Gennaro Vitiello, vescovo della Married Priests Now Prelature, ha consegnato stamattina una denuncia presso il Comando Carabinieri di San Giovanni-Barra, a Napoli, contro Monsignor Marino, in relazione al comunicato ufficiale emesso il 28 luglio scorso.

Dopo mesi di tensioni sotterranee e dichiarazioni pubbliche, il conflitto tra i due ecclesiastici è esploso nelle aule giudiziarie. Mons. Marino è stato querelato dal vescovo Vitiello per diffamazione a mezzo internet, con una richiesta di risarcimento di 50mila euro per presunti danni morali.

Al centro della disputa si trova il comunicato diffuso dalla diocesi di Nola in cui Mons. Marino metteva in guardia i fedeli dalle celebrazioni ritenute “illegittime”.

In quella nota, il presule cattolico affermava che Gennaro Vitiello e altri non erano “legittimamente ordinati”, invitando i cattolici a non partecipare a ciò che definiva “millantate liturgie.”

Inoltre, aveva ammonito che una partecipazione consapevole a tali riti avrebbe rappresentato una “grave mancanza” per la vita spirituale dei fedeli e la loro comunione con la Chiesa cattolica.

Questa vicenda delicata, che coinvolge diverse comunità dell’area vesuviana e della provincia di Napoli, ha suscitato grande preoccupazione e sgomento.

La Diocesi ha ribadito che le celebrazioni effettuate da persone non autorizzate non hanno alcun valore canonico e potrebbero avere ripercussioni civili, ad esempio nel caso di matrimoni non formalmente validati.

Non è la prima volta che i due vescovi si confrontano pubblicamente.

In passato, Mons. Marino aveva già preso le distanze dai riti officiati dal vescovo Vitiello, generando polemiche tra le comunità locali e i fedeli.

Tuttavia, lo scontro ora si è spostato sul piano legale, passando da una disputa religiosa a un conflitto giudiziario, con il potenziale di creare un precedente significativo in tema di rapporti tra confessioni religiose.

Mentre il vescovo Vitiello denuncia un vero e proprio linciaggio mediatico orchestrato dall’autorità ecclesiastica cattolica, la vicenda rimane nelle mani della giustizia.

Sullo sfondo emerge un dibattito più ampio e complesso, che non tocca solo i confini della diocesi di Nola, ma chiama in causa la questione della libertà religiosa in Italia e le implicazioni del pluralismo confessionale.

Di Admin

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