Papa Leone XIV: il Pontefice che viene dai debitori

Nel tempo delle grandi crisi, dei silenzi globali e dei debiti che superano il denaro, un uomo semplice, agostiniano, è stato scelto come Vescovo di Roma. Papa Leone XIV non è venuto a comandare, ma ad ascoltare. Non a pesare gli errori, ma a riconoscere la dignità. La sua vita non ha cercato i riflettori, ma i margini.

Missionario, fratello, servitore della comunità, ha vissuto nel linguaggio essenziale del Vangelo: quello della prossimità. Oggi, la sua figura si staglia su un orizzonte segnato dal bisogno di giustizia, dalla sete di perdono e dalla ricerca di senso. E in questo orizzonte, risuona il nome che molti danno a Maria: la Madonna dei Debitori.

Non solo protettrice dei poveri, ma madre di chi ha fallito, di chi ha smarrito la strada, di chi non ha da offrire se non il desiderio di rialzarsi.

Come ricorda il Vangelo: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato” (Luca 7,47). Papa Leone XIV, nel suo volto, nel suo stile, nella sua scelta di silenzio e servizio, ne incarna i tratti. Non giudica chi è in debito: lo riconosce. Non alza barriere, ma tende ponti. Non esalta la forza, ma custodisce la fragilità. Come Maria, accoglie prima di parlare. Come Maria, intercede senza condizioni. È eco della profezia di Isaia: “Non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (Isaia 42,3).

Il suo pontificato si apre sotto il segno della misericordia operosa, della verità senza durezza, della fede che non si impone ma si offre. In un mondo che misura tutto, la sua presenza ricorda che la vita non è un calcolo. E che anche il debito, quando incontra l’amore, può diventare promessa. “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Matteo 6,12): questa è la preghiera che insegna il Figlio, e che oggi la Chiesa, attraverso Leone XIV, riscopre nella sua carne.

Lui viene dai debitori. Cammina con loro. Parla a nome loro. E come Maria ai piedi della croce, non si allontana quando tutto sembra perduto. La sua elezione non è un evento. È un segno. Un appello. Una possibilità per tutti.

Di Admin

Scopri di più da Giornalesera.com

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere