Giovanni de Ficchy
Fact checking e difesa militare
Aveva iniziato a farlo.
Chi non ha la memoria corta o non è completamente rincitrullito come quello che ha risposto “La Russia non vuole ” conquistare ” l’Ucraina. Vuole risolvere il problema ucraino consapevole che , prima o poi ci sarà comunque un Ucraina e un popolo Ucraino” (VIKINGO24 · Risposta) , ricorderà queste immagini del 2022:



Poi, gli aerei d’attacco russi che sganciavano le bombe e i missili che distruggevano i ponti, hanno iniziato a fare questa fine:

Vedi, non è semplice distruggere un ponte.
Generalmente, i ponti sono strutture rinforzate in modo ridondante e progettate per resistere a notevoli stress per decenni.
Occorre colpirli con molta precisione e con armi abbastanza potenti.
Altrimenti, rischiamo di mancare il bersaglio e di sprecare munizioni preziose.
Dobbiamo studiare attentamente la loro posizione e i loro movimenti, individuare i punti deboli e sfruttare ogni vantaggio tattico a nostra disposizione.
Non possiamo permetterci errori, la posta in gioco è troppo alta.
Ogni proiettile deve essere sparato con la massima attenzione, ogni attacco deve essere pianificato nei minimi dettagli.
La nostra sopravvivenza dipende dalla nostra precisione e dalla nostra capacità di colpire duro.
Le armi migliori per distruggere i ponti sono le bombe a guida laser.
Durante la Guerra del Vietnam gli americani tentarono ripetutamente di distruggere il ponte Than Hoa senza riuscirci.
Dal 1965 al 1972 furono effettuati ben 873 attacchi e sganciate migliaia di bombe e missili contro il ponte.
Almeni 11 velivoli furono abbattuti durante quelle missioni.
Il 27 aprile del 1972, per la prima volta, furono utilizzate bombe a guida laser. Il ponte fu distrutto al primo attacco (poi, per buona misura, ne furono effettuati altri due per renderlo irreparabile).

L’anno successivo, il ponte fu ricostruito…
Ora, il problema delle bombe a guida laser, che anche i russi hanno utilizzato, è che esse richiedono che il bersaglio venga “illuminato” con un raggio laser.
Inoltre, bisogna avvicinarsi parecchio al bersaglio, soprattutto se l’illuminatore si trova sullo stesso aereo che sgancia le bombe o su un an altro aereo della formazione di attacco.
Questo è molto rischioso, se il bersaglio è difeso da sistemi missilistici antiaerei.
E gli ucraini hanno ottimi sistemi missilistici antiaerei e hanno dimostrato di saperli usare molto bene.
Dopo aver subito notevoli perdite, l’aviazione russa ha deciso di rinunciare a utilizzare i propri aerei da combattimento nello spazio aereo ucraino.
Che fine ha fatto l’aeronautica russa?
Questo significa che non può più utilizzare le bombe a guida laser per distruggere i ponti.
L’alternativa è utilizzare missili a lungo raggio dotati di un sensore estremamente preciso ma i missili russi non eccellono per precisione e, difatti, generalmente sono equipaggiati con cariche esplosive molto potenti per compensare la mancanza di precisione.
Tuttavia, per distruggere un ponte bisogna colpirlo con estremamente precisione, anche se la carica esplosiva dell’ordigno è molto potente.
Bastano pochi metri di errore e l’attacco si trasforma in un flop, sprecando un missile che può costare anche milioni di dollari.
Se poi consideriamo che, ormai, gli ucraini dispongono di missili antimissile in grado di intercettare anche i più sofisticati missili a lungo raggio lanciati dall’aviazione e dalla marina russe, la faccenda si complica ulteriormente.
Per non parlare del fatto che gli ucraini, grazie al supporto logistico occidentale, potrebbero sostituire velocemente i ponti distrutti, allestendo pontoni e traghetti.
Lo hanno già fatto. Questo è un pontone allestito proprio sul fiume Dnipro e lungo ben 560 metri:

In altre parole, il gioco non vale la candela, per i russi.