De Ficchy Giovanni

La consuetudine italiana di frequentare le spiagge attrezzate con cabine, lettini e ombrelloni sembra in declino.
Quest’estate, molti italiani boicottano le spiagge a causa dei prezzi elevati imposti dai concessionari privati, con un calo di presenze tra giugno e luglio che raggiunge anche il 15-25%.
La situazione è particolarmente critica in alcune regioni, dove i costi per un ombrellone e due lettini hanno raggiunto cifre esorbitanti.
Molti turisti si lamentano dei prezzi eccessivi per servizi spesso ritenuti di qualità insufficiente.
La protesta si fa sentire sui social media, dove gli hashtag #CaroSpiaggia e #BoicottaLeSpiagge spopolano, alimentando il dibattito sulla necessità di un maggiore controllo da parte delle autorità e di una regolamentazione più equa per i concessionari.
Il Partito Democratico rompe il silenzio di agosto, accusando il governo di vivere in una “realtà parallela”. L’europarlamentare Alessandro Zan (PD) afferma: “Stipendi in calo, prezzi in aumento e vacanze irraggiungibili per molti. La premier dipinge un’Italia da cartolina, distante dalla realtà di scontrini salati e ferie a casa.”
Il malcontento nel Partito Democratico non riguarda solo Palazzo Chigi, ma anche la Rai, accusata dalla Commissione di Vigilanza di aver edulcorato i servizi sul turismo, descrivendo un agosto da record in contrasto con la debolezza della stagione in molte località balneari.
Così a partire dalla segretaria Elly Schlein: il calo delle presenze nelle spiagge e nelle località di vacanza «è il segno che le famiglie italiane fanno sempre più fatica, i prezzi sono aumentati naturalmente ma non sono aumentati i salari, per questo insistiamo» sul salario minimo.
L’affermazione è ironica: non sono certo gli operai con il salario minimo a potersi permettere lunghe vacanze al mare.
Piuttosto, è il ceto medio, escluso dal salario minimo, a mancare sulle spiagge.
È noto che la segretaria dem usa una strategia tipica del partito comunista: ripetere un’affermazione all’infinito finché non diventa realtà.

Replica Fdi, con il consigliere del ministro Santamchè;
«In questi giorni registriamo l’ennesima stucchevole polemica della sinistra, alimentata dai suoi media di riferimento, che parla di “crisi delle vacanze” e di “italiani che rinunciano alle vacanze”. Come al solito falsità e basterebbe dare uno sguardo ai dati per rendersi conto del lavoro svolto dal governo in questo settore. I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo».
Alcuni stabilimenti balneari, tuttavia, si difendono sostenendo che i prezzi sono giustificati dagli investimenti effettuati per garantire servizi di alta qualità e la sicurezza dei bagnanti.
La polemica resta aperta, con la speranza che si possa trovare un equilibrio tra le esigenze dei concessionari e quelle dei consumatori, per evitare che le spiagge italiane diventino un lusso per pochi.