Elezioni presidenziali del 2025: Nicușor Dan vince su George Simion con il 53,6%. Una vittoria storica, una serata da non perdere

di Maria Rătescu, allieva presso il Liceo Internazionale King George di Bucarest e presente al quartier generale della campagna di Nicușor Dan

Bucarest, 18 maggio 2025. Ieri sera la Romania ha vissuto una delle notti elettorali più tese e simboliche dalla Rivoluzione del 1989. Dopo una votazione ad alto rischio, condotta in un contesto di profonda polarizzazione e di impressionante mobilitazione civica, Nicușor Dan è stato eletto Presidente della Romania, sconfiggendo George Simion con il 53,6% dei voti contro il 46,4%.

Sebbene non si sia trattato dell’affluenza più alta della storia, i dati ufficiali indicano una partecipazione del 64,72%, una percentuale considerevole, soprattutto se paragonata alle elezioni dell’ultimo decennio, e un chiaro segnale che l’elettorato ha compreso l’importanza del momento. Molti analisti ritengono che queste elezioni siano le più importanti dall’instaurazione della democrazia nel 1989, e l’energia che le ha accompagnate, sia nel Paese che nella diaspora, ha rafforzato questa percezione.

Sono stato presente tutta la sera al quartier generale della campagna di Nicușor Dan a Bucarest e quello che è successo lì è qualcosa che non si vedeva in Romania da decenni. Decine di migliaia di persone si sono radunate spontaneamente davanti alla sede centrale, nonostante il tempo instabile, il timore di incidenti e la tensione generale. Sono venuti studenti, famiglie, anziani, persone arrivate direttamente dai seggi elettorali, portando bandiere o cartelli disegnati a mano.

L’atmosfera era elettrizzante, la gente cantava, gridava “Romania, svegliati!” e “No all’estremismo!”. Non si vedeva una simile mobilitazione davanti alla sede di una campagna presidenziale dal 1996, quando Emil Constantinescu vinse contro Ion Iliescu. Differenza? Ora tutto veniva trasmesso in diretta, in tempo reale, da migliaia di telefoni, account di social media e team di stampa internazionali.

Dall’altro lato, nel campo di George Simion, le cose si sono svolte in modo caotico. Verso le 21:00, dopo la pubblicazione dei dati definitivi degli exit poll e del BEC, Simion si è autoproclamato vincitore in un breve discorso, accompagnato da musica nazionalista e da applausi confusi. Meno di un’ora dopo, tuttavia, iniziarono ad arrivare i risultati ufficiali: la differenza era netta.
Simion è riapparso in un intervento video, ammettendo la sconfitta e lanciando alcune velate accuse contro il “sistema”. Secondo alcune fonti, la mattina presto avrebbe lasciato la Romania insieme all’imprenditore Vasile Pușcaș. Da allora non è stata rilasciata alcuna dichiarazione pubblica.

I risultati hanno mostrato chiaramente che nei principali centri universitari (Bucarest, Cluj, Iași, Timișoara, Sibiu) Nicușor Dan ha vinto con un ampio margine. Nella Capitale dominava tutti i settori. A questa vittoria hanno contribuito in modo decisivo i giovani, la diaspora, gli intellettuali, il mondo accademico e gran parte della classe media urbana.
Questa differenza regionale è stata visibile fin dal primo turno ed è diventata più pronunciata nel secondo turno, dove le grandi città hanno compensato la massiccia mobilitazione elettorale nelle aree rurali a favore di Simion.

I rumeni della diaspora hanno votato in numero record: un milione e mezzo di voti convalidati. Il messaggio era chiaro: la diaspora rifiuta il nazionalismo e cerca stabilità, professionalità e un orientamento europeo.

Dopo mezzanotte, Nicușor Dan si è presentato ai suoi sostenitori. Salì su un piccolo palco improvvisato, affiancato da volontari e membri del suo team, e pronunciò un discorso sobrio, privo di trionfalismo. Ha ringraziato i rumeni per la fiducia, ha condannato i discorsi d’odio e ha annunciato le priorità: riforme istituzionali, istruzione, sanità, stabilità economica e “una nuova partnership onesta con l’Unione europea”.

Dopo la vittoria di Nicușor Dan, i mercati finanziari rumeni hanno reagito positivamente, riflettendo una maggiore fiducia degli investitori nella stabilità economica del Paese.
Tasso di cambio: il leu rumeno si è apprezzato notevolmente nei confronti dell’euro, raggiungendo un tasso di cambio di 5,03 lei/euro il 19 maggio 2025, secondo i dati della Banca Nazionale della Romania. Ciò rappresenta una diminuzione di 0,07 lei rispetto al precedente tasso di cambio di 5,10 lei/euro, registrato venerdì 16 maggio 2025.
ROBOR: L’indice ROBOR a 3 mesi, utilizzato per calcolare i tassi di interesse sui prestiti al consumo in lei con tassi di interesse variabili, è sceso al 7,26% il 19 maggio 2025, dal 7,39% della sessione precedente.
Borsa di Bucarest: la borsa ha aperto la settimana con rialzi su tutti gli indici, con un controvalore di 1,23 miliardi di lei (circa 243 milioni di euro) dopo 30 minuti dall’inizio della sessione del 19 maggio 2025. Il valore delle obbligazioni era di 1,2 miliardi di lei e quello delle azioni di 36,1 milioni di lei.
Questi sviluppi indicano una reazione positiva dei mercati finanziari all’esito delle elezioni presidenziali, riflettendo le aspettative degli investitori riguardo alla stabilità e alla prevedibilità delle politiche economiche sotto la nuova leadership.

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