De Ficchy Giovanni

Impariamo da Cuba e dal Venezuela.
Non commettiamo lo stesso errore.
Il Venezuela è passato dall’essere uno dei paesi più ricchi del continente a uno dei più poveri del mondo.
Cuba è passata dall’essere l’isola più prospera dei Caraibi, con più automobili, ospedali e teatri di molti paesi europei, a diventare una prigione galleggiante dove la gente fugge su zattere per procurarsi il sapone.
Cuba e il Venezuela sono sempre stati pieni di persone brillanti, laboriose, con grandi sogni e tanto talento.
Medici, artisti, ingegneri, imprenditori…
Due città con un’anima, una scintilla, un futuro.
Finché non arrivarono i dittatori.
E ciò che non potevano controllare, lo mettevano a tacere.
Hanno messo a tacere le voci, imprigionato le idee e spaventato i talenti.
E la cosa più codarda di tutte: hanno stretto un patto con i criminali.
Hanno permesso alla violenza di prendere il controllo dall’ombra,
e quando era troppo tardi…
Se non ti importa che i tuoi figli e nipoti non abbiano cibo né medicine, che tu viva in una casa senza vernice, mezza rovinata, senza cibo, senza medicine, che il tuo stipendio sia sufficiente per due giorni, che non puoi protestare o chiedere conto allo Stato di quanto male vivi, che se protesti ti picchiano e ti licenziano dal lavoro, che devi passare la vita a chiedere soldi e aiuto a familiari e amici costretti a emigrare o andare in esilio, che non potrai mai più entrare in vita tua negli hotel che si spacciano per del popolo, che tuo figlio a 7 anni non può più bere latte, che gli stranieri hanno più diritti nel tuo Paese di te, se tutto questo per te è lo stesso
Così la gente non poteva fare nulla.
Oggi per questi motivi, migliaia di cubani e venezuelani camminano per chilometri,
Attraversano giungle, fiumi e mari…
non per cercare la ricchezza, ma per recuperare ciò che è stato loro tolto: la libertà.
Cuba, l’isola più avanzata dei Caraibi, è stata trasformata in una prigione con spiaggia.
Il Venezuela, una delle nazioni più ricche del continente, si è ritrovato senza medicine, senza cibo… senza speranza.
La crisi è radicata nelle politiche economiche socialiste del governo, nel controllo dei prezzi, nell’espropriazione della proprietà privata, nella nazionalizzazione delle industrie, nell’espulsione degli investimenti esteri, nell’eccessiva stampa di moneta, nella cattiva gestione economica, nelle chiusure di aziende motivate politicamente, nella disoccupazione, nel calo della produttività, nella corruzione, nel clientelismo, nel nepotismo, nella militarizzazione, nella persecuzione e nella repressione politica e nella distruzione di tutte le istituzioni democratiche.
Il regime venezuelano ha fatto ricorso all’autoritarismo, alle violazioni dei diritti umani e ai brogli elettorali per mantenere il potere.
Il sistema sanitario pubblico è in gran parte al collasso, con carenza di medicinali e attrezzature essenziali.
E non è successo dall’oggi al domani.
Non è iniziato con le bombe.
Tutto è iniziato con delle promesse.
Con applausi.
Con potenza illimitata.
Con politici che parlavano gentilmente… mentre facevano accordi con i peggiori.
E oggi, mentre molti paesi continuano a chiudere un occhio, ci sono leader che hanno scelto di fare il contrario.
Nayib Bukele
non ha aspettato che la violenza diventasse la normalità.
Tenete presente che El Salvador era un paese molto pericoloso, governato da criminali.
Oggi la situazione è molto cambiata e ci sono buone scuole, e ospedali.
Non ha fatto alcun accordo.
Non negoziò con coloro che avevano distrutto il suo Paese nell’ombra.
Fu il primo in America Latina a decidere di affrontarli frontalmente.
E lo attaccarono per questo.
Ma quando capisci l’intera storia, capisci una cosa:
Non c’è errore peggiore che restare in silenzio mentre tutto va a rotoli.
RIFLESSIONE FINALE
Come inizia la tirannia?
Non con i carri armati.
Non con la censura aperta.
Tutto inizia con l’indifferenza.
Normalizzando l’inaccettabile.
Credendo che non ti succederà.
Finché non succede.
Se mai dovessi alzare la voce…
Lasciamo che accada prima che sia troppo tardi.
Condividilo.
Sveglia qualcuno.
Non giustificarlo.
Non accettarlo.
Perché la tirannia non si accorge.
Entra solo… quando nessuno riesce a tirarlo fuori.