
Il famoso attore cubano ha confermato che è in corso uno sciopero studentesco presso la Facoltà di Matematica, in seguito all’aumento delle tariffe attuato da ETECSA.
Avverte che la repressione avrebbe un costo politico “imprevedibile”.
La comunità sta reagendo con il sostegno agli studenti e mettendo in guardia dalle minacce all’interno delle stesse università.
L’attore e comico cubano
Ulises Toirac ha reagito mercoledì allo sciopero studentesco indetto dalla Facoltà di Matematica e Informatica dell’Università dell’Avana, avvertendo che qualsiasi tentativo di repressione da parte del governo avrebbe un costo politico “impairable”.(inarrestabile).
Per Toirac, l’evento delinea uno scenario “molto interessante”, nonché un bivio cruciale per il partito al governo.
“La repressione avrà un costo politico (molto alto a mio parere, direi insostenibile), permetterlo sarà una dimostrazione di debolezza politica mai vista prima”, ha scritto sul suo profilo Facebook , e ha concluso: “Ci sono cose che puoi vedere arrivare se hai un cervello, ma più che cervello, c’è stata arroganza”.
Le reazioni al post rivelano il livello di tensione sociale di fronte a questo evento senza precedenti.
Cittadini, attivisti e utenti impegnati nell’istruzione pubblica si sono schierati a sostegno degli studenti.
“È ora che cada la benda, dove i ciechi possono vedere la luce”, ha scritto Gleider González. Altri, come Yunier Trujillo, hanno messo in guardia da una possibile repressione: “L’hanno già fatto e lo faranno di nuovo. Proteggete i giovani alla loro portata”.

Quello che risulta incredibile è che questa misura di Etecsa abbia causato più proteste, indignazione e scalpore del fatto che ci siano blackout a Cuba, della mancanza di cibo e di medicine… ecc. che ogni giorno si soffre in quel paese dove non si vive, si sopravvive… credo che quelli del regime non l’abbiano previsto, hanno pensato che se sopportano tutto il resto, questo è un gioco da ragazzi… vaselina e dentro, che il popolo sopporta tutto… e anche noi che viviamo all’estero, come ha ben detto la signora… siamo un mercato all’estero che ha bisogno di comunicare con la propria famiglia, ahah pensiero di mercato e tutto, e non hanno considerato che Internet è l’unica cosa che distrae il cubano in mezzo alla miseria e ai blackout…
Un colpo sul piede…