De Ficchy Giovanni

Grazie a immagini satellitari e a un lavoro di indagine sul campo, è stato dimostrato l’importante investimento di Mosca, con l’appoggio di Haftar, per potenziare piste di atterraggio, rafforzare difese perimetrali e costruire nuove strutture in grado di accogliere un flusso continuo di aerei carichi di armi

Sono le tre basi militari in territorio libico dove nel 2024 c’è stato un frequente via vai di aerei russi.

Non solo.

Sono state potenziate piste di atterraggio, rafforzate difese perimetrali e perfino costruito nuovi edifici.

Tutto a spese di Mosca.

E tutto nel 2024  

L’obiettivo potrebbe essere quello di collocare missili in grado di colpire il cuore del continente europeo.

In tutto questo, un ruolo di rilievo lo avrebbe il generale libico Haftar: il 12 maggio scorso è stato ucciso a Tripoli Abdulghani al Kikli, detto “Ghaniwa“, leader del “Dispositivo di sostegno alla stabilità” (Dss), per mano della Brigata 444, milizia fedele al premier del Governo libico di unità nazionale (Gun), Abdulhamid Dabaiba.

Un episodio che ha scatenato una grossa spirale di violenza nel Paese.

La persona vicina al dossier spiega: “Haftar, insieme a suo figlio Saddam, sta lentamente avanzando verso Tripoli per sgominare il mosaico di milizie che difendono la capitale, arrestare o esiliare Dabaiba, probabilmente a Istanbul, e impossessarsi di tutta la Libia”. 

Secondo questa persona, i russi starebbero legittimando e sostenendo l’avanzata del generale libico, consentendogli di espandere ulteriormente la base di Sebha con la collaborazione della Bielorussia, come gia’ riferito da “Nova” (Libia: Khaled Haftar sigla in Russia un patto di cooperazione militare strategica, 09.05.2025). 

Il rinnovato impegno russo ed anche bielorusso in Libia, fornirà nuova linfa al generale Haftar che non si lascerà sfuggire l’occasione anche alla luce della situazione caotica che sta sconvolgendo Tripoli.

 I sistemi d’arma che potrebbero essere schierati a Sebha, come i missili balistici a medio raggio ma anche i “droni suicidi”, hanno una gittata tale da rappresentare certamente una minaccia militare tangibile per l’Europa ed in particolare per l’Italia la quale, trovandosi a poche centinaia di chilometri dal continente africano, ne costituisce la porta di accesso principale.

Gli interessi italiani nel Nord Africa e nel Sahel sono in grande pericolo.

Sono in gioco interessi economici rappresentati dalle fonti energetiche e problematiche di sicurezza interna causate da migrazioni incontrollate, oppure controllate scientemente da chi in Africa è presente militarmente.

Dopo la caduta di Assad e la ormai quasi definitiva indisponibilità delle basi militari in Siria, la Russia ha ora la necessità di trovare altri punti di ingresso nel Mediterraneo spostando il baricentro dei propri interessi verso il Nordafrica. 

Un attacco militare dall’Africa ci coglierebbe impreparati a causa di decenni di sottofinanziamento del nostro comparto della Difesa. Oggi o domani potremmo pagare dazio.

Di Admin

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