coscienza .
Il processo preparatorio avviene con il continuo lavoro della Natura, che si svolge nel più profondo dell’ Essere dell’ Iniziato.
Unico elemento che rimane alla luce del sole è la Volontà, la quale tende a modificare la personalità estirpando tutti i pregiudizi, le abitudini, la personam, cioè la maschera che l’ individuo si è posto durante le vicissitudini della sua vita: tutto questo per far sorgere l’ individuo vero.
Per ottenere ciò occorrono molti sforzi e molta costanza, perché le sconfitte non mancheranno, e quindi non ci si deve lasciar prendere dallo sconforto.
In questo profondo lavorio di ristrutturazione del proprio essere, la volontà deve essere costantemente impiegata e vigile in ogni circostanza.
L’ Iniziato deve essere sempre presente a se stesso in ogni momento della sua esistenza.
Questa autodisciplina costante, vigile, fa sorgere in lui un senso di centralità che, a sua volta, sveglia nella sua interiorità, nel velo delle due tenebre, il proprio solvente, il Mercurio dei Saggi.
Così sotto l’ azione del Fuoco (la Volontà) sulla Materia ( il corpo con i suoi biopsichismi) sorge una prima distillazione (Acqua) che gli Alchimisti hanno chiamato Mercurio.
Egli potrà dare per distillazione, l’ Alkaest, il focolare dell’ energia.
Questo lavorio trova la sua esplicazione per mezzo del Fuoco che viene rappresentato dalla Parola.
Ebbene, per gli Egizia questa Parola è la preghiera, non intesa in senso liturgico, ma come attitudine mentale pervasa da elevazione interiore verso ciò che sta in alto.
Questo atteggiamento di elevazione materializzato per mezzo della voce, influenzerà il corpo animico della persona, lo plasmerà poco alla volta, finché entrerà nella coscienza stessa dell’ Iniziato.
Si ha, in altri termini, la presa di coscienza del proprio corpo astrale o animico.
Un’ altra indicazione della materia mercuriale grezza, specie nel medioevo, è stata data dal simbolismo della quercia.
Sulla facciata del Duomo di Milano, all’ altezza delle prime formelle, viene appunto simbolizzato da una quercia dalle cui radici sgorga una sorgente.
È l’ albero Sacro venerato dai Druidi.
Il segno astrologico di questa materia è stato raffigurato dal segno dell’ Ariete; poiché questa trasmutazione interiore si verifica nella parte umana della testa, il Calvario.
La testa è la parte più importante dell’ Ariete, la chiave di inizio della Grande Opera, dove la lancia e la croce si incontrano.
In tal modo la crocifissione di Gesù è il simbolismo che gli Esseni hanno mostrato per l’ inizio dell’ Opera, l’ incontro della Croce Elementale, su cui l’ Iniziato viene crocifisso, trafitto dalla lancia, corrispondenza della volontà che fa sgorgare il sangue, l’ elemento fisico che fa supporre la vita è che, per trasposizione, è l’ indicazione del corpo astrale dell’ uomo .
