De Ficchy Giovanni

Nella storica cornice di Piazza Tiananmen, il leader cinese Xi Jinping ha accolto i suoi illustri ospiti d’onore, Vladimir Putin e Kim Jong-un, per commemorare l’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico.
L’evento, carico di simbolismo e significato, si è inscritto in una narrativa di grande teatralità geopolitica, che ha visto la Cina ribadire il proprio ruolo di protagonista nello scacchiere internazionale.
Atto I: Esibizione di Potenza Militare
La celebrazione si è aperta con un’imponente parata militare, una dimostrazione di forza e determinazione.
Le forze armate cinesi, equipaggiate con i più moderni armamenti, hanno sfilato sotto lo sguardo attento dei leader presenti, così come di milioni di cittadini cinesi che seguivano l’evento attraverso i vari canali di comunicazione.
Questo primo atto ha avuto l’obiettivo di sottolineare la rinascita della Cina come potenza mondiale, capace di difendere i propri interessi nazionali e di affermare la propria sovranità.
È significativo notare come la scelta della data non sia casuale; la cerimonia coincide non solo con la vittoria contro il Giappone nel 1945, ma rappresenta anche una rivendicazione identitaria.
Attraverso questa esibizione, Xi Jinping ha voluto alimentare il sentimento patriottico tra i cittadini cinesi, ricordando il sacrificio delle generazioni passate e legittimando l’attuale regime attraverso un passato glorioso.

Atto II: Il Discorso di Xi Jinping
Il secondo atto della celebrazione ha visto Xi Jinping pronunciare un discorso ricco di contenuti ideologici e politici.
Le sue parole hanno toccato temi quali la giustizia storica, il nazionalismo e la necessità di resistere alle pressioni esterne, in particolare indirizzate agli Stati Uniti.
Il presidente cinese ha tracciato un parallelo tra le sfide affrontate durante la Seconda Guerra Mondiale e quelle contemporanee, auspicando una cooperazione multi-laterale tra le nazioni amiche per garantire un ordine mondiale multipolare.
“Non dimenticheremo mai le sofferenze subite”, ha affermato Xi, sottolineando l’importanza della memoria storica nella costruzione dell’identità cinese.
Inoltre, il discorso ha fatto riferimento al rispetto delle sovranità nazionali e alla lotta contro ogni forma di aggressione esterna, evocando immagini di un Paese pronto a difendere la propria integrità territoriale.
Atto III: Comprimari dal Potenziale Destabilizzante

Il terzo atto della celebrazione ha visto l’ingresso di figure che, pur non essendo al centro della scena, hanno un ruolo cruciale nel contesto geopolitico attuale.
Costoro rappresentano diversi aspetti del panorama internazionale, dai paesi in via di sviluppo all’alleanza tra stati autoritari.
La loro presenza è stata simbolica: mentre Xi Jinping, Putin e Kim si sono posizionati come i protagonisti, gli altri leader e delegati hanno rappresentato le potenze emergenti nell’arena mondiale.
Questa giocosità geografica mette in evidenza la strategia cinese di tessere alleanze e coalizioni con stati considerati amici o neutrali.
In un momento in cui la globalizzazione sembra essere messa in discussione, la Cina cerca di rafforzare legami bilaterali e multilaterali, presentandosi come il faro del multipolarismo.
Implicazioni Geopolitiche
Questi tre atti, pur suonando come una celebrazione interna, assumono un’importanza ben più ampia sul piano internazionale. La Cina sta cercando di posizionarsi come leader globale, contrapposto all’egemonia statunitense.
Attraverso eventi come questo, Pechino dimostra la propria capacità di mobilitare non solo le proprie forze interne, ma anche di influenzare il dibattito geopolitico mondiale.
L’asse sinistro perseguito da Xi Jinping, che include Putin e Kim, evidenzia un tentativo di consolidare una nuova era di relazioni internazionali, caratterizzata dalla collaborazione tra poteri autoritari.
Questo tipo di alleanza potrebbe destabilizzare equilibri preesistenti e creare nuove fratture nel sistema internazionale.
Conclusione, la celebrazione dell’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico è stata molto più di una mera commemorazione storica.
Essa ha rappresentato un’istantanea delle ambizioni geopolitiche della Cina contemporanea e un’occasione per rafforzare alleanze strategiche.
Con un occhio rivolto al passato e uno al futuro, Xi Jinping ha saputo orchestrare un evento di grande impatto, volto a consolidare la posizione della Cina come attore determinante sulla scena mondiale.
La teatralità di questo evento ha messo in risalto la determinazione di Pechino di non essere relegata al margine delle decisioni globali, ma di diventare, al contrario, un attore centrale nel definire il futuro delle relazioni internazionali.