Mentre gli Stati Uniti sprofondavano nel consueto torpore del weekend del Memorial Day, la politica americana subì una scossa inaspettata. L’ex presidente Donald Trump, dopo aver celebrato l’approvazione del suo cosiddetto “grande, bellissimo disegno di legge” alla Camera dei rappresentanti, ha utilizzato ancora una volta la sua piattaforma preferita, Truth Social, per lanciare uno dei suoi tipici sfoghi.

Ma questa volta il suo obiettivo ha sorpreso tutti.

Né i democratici che hanno sistematicamente bloccato le sue proposte, né i repubblicani ribelli che hanno osato sfidarlo.

Né lo hanno fatto i procuratori e i giudici che hanno cercato di assicurarlo alla giustizia.

L’attacco, tuttavia, è stato rivolto contro qualcuno che da anni sembrava essere nella lista degli alleati, o quantomeno dei suoi interlocutori privilegiati, dell’ex presidente: il presidente russo Vladimir Putin.

Un fulmine a ciel sereno, insomma, che ha colto di sorpresa molti osservatori internazionali, abituati a un clima di sostanziale collaborazione tra i due leader.

Ma cosa ha spinto il’ presidente a rompere gli indugi e a criticare apertamente Putin?

Le ragioni potrebbero essere molteplici e complesse, legate sia a dinamiche interne alla politica americana, sia a questioni di politica estera.

“È completamente pazzo”, ha scritto Trump in un post che ha immediatamente infiammato i social media e i titoli dei giornali internazionali. Si riferiva agli attacchi russi intensificati contro le città ucraine nel fine settimana, un’offensiva che includeva uno dei bombardamenti aerei più distruttivi dall’inizio del conflitto. “Sta uccidendo così tante persone inutilmente. Ho sempre detto che vuole TUTTA l’Ucraina… Se la ottiene, porterà alla caduta della Russia.”

Le critiche dirette non finiscono qui.

Più tardi, in un breve incontro con la stampa nel New Jersey, prima di rientrare nella capitale, Trump ha insistito: “Conosco Putin da anni. Non so cosa diavolo gli stia succedendo”.

Il cambio di retorica di Trump ha causato confusione sia all’interno che all’esterno della sua cerchia.

Per anni, l’ex presidente si è vantato del suo “eccellente rapporto” con Putin e ha ripetutamente affermato di poter risolvere la guerra in Ucraina “in 24 ore”.

Tuttavia, l’escalation del conflitto sembra mandare in frantumi questa narrazione.

Ciò che colpisce di più, tuttavia, non è solo il contenuto della critica, ma anche il suo contesto.

Nello stesso messaggio in cui ha definito Putin un “pazzo”, Trump ha anche attaccato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendolo un problema.

Questo miscuglio di rimproveri fornisce indizi sulle vere motivazioni del magnate: un disperato tentativo di preservare la sua immagine di efficace negoziatore, ora messa in discussione dalla dura realtà del campo di battaglia.

Il presidente francese Emmanuel Macron si è subito espresso.

In una dichiarazione ai media europei, ha affermato che Trump “ha finalmente capito che Putin gli ha mentito” quando ha promesso di cercare una soluzione negoziata. “Non si può parlare di pace mentre i bombardamenti si intensificano.

“È un bene che Trump lo abbia capito”, ha aggiunto. “Speriamo che ora possa usare la sua influenza per convincere Putin a fermare questa guerra insensata.” Ha anche sottolineato che l’Ucraina è aperta a negoziati di pace, ma solo se la Russia ritira le sue truppe dal territorio ucraino. “Non possiamo accettare un cessate il fuoco che lasci la Russia in controllo dei territori che ha occupato”, ha detto. “Sarebbe un tradimento del popolo ucraino e un incoraggiamento per la Russia a continuare la sua aggressione.”

Questo doppio discorso dimostra la mancanza di sincerità del Cremlino”, ha detto Macron.

Mentre Trump invia messaggi contrastanti sulla sua posizione sulla guerra, la linea dura si sta rafforzando a Capitol Hill. Una risoluzione bipartisan per imporre nuove sanzioni alla Russia ha ora il sostegno di 81 senatori, hanno annunciato il repubblicano Lindsey Graham e il democratico Richard Blumenthal in una dichiarazione congiunta.

L’iniziativa prevede sanzioni contro alti funzionari russi e entità che collaborano con le forze armate di Mosca, e entrerebbe in vigore se i negoziati di pace che il Cremlino starebbe preparando dovessero fallire.

“Vedremo se questa proposta rappresenta un serio impegno per la pace o se sarà solo un’esagerazione”, hanno avvertito i senatori. “Se sarà quest’ultima, il Senato agirà con fermezza.”

Le recenti dichiarazioni di Trump evidenziano la tensione tra la sua retorica e la realtà geopolitica. La sua narrativa di leader capace di “addomesticare” gli avversari del mondo libero si sta sgretolando di fronte a una guerra che né il suo carisma né la sua retorica sono riusciti a domare.

Putin, che un tempo sembrava apprezzare la tacita comprensione di Trump, ora diventa il bersaglio della sua frustrazione. Ma l’attacco sembra più il riflesso di un orgoglio ferito che l’espressione di una convinzione

E a Washington sempre più voci si chiedono se Trump, una volta tornato al potere, riuscirà a mantenere qualcuna delle sue grandiose promesse.

Perché quando il rumore dei missili copre i discorsi, anche i populisti più abili sono costretti a confrontarsi con il peso dei fatti.

Di Admin

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