Passano i secoli ma la storia si ripete: l’approccio irrazionale alla religione produce fanatismo apocalittico e i risultati sono sempre uguali.

Senza sovrastimarlo troppo, quello creato da Minutella è per certi versi un fenomeno ascrivibile ai vari movimenti eretici che hanno intessuto la storia della Chiesa.

Naturalmente, il tutto condito di complottismo, un piatto che oggi vediamo servito in tante salse, il collante giusto per mettere insieme le più improbabili idiozie e dare alla visione del mondo che ne esce una parvenza di verosimiglianza, buona per persone fragili e alla ricerca di comunità rassicuranti, che offrano soluzioni facili e immediate ai propri problemi e a quelli del mondo.

Ieri a Monza, Alessandro Minutella, dopo anni di autoconvincimento, si è fatto proclamare il Grande Prelato atteso da secoli, un esempio lampante di irrazionalità religiosa.

Il tempo è maturo: Alessandro Minutella è ufficialmente l’inviato dal Cielo che il mondo stava attendendo da secoli.

O almeno così dice.

Minutella è riuscito a farsi eleggere dai preti scomunicati del “Sodalizio” come “Grande Prelato”.

Presenti sul palco, a fianco di Minutella, si riconoscono Enrico Bernasconi, Pietro Follador, Ramon Guidetti, Johannes Lehrner più -per fare numero- un sedicente diacono (dopo l’elezione di Minutella gli si è inginocchiato di fronte in segno di venerazione).

Una donna vestita da suora aveva il compito di registrare i video sul palco.

A prendere la parola è stato Bernasconi che, a nome del “Sodalizio”, ha annunciato in modo solenne che «tutti coloro che non respingono il magistero pseudo-apostata di Bergoglio e Prevost sono allo stesso modo scomunicati, ovvero fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica».

Ha quindi aggiunto che «Alessandro Maria Minutella è la guida già annunciata dalle profezie e scelta dalla beata Vergine Maria», scatenando la commozione generale e portando Minutella ad alzarsi solennemente, con le braccia aperte e con fare sornione.

L’ex prete palermitano aveva annunciato per mesi l’evento apocalittico di Monza, tenutosi ieri all’Opiquad Arena (riempita a metà).

Un pomeriggio domenicale da prendere come un esempio di come il fanatismo può sopraffare la fede e l’irrazionalità trascendere la religione.

Le panchine del centro sportivo, solitamente rifugio di anziani intenti a sfogliare il giornale sportivo o di giovani coppie perse in chiacchiere e effusioni, quel giorno erano occupate da figure austere, avvolte in abiti scuri, i cui volti esprimevano un’intensità quasi inquietante.

Un oratore invasato, con la Bibbia stretta in una mano e l’altra gesticolante come un’arma, tuonava contro i mali del mondo, la corruzione dei costumi, l’imminente apocalisse.

Le sue parole, amplificate da un megafono gracchiante, si facevano largo tra il cinguettio degli uccelli e le risate dei bambini, creando un’atmosfera surreale e carica di tensione.

Attorno a lui, un gruppo di fedeli annuiva con fervore, ripetendo le sue frasi come un mantra, pronti a difendere la “vera fede” contro qualsiasi eresia, contro qualsiasi voce dissonante.

Persino la luce del sole sembrava farsi più fioca, quasi intimorita da quell’esplosione di zelo e intolleranza.

Ordinato nel 1999, Minutella ha esercitato il sacerdozio nella diocesi di Palermo, sviluppando nel tempo posizioni sempre più critiche verso la Chiesa postconciliare, fino alla rottura definitiva con l’autorità ecclesiastica.

Nel 2015 è stato scomunicato dalla diocesi e ridotto allo stato laicale nel 2018, a seguito di diverse accuse di eresia e scisma. Minutella, tuttavia, non ha mai riconosciuto la validità di tali provvedimenti, continuando a considerarsi un sacerdote cattolico e fondando una propria comunità, “Piccola Casa di Nazareth”, con sedi in Sicilia e all’estero.

Le sue posizioni, spesso espresse attraverso omelie e video diffusi online, sono caratterizzate da un forte tradizionalismo, dalla contestazione del Concilio Vaticano II e da critiche al modernismo nella Chiesa

La sua figura è controversa, con sostenitori che lo considerano un difensore della vera fede e oppositori che lo accusano di settarismo e disobbedienza all’autorità ecclesiastica.

A partire dal pontificato di Papa Francesco, il sacerdote ha aderito alle teorie infondate di Andrea Cionci sulla presunta falsa abdicazione di Ratzinger, iniziando a denunciare una “falsa chiesa” e accusando Bergoglio di eresia e invalidità.

Pur proclamando di agire con la sola forza del Vangelo e senza mezzi umani, ha coltivato un culto della personalità tramite un’ossessiva presenza sui social network, creando un gruppo di seguaci chiamato “Piccolo Resto cattolico”.

La sua predicazione apocalittica, intrisa di complottismo e accuse di eresia verso il clero progressista, ha trovato terreno fertile in un’epoca di smarrimento e ricerca di certezze assolute.

Il “Piccolo Resto cattolico,” lungi dall’essere un’innocua comunità di fedeli, si è trasformato in una cassa di risonanza per teorie stravaganti e attacchi virulenti contro chiunque osasse dissentire dal “profeta.”

L’uso sapiente dei social media, con dirette fiume e post ad effetto, ha garantito al leader una visibilità impressionante e un controllo quasi totale sui suoi adepti, alimentando un circolo vizioso di dipendenza e fanatismo.

Autoproclamatosi veggente, ha promesso di custodire la vera fede in attesa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, inventando locuzioni divine.

Il sedicente profeta, avvolto in un alone di misticismo auto-proclamato, si erge a baluardo di una dottrina che sgorga unicamente dalla sua fervida immaginazione.

Le sue “locuzioni divine”, intessute di simbolismi oscuri e promesse di redenzione imminente, attirano adepti in cerca di certezze in un mondo incerto.

Egli, novello Mosè di un culto sincretico, brandisce un verbo contorto, un’eco distorta della vera fede, manipolando le ansie e le speranze di chi lo ascolta.

Il suo santuario, eretto a difesa del Cuore Immacolato, diviene teatro di rituali bizzarri, dove l’invocazione mariana si mescola a profezie apocalittiche di sua invenzione.

La sua influenza cresce, alimentata dalla paura e dalla sete di miracoloso, mentre la verità, soffocata dalle sue elucubrazioni, attende di riemergere.

Nel 2018 è stato ufficialmente scomunicato dalla Chiesa cattolica per scisma ed eresia.

Nel 2022 è stato dimesso dallo stato clericale.

Nonostante ciò, continua a celebrare messe in rito tridentino e a organizzare eventi in tutta Italia, mantenendo una forte presenza mediatica su Facebook e YouTube, da cui la sua setta dipende quasi totalmente.

Un cinquantaduenne palermitano ha inventato così la figura (non biblica) del Grande Prelato, alimentandone per anni la narrazione e insinuando gradualmente di esserne l’incarnazione.

È una figura inventata da Minutella e Cionci, basata su visioni e apparizioni private antiche e manipolate.

Le contraddizioni di Minutella sono infinite, ma mettersi ad elencarle sembra davvero come sparare sulla Croce Rossa.

Per pura curiosità ci soffermiamo solo sul fantomatico identikit del Grande Prelato emerso mettendo assieme alla rinfusa varie visioni private dei secoli scorsi.

Chiunque capisce che tale figura non c’entra nulla con Minutel

Il Grande Prelato, sostengono, è un personaggio divino che ricostruirà la gerarchia sacerdotale e la Chiesa intera nei tempi dell’apostasia. Lo stesso Minutella ha elencato alcune circostanze storiche in cui si parlerebbe di questo Salvatore (in particolare legate a Madre Mariana Francisca de Jesús Torres, Amadio da Firenze, Anna Katharina Emmerick e Dolindo Ruotolo).

Un’operazione che sfrutta la credulità popolare e la disinformazione per creare un’immagine distorta della realtà ecclesiale e alimentare teorie complottiste.

Si tratta di una strategia ben precisa per screditare il pontificato attuale e promuovere una visione alternativa, spesso legata a posizioni tradizionaliste e ultraconservatrici.

Il tutto, condito da accuse infondate e interpretazioni tendenziose di documenti e dichiarazioni ufficiali.

Minutella ha cominciato a parlare del Grande Prelato circa tre anni fa, prevedendo già il corso degli eventi e preparando il terreno alla sua (auto)proclamazione avvenuta ieri.

Nelle sue prolisse omelie, ha affermato che il “Grande Prelato” «unirà i cristiani d’Oriente e d’Occidente», «spingerà gli ebrei a convertirsi» e, «immerso nel soprannaturale», avrà le caratteristiche di «pastore, martire, teologo, predicatore, annunciatore evangelico, missionario».

In un video piuttosto comico del 2023 usa il noto effetto della preterizione -finge di negare per affermare-, e sostiene: «Penso di non essere il Grande Prelato, anche se sono vestito di rosso, questo lo devo dire, la talare ce l’ho custodita. Vengo da sotto Roma, ho 50 anni la settimana prossima, non sono nobile…ma insomma qualcosa può anche sfuggire eh!».

Da notare la manipolazione nella manipolazione: il provenire “non lontano da Roma”, secondo quanto il poeta Brentano avrebbe trascritto relativamente alle visioni della Emmerick, viene trasformato da Minutella nel “provenire sotto Roma”.

Sa bene infatti che la Sicilia si trova a oltre 900km di distanza da Roma.

Questo è il vortice a cui sono sottoposti da anni gli ingenui membri del “Piccolo resto cattolico”.

Ha parlato di un «nuovo Concilio» e di una «nuova Gerusalemme», prospettando tempi di «rinnovamento» e di «riconciliazione». Queste visioni, intrise di misticismo e di profezie apocalittiche, hanno suscitato tanto entusiasmo quanto perplessità tra i fedeli, dividendoli tra chi le accoglie come speranza e chi le considera derive pericolose.

Il suo carisma, indubbiamente potente, si nutre di una retorica evocativa e di una gestualità teatrale, attirando a sé un seguito sempre più numeroso e variegato. Ma dietro la facciata di santità e di illuminazione divina, si celano forse ambizioni terrene e sete di potere?

Il dubbio serpeggia tra i suoi detrattori, alimentato da indiscrezioni e illazioni che dipingono un quadro ben diverso da quello offerto nelle sue pubbliche apparizioni.

Un quadro fatto di intrighi, di manipolazioni e di una spregiudicata gestione delle risorse economiche a sua disposizione.

Se prima diceva che il Grande Prelato «sarà eletto con un’elezione miracolosa», nel tempo ha alzato gradualmente il tiro, sparandola sempre più grossa: «Il Grande Prelato è inviato da Dio, non semplicemente eletto» e «potrebbe essere una figura ancora più clamorosa di Pietro e di tutti i Pietro messi assieme».

Il grande evento “divino, miracoloso e apocalittico”, preannunciato da veggenti di ogni tipo nel corso dei secoli, si è svolto nel piccolo palazzetto sportivo di Monza.

Capienza 4.500 posti, presenti poco più di 1.500 persone.

La verità, come spesso accade, si nasconde tra le pieghe di una realtà complessa e sfaccettata, in attesa di essere svelata.

Di Admin

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